Calcio

Milan: perchè?

Ho 32 anni, da quando ho iniziato a seguire il calcio nella stagione 1987-88 a 6 anni,  spinto un pò dall’ammirazione verso mio cugino che faceva l’album Panini ( che ricordo tuttora, con la copertina con tutti i big della serie A racchiusi in delle stelline), ma anche dalla passione di mio padre, che mi faceva vedere tante ma tante partite in tv e mi portava anche allo stadio a Pescara (la prima partita che ricordo di aver visto è un Pescara- Empoli 0-0 del 1987) e ad Ascoli. Già, spesso la domenica si andava dai parenti ad Ascoli e dopo pranzo si andava a piedi al Cino e Lillo Del Duca. Erano anni in cui in serie A giocavano i migliori giocatori possibili, me li ricordo tutti dal vivo sul campo: Maradona, Matthaeus, Diaz, Van Basten, Gullit, Laudrup. Solo anni dopo mi resi conto di quanto grandi fossero questi campioni e quanto fortunato fossi stato a poterli ammirare da vicino. In fondo ero un bambino di 6-7 anni, mio padre mi diceva che ero juventino e me ne ero convinto anch’io, ma la Juve di quegli anni non era molto affascinante per un bambino, visto che dopo il ritiro di Platini del 1986 la squadra era solo una comprimaria. La scintilla mi scoccò via radio una domenica di maggio, quella famosa in cui il Milan di Sacchi espugnò 3-2 il San Paolo e vinse uno scudetto che il Napoli di Maradona aveva quasi già conquistato; fu in quel momento che iniziai a rispettare il Milan,  quasi spaventato da una squadra in grado di battere il grandissimo Dieguito. Credo che fu proprio quel giorno a cambiare le sorti del Milan, una squadra che negli anni 80 aveva conosciuto la serie B in 2 stagioni, una volta a pagamento e una volta a gratis (come diceva Peppino Prisco); un giovane Berlusconi rilevò una società sull’orlo del fallimento, un paio di stagioni di assestamento fino ad arrivare al primo trionfo, proprio quello scudetto dell’87/88 ai danni di Maradona e Ferlaino. Da li ha inizio un ciclo devastante, 2 coppe dei campioni e 2 intercontinentali nei 2 anni successivi, l’undici titolare me lo ricordo tuttora: Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta, Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Gullit, Evani, con i vari Filippo Galli, Stefano Borgonovo e Daniele Massaro pronti a subentrare. Una squadra che con Sacchi non vincerà più lo scudetto, ma che in Europa vince 2 coppe campioni e non fa il tris perchè il Marsiglia li butta fuori nel 90/91 (i fari che si spengono col Marsiglia in vantaggio e Galliani che ritira la squadra porterà all’esclusione dalle coppe europee del 91/92. Si arriva appunto al 1991, si cambia la panchina affidandola al tecnico delle giovanili Fabio Capello: sembra un azzardo ma l’impianto di gioco ed il parco giocatori è di primissimo ordine ed i rossoneri portano a casa 3 scudetti consecutivi passeggiando (il record di 58 partite senza sconfitte è stato minimamente avvicinato dall’anno e mezzo di Conte con 50 partite); al rientro in Europa del 1992-93 arriva una finale di Champions in cui ancora l’Olympique Marsiglia fa lo sgambetto ai diavoli; il Milan si rifà con gli interessi l’anno successivo quando in finale asfalta il superfavorito Barcellona di Cruijff con un 4-0 e con diversi titolarissimi assenti. Anche questa squadra me la ricordo a memoria: Rossi, Tassotti, Maldini, Desailly, Costacurta, Baresi, Donadoni, Albertini, Van Basten, Savicevic, Massaro, con gente come Panucci, Boban, Simone, Lentini, Eranio e Papin a dare il cambio. Sfortunato l’anno successivo quando in finale viene sconfitto dall’Ajax che già nel girone eliminatorio lo aveva battuto sia ad Amsterdam che a San Siro. Inizia poi in Italia ed in Europa il ciclo della Juve di Lippi, con il contemporaneo declino di questo super Milan (solo uno scudetto nel 1995-96) e poi una serie di figuracce fino all’episodico scudetto del 99 con Zaccheroni (gentile omaggio della Lazio di Cragnotti). Poi altri 3 anni di piazzamenti da podio o anche meno in campionato fino alla riapertura del foro anale nell’annata che si concluse in una maledetta serata a Manchester. Si susseguono ancora anni alterni di gioie e dolori, ma pur sempre una rosa degna del nome del Milan, con i vari palloni d’oro Shevchenko e Kakà oltre che grandi campioni del calibro di Seedorf, Pirlo, Inzaghi, Nesta, Gattuso e chi più ne ha più ne metta. La mia domanda ora è semplice: Milan, perchè ti sei ridotto così male? Come fai ad avere degli elementi simili che vestono la tua gloriosa maglia? Che c’entrano Constant, Silvestre, Zaccardo, Birsa, Niang e altri scandali del genere con te? La Juve del biennio Ferrara-Zaccheroni-Delneri almeno ha avuto la scusa della retrocessione per farsopoli, mentre per il Milan la stessa farsopoli è stata solo una tiratina di orecchie prima di rivincere la champions. Io da sportivo juventino considero sempre il Milan come primo avversario da eliminare, per tutto ciò che ho scritto sopra, per la paura che incuteva negli anni 80 e 90: è veramente triste squallido un declino così repentino.

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