L’ex Statte e la nuova avventura pugliese: “Qui mi sento in famiglia, pronta a vivere vittorie importanti”
L’ultima stagione non è andata affatto come Brenda Moroni avrebbe voluto. Un difetto di tesseramento l’ha tenuta lontana dal campo per i primi tre mesi, il rientro è stato in sordina e poi c’è stato quel finale sofferto con un Real Statte come al solito agguerrito ma decimato da assenze ed infortuni.
“Purtroppo quando un’avventura parte male, è difficile che le cose possano aggiustarsi col tempo. Guardando indietro non osso certamente dire che sia stato un anno entusiasmante per tanti aspetti: io ci ho messo del mio non allenandomi come avrei dovuto, ma non penso che la colpa sia soltanto mia”.
Qualcosa da salvare comunque c’è. “Senz’altro il gruppo. Se siamo arrivate dove avete visto (Final Eight e semifinale scudetto n.d.c.) è per il meraviglioso gruppo che avevamo creato, ma penso di averne trovato uno altrettanto bello all’A.S.D. Dona Style”.
Non parliamo più di serie A d’elite, ma questo a Moroni poco importa. “Quel che conta è che mi sono trovata bene da subito, ho passato un paio di settimane le mie nuove compagne e mi sembrava di essere in famiglia. Essere scesa di categoria non è un problema: quest’anno voglio solo divertirmi, se poi arriveranno vittorie importanti sarò ancora più felice”.
E chissà che tornando a giocare con continuità al fianco della sempreverde Convertino – “il vero muro di Berlino, una di quelle persone che vorrei vedere in campo per altri 10 anni” – non possa arrivare anche la chiamata del c.t. Menichelli.
“Non mi precludo nulla, sarebbe il mio più grade obiettivo ma cerco di non pensarci troppo per non illudermi. Indossare la maglia azzurra sarebbe il massimo per qualsiasi giocatrice, ma se non dovesse accadere non mi demoralizzerei: ho tanti sogni da coltivare con l’A.S.D. Dona Style”.
Foto: SheFutsal
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