Serie A

La Sardegna, il futsal, lo Shardana. La visione di Poddi

Poddi

Nella sezione Sport della pagina Wikipedia dedicata al comune di Oristano, figurano diverse discipline e società soprtive. Atletica, pallavolo, baseball, canoa, calcio, nautica rugby.
Una sola società di calcio femminile è elencata e del calcio a 5 neanche l’ombra.
Questione culturale? Mi chideo. Di semplificazione rispetto al numero degli atleti praticanti? O cosa?
Mi viene in aiuto Ignazio Poddi, presdente dello Shardana Futsal, di casa proprio ad Oristano. “Potremmo stare qui a parlarne per giorni delle problematiche relative allo sport e al calcio a 5 in questa regione. Non solo il bacino d’utenza è chiaramente ridotto rispetto alla penisola, ma dalle nostre parti il calcio a 5 è visto come uno sport “da vecchi”.

Il calcio invece è ancora classificato come sport per maschi. Viene da se che non molte ragazze scelgono di intraprendere questa avventura sportiva, soprattutto nell’entroterra. E’ difficile quindi creare quel nocciolo centrale per lo sviluppo di qualsiasi movimento sportivo che ambisca a puntare in alto: il settore giovanile”.

Un po’ come nel sud dell’Italia in un certo senso, ma solo un po’. “Un altro fattore determinante – mi spieda Ignazio Poddi – è la mancanza cronica di strutture. Noi, ad esempio, per poter partecipare al campionato nazionale, abbiamo fatto si che il palazzetto nel quale giochiamo rispecchiasse tutti i requisiti necessari. Ma se si gira per la provincia, sono davvero poche le strutture a disposizione. Viene da se che, se anche ci fosse uno slancio di entusiasmo, se anche ci fossero risorse umane ed economiche per mettere in piedi un progetto e ragazzi che scegliessero di intraprendere la disciplina, non si avrebbe un luogo nel quale sviluppare la propria idea”.

Per tutti questi motivi, la realtà dello Shardana Futsal contribuisce sì ad innalzare il numero di squadre sarde partecipanti ad un campionato nazionale, ma, in percentuale maggiore, cerca di proporre un’azione di sviluppo e miglioramento sociale. “Siamo nati proprio così – spiega il Presidente – dalla volontà di tirar via i ragazzi dalle strade, di dargli un’alternativa e un luogo nel quale divertirsi ma soprattutto crescere come persone. Offrendo anche al territorio la possibilità di migliorarsi. Il nostro sogno ora è proprio quello di riuscire a creare un settore giovanile femminile. E’ difficile, per tutte le motivazioni sopra elencate e per tante altre ancora. Ma se non ci prova nessuno, mai niente cambierà”.

C’è tutto l’orgoglio di un padre verso la propria creatura nelle parole del presidente Poddi, la spinta a fare ancora di più, ancora meglio. “Io non ho famiglia. Ad eccezione di mio padre e del mio cane, tutte le energie sono profuse per lo sport, la formazione dei ragazzi e lo Shardana. Ecco perchè questi colori, per me, sono una seconda pelle, letteralmente. E’ la mia famiglia. La famiglia Shardana”. Che siano una seconda pelle non è un modo di dire però.

Ignazio lo Shardana lo porta davvero tatuato addosso. “E’ stata una scommessa. Era la vigilia della gara decisiva che ci avrebbe portato in A2. Squadra composta da un gruppo di ragazze prevalentemente locali e già questo era una vittoria. Noi avevamo iniziato il campionato senza troppe velleità ma, una gara alla volta, ci siamo ritrovati ad un passo dal nazionale. E’ stato così che ho detto alle mie ragazze che, se avessero vinto e se avessimo conquistato la promozione, mi sarei tatuato lo stemma della squadra. Non ci avevano creduto, invece è stato proprio così. Una promessa mantenuta”.

Proprio per continuare a mantenere la promessa di crescita sportiva e sociale che la società oristanese ha affrontato qualche sacrificio in più per parteciapre con onore alla Serie B 23/24. “La società è nata da noi e vogliamo che duri nel tempo, che diventi una realtà affermata del territorio. Soprattutto per dimostrare alle bambine che possono diventare ciò che vogliono, slegate da ruoli di genere. Quest’anno ci siamo ritrovati a dover cambiare 7/12 di squadra, per svariati motivi. Allora perchè non puntare più in alto? Il nostro obiettivo rimane la salvezza da raggiungere quanto prima possibile. Vogliamo farlo però offrendo alle giovani calcettiste l’affiancamento di grandi professioniste della disciplina. Marchese, Pinheiro, Dasara, Canu solo per citare i nomi con una cassa di risonanza nazionale, sono ottime giocatrici e splendide persone. Sono felice di quanto stiamo facendo”.

Potremmo parlare ancora e ancora ma bisogna fare i check in per la trasferta di domani mi informa il presidente Poddi. “Ci attende il Ciampino, una squadra ben organizzata. Ciò che il campo racconterà lo vedremo solo al triplice fischio. Sono certo però – afferma Poddi – che non mancherà l’approccio mentate vincente, quello che ci ha permesso di non mollare mai e conquistare un pareggio importante nell’ultimo turno di campionato. Per come è arrivato – sottolinea – è stata una vittoria. Vogliamo divertirci e far divertire e, perchè no, essere un punto di riferimento o di ispirazione per quanti vogliono dar vita al loro sogno di sport nella nostra amata regione”.

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