Serie A

Alla scoperta di Praticò: “Cerco me stessa accanto a grandi campionesse”

Quando ero piccola e iniziavano ad allungarsi e scaldarsi le giornate, la domenica pomeriggio con tutto il calcio minuto per minuto alla radio sanciva l’ingresso ufficiale della primavera. A quei tempi Silvia Praticò non era ancora nei pensieri dei genitori. A distanza di 21 anni tante cose sono cambiate ovviamente, ma il calcio, anche se a rimbalzo controllato, è rimasto l’appuntamento fisso del giorno di festa della settimana.
Quindi mettiamo una domenica pomeriggio. Il PalaBadiali, il Città di Falconara, il campionato di Serie A e Silvia Praticò appunto.
Tornata al gol dopo un inizio di stagione ad appuntamento fisso, la “piccola di casa” ha rimpinguato il suo personale tabellino con due reti segnate. “Questa volta non di rapina – specifica – anche se ci ho provato eh”. Approfittatrice d’area, se così si può definire, un po’ di inzaghiana memoria. “Tornando seri, mentirei se dicessi che per me segnare o meno in una partita è indifferente. D’altronde essendo una giocatrice più offensiva penso sia normale, fare gol per me è l’emblema. Ciò non significa ovviamente, e lo sto ancora imparando, che segnare sia l’unica cosa importante. Se fai gol e ne fai prendere 2 non è il massimo – ironizza seriamente Praticò – quindi cerco di soffermarmi ancora di più sotto l’aspetto tattico in generale e difensivo, poi segnare fa sempre piacere, ma l’importante è certamente collaborare per i 3 punti in ogni singola partita”.

Cerca ancora il suo posto nel mondo la numero 5 made in Calabria, o per meglio dire il suo posto in campo. Un cammino fatto di tentativi, impegno, successi a volte, fallimenti a volte. “Ora come ora non riesco ancora a definirmi. Come dicevo mi ritengo sicuramente una giocatrice più offensiva che difensiva, motivo per cui vorrei fare passi in avanti sotto quest’ultimo aspetto e sicuramente anche sotto l’aspetto tattico. Cerco di farmi “ influenzare” positivamente dagli esempi che ho accanto, vedi Taty, Rafa, Isa ed Erika che da due anni “stresso” per rubare quanto più posso da loro”. Questione di volontà ed imitazione. Si può rubare tutto, fintanto che la declinazione del termine rimane sotto il segno positivo. Un gol, così come attitudine e segreti di gioco.
Fuori da ogni stereotipo, scoprendo se stessa. A volte si vince, a volte si impara.

Quando capita la sovrapposizione dei piani di significato, allora la domenica diventa una grande giornata. Soprattutto se la vittoria arriva ai danni della Lazio, da sempre pungolo al fianco del Falconara. “Le partite con la Lazio non sono mai semplici. In più non avevamo Rafa al massimo. Per noi era fondamentale continuare il trend positivo quindi siamo entrate con l’unico obiettivo dei tre punti. Dopo un primo tempo tirato siamo riuscite a sbloccarci e da lì siamo riuscite ad esprimerci al meglio”. Riconoscere il valore dell’avversario per prendere consapevolezza del proprio. Ma non solo. Perchè si gioca contro, ma nel grande meta mondo del futsal si gioca spesso tutti insieme. “Proprio per questo, permettimi di dare un bentornata a Cecilia Barca. Quando ero piccolina il binomio Barca-Grieco è sempre stato motivo di ispirazione ed avere l’opportunità domenica di giocare a tutti gli effetti, “contro “di loro, è stato davvero bello”.

Si torna subito sui banchi di verifica però, non c’è troppo spazio per i sentimentalismi. Domenica, in diretta Sky, ci sarà il Tikitaka ad attendere le campionesse D’Italia. “Eh – sospira pensando alla gara – sarà una gran bella partita. Credo di presenti da sola. A mio avviso arriviamo al fischio d’inizio in un buon momento, senza dubbio con la voglia di fare bene visto l’avvicinarsi della parte più importante e bella della stagione”.

Ad ospitare la gara, il parquet del PalaRoma, campo che solo qualche settimana fa Silvia Praticò ha percorso con indosso i colori della Nazionale. “Sarà scontato dirlo ma per me la nazionale è qualcosa di inspiegabile. Mi ritengo tanto fortunata a vivere emozioni come quella della doppia amichevole disputata a marzo.

Ovviamente se da un lato è un’emozione continua, dall’altro è sempre uno stimolo enorme, anzi Lo stimolo. Indossare quella maglia e sentire l’inno mi mette sempre, letteralmente, i brividi”. Non scevra da timori. “La paura di fallire e diventare come un Lanzafame qualunque è sempre lì, credo per via della mia giovane età ed esperienza. Ma allo stesso tempo mi sprona a migliorarmi sempre, a lavorare sotto quanti più punti di vista possibili, per realizzarmi come giocatrice e come persona”

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