Futsal

Lidu Alves – La stella di Petrolina che sognava l’Italia

Lidu Alves

Sulle rive del fiume São Francisco e a pochi chilometri dall’Oceano Atlantico che bagna le spiagge di Bahia, c’è una città di nome Petrolina, incastonata nello stato di Pernambuco. L’origine di questo nome nasce dalla fusione del suo nome originale: Pedra Linda, letteralmente pietre meravigliose. Lidu Alves è una di queste gemme a tinte verdeoro. Lei è la nostra Numero Uno della settimana e questa è la sua storia.
In una casa del centro in cui non c’è mai silenzio, vive papà Alves con i suoi 11 figli: 3 maschi e ben 8 femmine, tra le quali Lidu (meglio se pronunciato con l’accento sulla u). Il numero sarebbe sufficiente per una squadra di calcio, ma la situazione è paradossale perché ai fratelli Alves il pallone non interessa: è Lidu l’unica ad esserne innamorata.
Tira calci in solitaria, poi, appena può si lancia con i compagni di scuola in lunghe maratone di futsal, che ha sempre preferito al calcio perché meno violento. Eppure non è una che del contatto abbia timore, anzi. Tra i coetanei è sicuramente una delle più volenterose e trova presto spazio in una squadra della città, poi un’altra e un’altra ancora. Se la contendono a Petrolina e non potrebbe essere altrimenti: al ruolo di pivot si adatta strada facendo, ma vede la porta come poche. In più ha talento e una grazia fuori dal comune che le viene da anni di studio della capoeira, un’arte marziale brasiliana confluita nella danza.
“Uno sport con la musica, è stato subito amore. Ho studiato per diventare insegnante, ma ho dovuto smettere per problemi alla caviglia”. Problemi che – a rigor di logica – avrebbero dovuto interromperne la carriera di calcettista, ma il corso di un fiume si può solo deviare. Poi è al mare che sfocia.
“Il futsal per me è una priorità: mi rende felice ed è grazie a questo che vivo. Ho sempre lavorato giocando, mi sento fortunata e in più ho avuto la possibilità di conoscere tanti posti. Devo la mia vita a questo sport”.

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Lidu con Amandinha, penutlima in basso a destra

FORTALEZA – E trasportata dalla sua passione, la ormai diciassettenne Lidu arriva a Fortaleza.
Sullo stemma della città campeggia la parola Fortitudine. Di forza, Lidu, ne ha già da vendere: ha perso la mamma che era soltanto una bambina, è cresciuta da sé con il sostegno del papà che l’ha sempre incoraggiata a seguire i propri sogni, lasciandole la libertà di realizzarsi. Ma è nella squadra universitaria del posto, la Nacional Gás/Unifor, che impara a fare del coraggio la sua arma in più in campo: tenta senza paura la giocata ad effetto, va a cercarsi l’uno contro uno e segna una valanga di gol vincendo per due volte il titolo i miglior realizzatrice del campionato.

“A chi mi ispiravo? Ho visto tante volte Vanessa giocare nel pieno della sua forma, per me è un punto di riferimento. E poi stimo tantissimo Lucilèia per la sua padronanza: fa sembrare semplice anche il gesto più difficile”.

Ma ci sono esempi anche più vicini.
“Ho giocato con Amandinha (4 volte vincitrice del Pallone d’Oro) e con tante delle stelle mondiali che sono oggi in Italia”.
E poi c’è un mister che l’ha cambiata, Wilson Sabóia, da due anni c.t. del Brasile femminile.

“E’ stato fondamentale nella mia formazione tecnica, mi ha dato basi che mi hanno permesso di crescere. Pur essendo ancora molto giovane, ero tra le migliori giocatrici di quegli anni perché lui sapeva come ottenere il massimo da me. Mi capiva più di qualsiasi altra persona”.

Lidu gioca col sorriso, proprio come il suo idolo Ronaldinho: si diverte e fa divertire. Nel 2016, la Telemaco Borba (stato del Paranà) le dà un’ulteriore opportunità per mettersi in mostra e lei non se la lascia scappare: in quella stagione si conquista la Coppa Sud Americana per Club e la fiducia della D&M Sport Manager che decide di puntare su di lei. Le offerte non tardano ad arrivare, ma una in particolare colpisce l’attenzione di Lidu: la vuole il Città di Falconara, si va in Italia.

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CITTA’ DI FALCONARA – “E’ stato come realizzare un sogno – racconta emozionata. – Poche persone sono riuscite ad arrivare fin qui dal nord est del Brasile, del mio paese sono la prima in assoluto. E’ una soddisfazione che non riesco neanche a spiegare, mi sentivo semplicemente al settimo cielo”. Poi si ferma un attimo. “Il brutto è arrivato dopo, quando ho dovuto imparare a vivere come voi”. E scoppia a ridere. Scherza Lidu, è evidente.
Ma colgo lo stesso una nota di saudade.

“E’ che mi è mancato un po’ di calore brasiliano e poi qui il futsal è molto diverso, ma tutto sommato mi sono abituata in fretta. Anzi, a dirla tutta è stata la scelta migliore che potessi fare”.

Lo dice al netto di tutto i problemi di inizio stagione: dalle defezioni agli infortuni, passando per una classifica che è rimasta ferma per 7 giornate. Lo dice con convinzione, la stessa che ha messo al servizio di mister Neri aiutando la sua squadra a risalire la china: il primo gol con il Pescara, poi il turning point di Breganze fino al colpaccio sfiorato a Cagliari, proprio con una sua tripletta.
“Stiamo prendendo sempre più consapevolezza e da parte mia sto cercando di prendere il ritmo di un campionato molto difficile. Accumulo esperienza per il prossimo anno”.
Nel frattempo, parliamo di due mesi fa appena, Lidu ha alzato al cielo la Women’s Wolrd Futsal Cup a Balaguer, in Catalogna.

“Un’esperienza unica che non potrà mai dimenticare. Anche se non è stato per la CBFS, vincere una coppa del mondo dà sensazioni incredibili: segnare con la maglia verdeoro, rappresentare il mio paese e vedere la squadra impegnarsi per un obiettivo comune mi ha regalato una gioia incredibile”.

Una condizione eccezionale la sua, alla quale corrispondono imprese dello stesso calibro.
“La verità è che sto molto bene qui – minimizza. – La squadra ha tante aspettative su di me e cerco semplicemente di non deluderla dando il massimo”.
A campionato finito, si riposerà con tanti viaggi.
“Ho ancora tanto da vedere in Italia. Avete storie bellissime dietro ogni luogo”.
Un giorno le farò un’altra intervista e me le farò raccontare.
– E se poi un posto dovesse piacerti più degli altri? 
Potrei pensare di restare qui, chissà.

Lidu Alves

Lidu Alves del Città di Falconara, Numero Uno della settimana

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