#day10

Quello che distingue un giocatore da un grande giocatore non è solo la capacità di “fare” la giocata decisiva, di cambiare il corso di una partita quando le difficoltà per la squadra sembrano essere insormontabili. Ciò che lo rende davvero un grande giocatore è la capacità di aiutare i compagni. Aiutarli ad avere successo, perché quel risultato non solo rende la squadra migliore, le permette di vincere.
Vincere in uno sport agonistico “non è importante, è l’unica cosa che conta.”
La vedi avvicinarsi al giovane quarterback, le sorride, la rassicura e poi le sorride ancora. Tu guardi il volto teso della ragazzina, troppo impegnata a non sbagliare per divertirsi, sorriderle di rimando. Sorridi anche il tuo cuore, perché è così che nasce davvero una squadra.
Continui ad osservarla lanciare, dannazione s’impegna troppo, pensa troppo e nessuno l’insegna ad ottenere il meglio da quel talento grezzo. Hai l’impressione di guardare qualcuno palleggiare con le arance e pensi a cosa potrebbe fare se gli insegnassero a farlo con un pallone da calcio. Il talento grezzo ha un odore, un suono. È sudore, è braccia levate al cielo, è un sorriso stampato in faccia quando quello che fai ti riesce dannatamente bene.
Ti tornano alla mente le parole che hai ascoltato tanto tempo fa.

“I look at you and I see two men: the man you are, and the man you ought to be. Someday those two will meet. Should make for a hell of a football player.”

Il cuore sta nel mezzo.
Nei middle linebackers, nei silenzi eloquenti della prima e nelle parole per tutte della seconda. In quella voglia di vincere, di avere successo, d’imparare. Perché se riescono a vincere, senza sapere nulla di questa disciplina, cosa potrebbero davvero conquistare una volta educate a questo sport?
Le segui perché ti emoziona il talento, quello naturale, selvaggio. T’emoziona il coraggio, quello necessario a fare quel passo in più per attraversare quella terra di nessuno che separa ogni squadra, dalla vittoria.