Storie

Feritoie del Pallone – Lara Brugnoni

“……Il portiere su e giù cammina come sentinella.
Il pericolo lontano è ancora.
Ma se in un nembo s’avvicina, oh allora
una giovane fiera si accovaccia
e all’erta spia……”

Umberto Saba in “Tre Momenti” una delle cinque poesie dedicate al calcio e alla sua amata Triestina, dedica questo versetto all’unico uomo solo in campo; il portiere. Non fu il solo, molta letteratura si è sviluppata attorno a questo ruolo e a questo essere umano, così solitario eppur così determinante per la squadra.

Sono in auto. Direzione Umbria, la mia seconda terra d’origine. Mi aspetta Lara Brugnoni, volto noto nel futsal, volto che sembra dover raccontare molte cose, seppur ancora giovanissima, essendo nata nel 1989.
Chi gioca in porta ha delle peculiarità; Barthez, grande ex portiere della Nazionale francese, disse: “ La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più”, lui che prima di ogni partita si faceva baciare la testa rasata dal suo capitano.
Senz’altro il portiere è un uomo che ha fatto una scelta coraggiosa; viversi la partita in solitudine e portare sulle spalle il fardello più pesante. Se ai giocatori di movimento, è sempre concessa un’altra chance per rimediare un errore, al portiere no; dietro di lui, inesorabile, la linea bianca è pronta a sentenziare senza deroga.
Solo per lo stress del ruolo, alcuni studi, hanno calcolato che il portiere, a fine gara risulti l’atleta più disadrato, fra quelli in campo. Ho visto portieri imperscrutabili come Dino Zoff, capaci di non far filtrare alcuna luce dell’ inferno di tensione vissuta durante un match. Altri, soprattutto di tradizione sudamericana, sfogare la tensione con atteggiamenti tanto eccentrici, quanto spettacolari. Molti si ricorderanno di Higuita, portiere colombiano, che sfogava all’eccesso la tensione, con gesti tecnici da circense. René poteva permettersi il lusso di parare un tiro con il gesto tecnico de “El Scorpion”, lanciarsi in dribbling impossibili, e realizzare gol fantastici su punizione. Questa tradizione del portiere, stravagante, con il desiderio di evadere dalla prigione dell’area di rigore era iniziata con l’argentino Hugo Gatti “el loco”, già negli anni settanta.

Arrivo a Perugia, mi fermo per un caffè. Lara mi aspetta ma sono in anticipo. Da Perugia andrò in direzione Fossato di Vico, sempre in provincia di Perugia, a poco più di due chilometri, la mia destinazione; Purello, circa 600 anime, dove Lara è nata e vive con la sua famiglia. La parte dell’Umbria che sale verso la campagna, ricorda molto la Toscana, boschi ovunque, mi sento a casa

Metto in moto e riparto.
Se il portiere nel calcio vive in solitudine, nel futsal lo stato d’animo non cambia. Muta lo scenario. Nel futsal il portiere è costantemente sotto pressione. Io l’ho sempre visto come un pugile, agile a parare ogni cazzotto col divieto assoluto di schivare. Quando giocavo, agli inizi degli anni 90, il ruolo del portiere di futsal non era così caratterizzato. Pian piano il ruolo e il suo allenamento è diventato specifico e faticosissimo. Ho avuto la fortuna di vedere all’opera portieri come Fiori, Calabria, Feller, Angelini che hanno fatto da apripista al “mostro sacro” Mammarella.

Arrivo a Purello. L’aria che si respira sa di natura incontaminata. Lara mi viene incontro e mi accompagna in quello che per lei è sempre stato un punto di ritrovo; il circolo Acli. Lei ordina una spremuta, io il solito caffè. Lara mi dice subito; “a Purello c’è un posto magico attorno ad un fiumiciattolo, si chiama Vercata, andiamo lì. Ci sono una pace e una tranquillità unici”. Non oppongo resistenza. Lara ha occhiali scuri e i capelli sciolti, sembra guardare lontano fino alla sua infanzia. Le chiedo della sua famiglia, Lara inizia a raccontare; “mio padre Primo, lavora da anni in anagrafe mamma Franca invece ha una sua pizzeria dove Primo, terminato il lavoro, aiuta sia lei che mio fratello Emanuele.” Quest’ultimo è determinante nel far appassionare Lara al pallone nel modo piu’ semplice . Mi sono appassionata “Giocando a casa con mio fratello ed i suoi amici” mi dice Lara, “Mio fratello giocava a calcio e faceva il portiere. Io però volevo giocare come difensore. Iniziai come difensore..volevo segnare, volevo stare in campo..perché credevo che chi segnasse fosse più importante di chi, invece, lo impediva.

L’acqua del ruscello fa da colonna sonora mentre Lara racconta; “ Iniziai l’attività agonistica a 14 anni, ma solo per mezza stagione come difensore. Il nostro portiere smise, con le compagne ci guardammo negli occhi, per decidere chi avrebbe difeso la porta, da lì a fine stagione. Decisi di andarci io. Da quel momento mio fratello Emanuele risultò decisivo. In casa passavamo i pomeriggi in salotto, a calciare i rigori. Invertendoci di ruolo, Emanuele mi disse ; ma perché non ti metti a fare il portiere?!” Emanuele, portiere promettente intravide le potenzialità di Lara. La squadra si chiamava Fossato calcio a 5. Il nuovo portiere era Lara Brugnoni. Furono anni di soddisfazioni che portarono Lara all’età di 16 anni ad essere convocata in rappresentativa regionale. In quegli anni ad allenarla, prima Attilio poi Simone, anche se il riferimento principale rimaneva sempre il fratello Emanuele.

Chiedo a Lara del suo rapporto col calcio a 11; lo sguardo si fa malinconico ; “ Dopo gli anni di Fossato, mi chiamarono a giocare a nel Fabriano calcio a 11, in serie B, decisi di fare questa esperienza che si rivelò traumatica; non c’era un preparatore dei portieri. Conclusi l’annata e tornai a giocare nel Fossato calcio a 5 che però non faceva più la Figc

Nel momento in cui sembrava chiudersi una parentesi, Lara iniziò a spiccare il volo, che da lì a qualche anno la condurrà a Firenze. Il freddo inizia a pungere mentre Lara racconta: “ Grazie al tesseramento del Truffarelli Perugia calcio a 5, potei essere riconvocata in Rappresentativa (due volte vincitrice del Torneo delle Regione). A Perugia l’anno successivo conquistammo la serie A ma soprattutto, lì potei conoscere ed essere allenata da Giorgio Paci, tecnico dei portieri, il mio grande maestro a cui devo tutto”. L’anno successivo il Perugia allenato da Boranga si fa ancora valere in seria A e le parate di Brugnoni sono decisive in molte partite. A Firenze la notano e decidono di farle difendere la porta nel primo campionato di serie A Elite. A Firenze Lara, studia Architettura e si distingue sul campo da gioco, tanto che il CT Menichelli, la convoca per il primo raduno ufficiale della Nazionale femminile di Futsal. Gli occhi di Lara si perdono nel bosco, quasi a rincorrere qualche rimpianto. Le chiedo in maniera forse troppo diretta, se il suo sia un carattere sensibile. Un attimo di silenzio, colmato dal vento, poi Lara dice: “Si! Ho un carattere che molte volte mi porta a star male, a buttarmi giù…mi accade sempre di mettere gli altri davanti a me e sono una persona con principi ben saldi

Son convinto che la ricchezza delle persone stia proprio nella loro sensibilità, sovente derivante dall’aver “sposato” alcuni principi di vita che non sono vendibili. Lara prosegue “…credo che il mio carattere spesso mi abbia limitato, sono anche istintiva e se anche non ferirei a parole nemmeno il mio peggior nemico, mi comporto di conseguenza rispetto ad eventi o a comportamenti che non trovo giusti. Non ho un carattere, diciamo così “tattico”, teso cioè ad ottenere benefici, con un comportamento artefatto. Se non condivido lo dico e chissà….forse a volte farei meglio a stare zitta. Anche in Nazionale credo che il carattere mi abbia limitato, presa come ero dalla motivazione, non riuscìì a dimostrare ciò che ero e qualche rimpianto è rimasto
A quella stagione ne segue un’ altra nella quale il destino si accanisce. Lara subisce un brutto infortunio al collaterale del ginocchio sinistro, sono momenti duri in cui come lei mi dice ;“ l’apporto dell’amica Giada è stato determinante, nonostante abbia potuto far parte di un gruppo che ha vinto la Coppa Italia, a fine stagione volevo smettere

E invece Lara non ha smesso, chi ha talento non smette, chi ha talento non si raccomanda, chi ha talento preferisce far fatica e ripartire dall’inizio. Così Lara riparte dal regionale umbro e siamo ad oggi, in una squadra ambiziosa, l’ Atletico Foligno. Adesso può godersi la sua famiglia, questi posti fantastici e terminare Architettura. Le mancano quattro esami ormai. Negli occhi di Lara c’è voglia di rivincita. Prima di salutarmi mi regala una chiavetta USB, contenente la sua canzone preferita. È quasi buio, ringrazio Lara. Lascio Purello ed ascolto la sua canzone preferita…
“Ricominciare da meno di zero
E finalmente sollevare il velo
E raccontarvi veramente
Non l’immagine vincente che la gente prova a vendere
di sé
Non voglio vivere su un grattacielo
Solo sputare indietro un po’ il veleno
E raccontarmi veramente lo spettacolo riprende
Benvenuti a tutti quelli come me….” J AX
C’è molto di Lara in questa strofa ma c’è anche tanto dell’ ambiente nel quale spesso si fa sport ad alti livelli. Un portiere vede oltre le molte feritoie del pallone. Lara ne è la dimostrazione.

Notizie dalla Toscana
Si è svolta la settima giornata. Futsal Florentia sempre a punteggio pieno. La squadra fiorentina ha ripreso a vincere in doppia cifra, dieci le reti segnate contro una volitiva Arpi Nova. La squadra di Scandicci vince invece cinque a zero in casa del Marsiliana. Il Calcetto Insieme vince e rimane terzo.
Il Firenze c5 riassapora la vittoria ed è quarto, il Cus Pisa, sembra non fermarsi e si assesta in quinta posizione.
In serie A passo falso casalingo del New Depo Firenze che perde tre a quattro contro le lombarde del San Pietro.

Le Molte feritoie del Pallone

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