Calcio

Holly e Benji e Lupin, il mistero (risolto) delle sigle scambiate

La versione spagnola “Oliver y Benji”  è identica a quella italiana del ladro gentiluomo. Stesso discorso per “Olive et Tom” in Francia. Ecco spiegato il perché.

Ci sono delle pietre miliari intoccabili nella vita di ognuno di noi. E quando qualcuno prova a “scalfirle”, le spiegazioni diventano più che doverose. Sono d’uopo quando si parla della nostra infanzia, il periodo più bello e spensierato di ogni essere umano. Grazie alle reti sociali, infatti, è venuta fuori una verità che in pochi conoscevano e che forse in pochi avrebbero voluto conoscere. Holly e Benji, uno dei cartoni più amati da grandi e piccini, quello che più di tutti gli altri ha inculcato la passione dello sport. Nonostante tutte le sue stravaganti e spassose stranezze che hanno sfidato le leggi della fisica. Come ogni cartone, aveva la sua sigla. Il problema nasce quando si scopre che la versione spagnola della serie animata giapponese, Oliver y Benji, ha come sigla quella di un’altra serie animata che ha “rubato” i cuori di molti adolescenti italiani, quella di Lupin, il ladro gentiluomo. Stesso discorso in Francia per Olive et Tom, la versione francese dei nostri Holly e Benji.

Com’è stato possibile tutto ciò? È presto detto. Le note della sigla di Holly e Benji, ad opera di Carmelo Carucci, sono state utilizzate in questi due cartoni animati in quanto, all’epoca dei fatti, l’emittente spagnola che trasmetteva “Oliver y Benji”, Telecinco, faceva parte della stessa catena televisiva di proprietà di Silvio Berlusconi. Perché confondere le carte non è lecito saperlo, ma tant’è. Lo stesso proprietario di La Cinq, ex piattaforma francese che ha chiuso i battenti dopo sei anni di vita, nel tentativo di esportare il modello delle tv commerciali tanto voluto dal Berlusca. Mentre da noi Holly e Benji arriva nel 1986 grazie a ReteItalia, società di punta di Fininvest in quel periodo, con il titolo cambiato rispetto all’originale anime nipponico “Capitan Tsubasa”, creato da Yoichi Takahashi nel 1981. Però Holly e Benji si imporrà, come tutti noi ricordiamo, su Italia 1, sfruttando nel corso degli anni anche l’onda di “Palla al centro per Rudy”, altro cartone animato giapponese con tema a sfondo calcistico. Ed ecco spiegato lo scippo emozionale di questi giorni. Quindi va bene, tutto appurato. Però magari la prossima volta avvisateci prima.

FOCUS SU HOLLY E BENJI Come e dove nascono i tiri che durano due puntate, il campo in collina, i flashback esistenziali (durante le partite) di tutti i personaggi del nostro amato cartone animato giapponese? Un’ispirazione durante i Mondiali in Argentina del 1978, su ammissione del papà di Holly e Benji Yoichi Takahashi. Il titolo originale, come detto, è “Capitan Tsubasa” e vede la luce – come manga – nel 1981. Solo due anni dopo arriva il cartone animato, destinato a spopolare in ogni dove. Evidente l’omaggio ad alcuni grandi campioni del calcio, come dimostra il parallelismo tra il cardiopatico Julian Ross e il compianto Johan Cruijff. E fa strano pensare come il cartone animato cult del calcio nasca in una nazione con un curriculum calcistico non propriamente blasonato come il Giappone, a dispetto della più rinomata Europa o del Sudamerica. Però nel 2002, come omaggio ai Mondiali di calcio proprio in Giappone e Corea del Sud, fu creato un nuovo anime dal titolo “Road to 2002”, giunto in Italia con il titolo Holly e Benji Forever”. Il resto, con le inarrivabili 128 puntate trasmesse, è storia assai nota.

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