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Fedeli alla tribù S01E03

“Sbattete i nostri soldi sul tavolo e portate via dalla Juventus, Pogba”.
Fabio sembra pensieroso.
“Se andiamo a Torino tanto vale prendere lì il difensore che ci serve, il ragazzo un po’ lo conosco e penso che il Torino non farà troppe storie per cederlo all’estero.”
Quasi tutti i giornali sportivi del globo fanno un titolo sul tuo Chelsea almeno una volta alla settimana, spesso siete sui giornali tutti i giorni.
Sei nel tuo ufficio a Stamford Bridge, per fare il punto sul mercato.
Il fax inizia a crepitare, non pensavi funzionasse ancora.
Federica strappa via il foglio dalla macchina, legge e sorride. “Vogliono il nostro miglior calciatore e offrono settanta milioni di euro per averlo”.
“Chi…cosa…quando….”.
Manchester City. Arabi spendaccioni. Vero, tutto ha un prezzo, anche Eden Hazard, ma un prezzo giusto.
Novanta milioni, di euro. Tutti, maledetti e subito. Unica rata, non siete una rivendita dell’usato.
Pensi di averli convinti a desistere, invece hai dato un prezzo e quando c’è quello, beh allora si può trattare. Per settimane mediatori, procuratori e il tuo direttore sportivo s’incontrano e la voce della trattativa inizia a spargersi. Altri club si fanno avanti, offrono cifre, si discute ma per meno di 80 milioni l’affare non si farà.
S’avvicina il calcio giocato, quello vero.
Sulla linea laterale dopo una sconfitta in amichevole contro il Catania sei in piedi al fianco di Andrea, guardi al squadra allenarsi e poi la partitella.
“Sembra organizzati come un branco di scimmie che si tirano la merda allo zoo”. Scuoti la testa.
“Siamo qui per vincere, questa non sembra nemmeno una squadra”.
Lui continua a fissare il campo a cercare d’interpretare quello che vede e per un attimo ti guarda e sibila.
“Cosa cazzo ti aspettavi, ci sono almeno 5 elementi che non hanno mai giocato qui, non con questo sistema di gioco e per giunta nemmeno quelli che erano già nella rosa hanno mai giocato insieme”.
Sorride per un attimo.
“Se non fosse per la maglia uguale credo che non sarebbero nemmeno capaci di riconoscere i compagni…abbiamo bisogno di tempo”.
“Non ne abbiamo…”

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