Football Americano Femminile

#day5

Ospedale.
A trovare un amico d’infanzia, uno di quelli che non hai mai perso davvero di vista e che in qualche modo finisce sempre coinvolto in quello che fai. È sul letto con abbastanza punti sul ventre da garantirsi la permanenza in Serie A, almeno per quest’anno. Sembra più piccolo, minuto. Mi sembra impossibile che Andrea possa essere più magro di quello che ricordo. Lo guardo e vorrei dire qualcosa d’intelligente, qualcosa per tirargli su il morale, so come ci si sente in un letto d’ospedale. Atterrato e bloccato li da una malattia che non puoi sconfiggere, da una partita che ti sembra tu non possa vincere.
Jim Valvano. Non so perché ma mi è tornata in mente la sua storia e quella di NC State e il titolo di basket NCAA del 1983. “Survive and Advance”, questo era lo slogan del CardioPack, una cenerentola capace di battere corazzate che schieravano giocatori come Michael Jordan, Hakeem Olajuwon, Clyde Drexler.
Un metodo per vincere si trova, fino a quando il cronometro non segna la fine, puoi sempre farcela…anche sulla sirena.
Anche da quel  letto, mi hai ripetuto che vuoi vedere le Lobsters giocare, devi alzarti da li in fretta, ti aspetto in campo a commentare con me, la tua e la loro avventura.
Finalmente il campo. Quello vero. Riflettori, erba sintetica.
Negli occhi mi ronzano le immagini dell’ospedale e non riesco a scrollarmi di dosso quell’odore che odio, quel tanfo di disinfettante e dolore. Le parole mi scivolano intorno, cerco i sorrisi, posso aggrapparmi a quelli.
S’inizia. Il gruppo delle ragazze sembra essersi assestato, in attesa del ritorno in massa delle veterane.
La preparazione inizia a farsi sentire, la fatica appesantisce le gambe e rallenta i riflessi.
C’è un nuovo coach, per la difesa. Le ragazze salutano Fabio.
C’è finalmente Georgina, il devastate e “dominant lineman” delle Lobsters. Te ne accorgi subito, perché finalmente Daniela ha un partner per gli esercizi tagliato a misura per lei. Te ne accorgi di lei soprattutto durante le partitelle, quando all’improvviso scuote le sue compagne di squadra con un perentorio: “Io sono autoritaria perché a me non piace perdere…io gioco per vincere”. Già, anche le partitelle. Mi piace questa attitudine, vincere sempre, non importa a cosa.
L’allenamento vola via, la partitella si scalda e c’è una bella atmosfera. La mia curiosità di vedere giocare davvero a football cresce di pari passo con il loro impegno.
Fischio Finale.
La squadra di Georgina ha vinto.
“Beh brave avete vinto il torneo della parrocchia”.
“Cos’hai contro i tornei della parrocchia?”, l’inconfondibile voce del lineman argentino arriva da fondo campo.
Georgina is back…so it’s Jesus.
Avrete bisogno di entrambi per vincere ancora il titolo.

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