Guardo scorrere le immagini della partita.
Pausa, play, fast forward e poi di nuovo in pausa.
Un modo per raccontare quello che vedi, senza lasciare che sia dimenticato, perché se ne scrivi, diventa qualcosa di tangibile, esiste. Le immagini, i video lo raccontano e se a qualcuno importa questo è il modo migliore per testimoniare una passione.
Non riesco mai a scrivere di questa mia passione senza che mi tornino alla mente le parole tratte dal libro di Nick Hornby e riportate nell’omonimo film “Fever Pitch”, in italiano “Febbre al 90°”.
La passione ti fa bruciare il cuore, bollire il sangue e rende speciale quello che facciamo. Lo rende importantissimo, anche se poi importa davvero solo a noi. In quel momento, in quel preciso istante ci troviamo al centro del mondo e quello che accade è fondamentale, per tutti i presenti.
Raccontarlo a parole o per immagini è per me testimoniare che sia accaduto, rendere omaggio a chi si agita su spelacchiati campi di periferia, oppure trasforma stadi di calcio in arene per il football.
Sorrido e trovo una storia da raccontare dentro ad un video e alle parole della protagonista. Vede il suo placcaggio e commenta scrivendo: “sarei dovuta andare più bassa” e tu aggiungi il suono della sua voce e senti l’odore di chi ama la competizione, di chi vuole vincere gettando tutta se stessa oltre l’ostacolo. Le immagini si moltiplicano nella mente, ti ricordi di sua sorella e lo sguardo quando pensava di aver perso la finale, le lacrime che riempiono gli occhi, un misto di rabbia e disperazione, poi la forza di tornare in campo e combattere perché se sei li, non puoi fare altro. Penso alla loro sorellona, alle sue parole “a me non piace perdere…” e a chi fa piacere? Ma è come le pronuncia quelle parole, il suono diventa una carica e dentro il tuo cuore e le credi e sei disposta a seguirla, fino alla vittoria. Se avesse due secondi in più nello scatto, l’unica cosa che vedrebbero i suoi avversari è lo spegnersi della luce. In un placcaggio che sembra un eclissi di sole.
Pensi all’Argentina, alle scuole cattoliche e alla pallamano e sai che li, proprio li nel mezzo, c’è una storia da raccontare.