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Le Cauldron Vert S01E07

È una furia, un moto implacabile di parole.
“Due cazzo di giorni e non mi hai detto una parola, credevo che fossimo soci, in due in questo affare.”

Ti massaggi il collo, ti sistemi di nuovo sulla tua poltrona e le lanci il cellulare.
“Davvero pensavi sarei andato a fare da clown in quel circo?… Cazzo ti sei bevuta il cervello?”
“Nell’unico club che si fregia di essere il più blasonato al mondo, dove l’allenatore non conta nulla e dove il presidente si permette di mettere bocca nella gestione tecnica. Certo, il mio posto ideale.”
“Dovevi comunque dirmelo, mi hai fatto fare la figura della scema.”
“Prenditi una birra e poi spiegami dove andiamo a prendere il talento che ci manca per vincere qualcosa con questa squadra”.

Non è mai stato un grosso problema trovare i giocatori adatti alla squadra, allo stile di gioco che hai in mente, più difficile almeno qui, è trovare il denaro per acquistarlo e convincerli a venire qui nella periferia del calcio che conta.
Ci provate e i risultati sono lì a dimostrarlo, in piena corsa per un posto in Champions League. Quanto reali sono le vostre ambizioni lo dirà la partita di oggi. PSG. Non si parla d’altro, per strada, sui giornali in tv, internet, perfino nelle chiese e nei conventi. Li hai guardati allenarsi, nervosi, insicuri. Hai urlato, imprecato, sferzato la tua squadra. Le notizie però continuano a rincorrersi, qualcuno ha saputo dell’offerta del Milan, tra manager, procuratori e giornalisti può essere stato chiunque a far trapelare la notizia. Leggi l’articolo al bar del centro sportivo, tra gli sguardi attoniti delle segretarie in pausa e del tuo staff tecnico. Ecco, ora capisci, leggendolo hai l’impressione di essere sul mercato di voler lasciare il club, senza nemmeno volerlo davvero. Non puoi schermare la squadra da questo, non ora che la notizie è pubblica. Alla riunione tecnica del venerdì non puoi parlare solo della partita. Non oggi.
Li guardi negli occhi questi ragazzi spaventati e insicuri. Lì seduti nelle loro maglie inzuppate dal sudore e sporca d’erba e fango, bevono ma cercano i tuoi occhi e le tue parole.
“Ascoltatemi bene”, devi essere convincente, ti devono credere. Devi essere onesto.
“Non andrò al Milan o al Montpellier o ad allenare una nazionale. Non ora , non adesso. ”
Qualche smorfia e qualche sorriso appena accennato. Bene, hai la loro attenzione.
“Sarò sincero, se domani mi chiamasse il Real Madrid, ascolterei cosa hanno da dirmi e lo fareste anche voi.”
Qualche sospiro, qualcuno si copre la testa con l’asciugamano e china il capo.
“Vi assicuro che se ci saranno novità sul mio futuro, voi sarete i primi a saperlo, lo saprete da me, non dai giornali. Ora pensiamo alla partita”.

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