Nazionale

Nel silenzio, una promessa

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Le abbiamo viste sbirciando le bacheche Facebook. Alcune hanno già familiarizzato con il hijab con cui si mostrano agli occhi di amici e parenti, altre hanno i visi stanchi di chi ha da poco affrontato un lungo viaggio e non vede l’ora di un sonno ristoratore. Domani queste ragazze rappresenteranno l’Italia in Iran e vorrei saperne di più. Per affetto, più che per vocazione giornalistica. Sono a Teheran anche per noi, eppure delle loro giornate non sappiamo nulla. Si sono allenate? Come va col fuso orario? Sentono la partita?
Fosse stato sempre così, mi sarei rassegnata al solito silenzio riservato al futsal femminile.

Ma il contrasto è troppo forte con quello che c’è stato: la Nazionale che scende dal pullman, il rito dell’assegnazione delle stanze nella hall dell’albergo, spezzoni di allenamento e contributi pre e post-partita, i più seguiti dai tifosi. Ho il sospetto che ci toccherà fare a meno anche di quelli, mentre cerco su siti esteri uno straccio di link che ci permetta di seguire la diretta (ammesso e non concesso che ci sia). Siti esteri, sì: gli stessi dove abbiamo trovato le foto ufficiali della “nuova” Nazionale che scenderà in campo a Teheran.

Ti aspetti gli scatti dell’esperto Paolo Cassella, ma coincide solo il nome: a fotografare le azzurre è stato un certo Paolo Bruno. Tutto tace. E nel frattempo – dall’altra parte del mondo – ci sono ragazze che hanno rinunciato a giorni di lavoro o studio pur di onorare la chiamata della Nazionale. Sognare spetta solo ai professionisti, dei quali le nostre “dilettanti” hanno gli stessi “obblighi”, ma non gli stessi diritti.

Mentre mi lamento, la FIGC pubblica l’unico articolo dopo quello delle convocazioni del 16 novembre. Troppo poco per le nostre Azzurre, briciole cui non sappiamo ancora se doverci abituare o meno. Con chi me la prendo? Non posso neanche più incolpare Tavecchio, ma stasera – più delle altre – non trovo la forza di accettare ciò che sembrava stesse per cambiare. E’stata davvero solo un’illusione?

Domani in 1000 si ricorderanno dell’Italia del futsal femminile e in 999 se ne dimenticheranno, come se nulla fosse, il giorno successivo. Ebbene, tra questi non ci saremo noi. Che zitti proprio non ci sappiamo stare. Una storia che parli di voi, al posto del silenzio. E’ tutto qui quello che possiamo promettere, ma quel poco lo promettiamo per sempre. In bocca al lupo Azzurre.

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