Football Americano Femminile

#lastday

Fatico sempre un po’ a raccontare il football in italiano quando nella mia mente le storie si formano con quell’accento d’oltreoceano. Questa volta, mi concedo il lusso di raccontarla così, con quel suono e quell’accento che parla al mio cuore con la stessa lingua di questo sport.

“I took three handoffs, got rocked three times and popped back up three times. Every player on the team knew the play. Shoot, every person in the stadium knew I was getting the ball. Each time I paid for it, but each time I defied the odds and popped back up.
Now, I know everyone wanted me to score. Trust me, I wanted to score. However, the truth is I helped my team scored, and ultimately that’s what matters.”
Non c’è nessuna retorica in queste parole, nessuno odore di stantio, di quelle vuote parole di cui troppi parolai vicini agli sport più disparati si riempiono la bocca.
C’è una verità, assoluta, nota solo a quelli che ricevuto un colpo durissimo, in campo quanto nella vita, si rialzano. Non sono più gli stessi, qualche istante, un semplice gesto, la differenza tra vivere e morire.
Non li vedete fuggire, tornano a prendere il loro posto e vi guardano e chinano un attimo il capo, per prendere fiato, quello necessario a dirvi: “Sono pronta, ancora una volta.”
Gli schemi, i coach, gli audible, il pubblico. Quando l’arbitro fischia l’inizio, la palla è in gioco, tutto il resto si sfoca ai margini della tua mente. Devi poter guardare negli occhi la tua compagna di squadra, che non sopporti, che non riesci a capire, che ti anche sta antipatica, ed essere sicura, fino in fondo al cuore, che a lei come te, importa vincere. Vi deve accomunare quel disprezzo assoluto per la sconfitta, che questa sia maggiore della voglia che avete di vincere.

“I firmly believe that any man’s finest hour, the greatest fulfillment of all that he holds dear, is that moment when he has worked his heart out in a good cause and lies exhausted on the field of battle – victorious.”
Vincere, sapendo di aver gettato in campo, tutto quello che si ha, aver scoperto di poter andare oltre il dolore e la stanchezza, sono il più grande regalo che potete fare a voi, non come atlete ma come donne.
Se la vostra maglia è madida di sudore e vorreste non sentirvi così a pezzi, allora quel trofeo è anche il vostro, c’è il vostro nome su quella coppa, su quel titolo.
Questa consapevolezza si rafforza nella sconfitta, aiuta ad accettarla, se non potevi far altro per vincere, se hai provato con tutta te stessa, l’unica ragione per non essere uscita dal campo vittoriosa è la bravura dei tuoi avversari.

“And if we should die tonight. Then we should all die together. Raise a glass of wine for the last time. Calling out father, prepare as we will.”
If you have to go down, don’t go down without a fight.

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