Serie A

A tutto Praticò: tra U19 e prima squadra, al servizio del Città di Falconara

Sul Devoto Oli, alla voce “testardaggine”, potrebbe tranquillamente leggersi “qualità o atteggiamento di Silvia Praticò”.
Calabrese, vent’anni, nata nei primi giorni disponibili del 2002, pivot, in forza al Città di Falconara, under e senior.
Per la prima volta lontana da casa” tiene a specificare Silvia. Grazie alla sua testardaggine appunto.

Non so da cosa sia nata la passione per il calcio, anche perché nella mia famiglia nessuno ne è patito. Ho scoperto che mi piaceva come sport, durante un campo estivo nel 2011. Da lì ho passato un anno a cercare di convincere mia madre a mandarmi a scuola calcio. Fortunatamente, dopo tante insistenze, anche lei ha capito che giocare mi rendeva felice, così ho iniziato la scuola calcio per poi approdare, con la stessa società, in Serie C. Successivamente è arrivato il Lamezia e poi il Città di Falconara“.

praticò

La scelta di lasciare tutto e raggiungere le Marche? Tanto misteriosa quanto provvidenziale. “Non so come ci sono arrivata a Falconara. Erika Ferrara suggerisce sia stato per via della sua presenza. Scherzi a parte, davvero non so dirti perché ho preso questa decisione. Quello che so è che è una scelta che rifarei senza ombra di dubbio perché Falconara è un’opportunità, tanto grande quanto responsabilizzabile. Se da un lato è una chance per crescere, dall’altro devo essere brava a sfruttarla nel migliore dei modi. Ma è anche una sfida con me stessa perché è la prima volta che esco dalla mia confort zone, a dieci ore da casa, in una categoria di alto livello e perché è tutto nuovo.

Per la prima volta mi trovo ad affrontare grandi difficoltà che so mi aiuteranno ad essere una giocatrice e una persona migliore. Spero quindi di saper sfruttare tutto questo nel migliore dei modi“. Ed è chiaro come la luce del sole, che Silvia Praticò sia una giovane promessa della disciplina made in Italy.

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Tornando alle definizioni da vocabolario, sotto Silvia Praticò 21/22 – voce che il Devoto Oli non ancora contempla, ma mai dire mai –  si potrebbe tranquillamente leggere “sinonimo di soddisfazione”. “Fino ad ora – si affretta a sottolineare la numero 5 – E’ pur sempre un bilancio parziale, anche se molto positivo, sia sotto l’aspetto umano che sportivo. Qui ho incontrato un gruppo di giocatrici eccezionali, con un’esperienza ed importanza nel movimento veramente rilevante. Trovarmi bene, come mi sto trovando io, non è una cosa scontata. Certo, non mancano le cosiddette bastonate, ma so perfettamente che sono fatte solo per il mio bene. Quindi le accetto. Anzi, paradossalmente le voglio, perché sono correzioni che mi aiutano a crescere. 

Non ho nulla da eccepire neanche dal punto di vista sportivo. So benissimo che, come giocatrice, ho da lavorare non tanto, di più. Sono contenta di avere un buon minutaggio, visto il mio livello di esperienza in Serie A. Minuti che, in tutta sincerità, non mi aspettavo. Quindi, è tutto bello, ma il campionato è lungo e anche il mio cammino. Spero solo di aver percorso passi buoni nel mio percorso di crescita potenziale fino ad ora, così da poter avere coscienza di non aver sprecato l’occasione d’oro che sto avendo ora, perché so che sono cosa rara. Allo stesso tempo, mi auguro di non essere ancora arrivata ad un buon punto della mia carriera, perché il contrario vorrebbe dire avere margini di miglioramento contenuti“.

 

Forse anche il termine “logorroico”, avrebbe “Silvia Praticò” come definizione. Ma, in un mondo dove troppo spesso la voce delle giovani donne non viene ascoltata, perdersi e ritrovare Silvia dentro i suoi racconti, è solo un piacere. Ascoltandola, mi rendo facilmente conto, ancora una volta, di quanto la comprensione sia capace di operare cambiamenti radicali nel corso della vita. Quante volte abbiamo avuto la fortuna di dire “mi sento finalmente capita/o”? Ce la ricordiamo la sensazione? E vale in tutti gli ambiti. Come nello studio ad esempio.

Ecco che si comprende la motivazione alla base della scelta universitaria di Silvia. “Medicina. Non ho mai avuto un rapporto bellissimo con la scuola e lo studio. Ero una terza calda da ragazzina, come si dice, e i miei erano disperati per le mie prestazioni scolastiche. Fino al terzo superiore. E’ stato allora che ho incontrato alcuni professori capaci di comprendermi e farmi appassionare. Studiando i legamenti del ginocchio, mi sono resa conto che quello era un argomento che mi piaceva e da quel momento ho iniziato ad impegnarmi al massimo per entrare a medicina. Sono veramente felice di quello che sto facendo della e nella mia vita“.

Testardaggine dicevamo. Come quella che porta a provare tiri liberi alla fine degli allenamenti. “Devo evidentemente continuare però”. L’occasione di fare centro da tiro libero, era nei suoi piedi domenica nella gara contro il Sassari. Non è andato a segno, ma non ci si dispera affatto. “So che se non provo, non riuscirò mai. Sbagliare fa parte del gioco e del processo di apprendimento. Sono soddisfatta generalmente della mia prestazione, migliore di quella dell’andata. Quello che vorrei è riuscire a giocare ancora meglio. Ancora e ancora“.

Le occasioni per poterlo fare sono molteplici: domenica contro il Granzette e, ancora prima, nel doppio impegno che vede le baby citizens affrontare l’FB5 prima e il Perugia poi. Ma andiamo con ordine. “Non ho mai affrontato l’FB5, non so bene cosa aspettarmi. Contro il Perugia, invece, ricordo bene la gara d’andata. Per questo mi aspetto una partita molto fisica e combattuta, senza dubbio bella da giocare. Siamo una squadra che sta migliorando tanto, che sta lavorando molto soprattutto in vista delle Final Eight, che personalmente non vedo l’ora arrivino.

Dopo questi due appuntamenti, giovedì e sabato, domenica sarà il turno del Granzette. Dire che non è una partita semplice potrebbe sembrare scontato e suonare come una risposta base del libro delle risposte sportive. La verità però è che il Granzette ha un gioco che mi piace molto, sia noi che loro cercheremo di conquistare tre punti importanti. Inoltre noi giocheremo senza Janice e Fifò, ancora impegnate in nazionale. Sarà una gran partita, sicuramente. 
Ci stiamo preparando bene, finalmente siamo tornate ad allenarci con regolarità, dopo aver passato un periodo fin troppo impegnativo con partite ogni tre giorni, molto spesso in trasferta“.

Se ci si aggiungono anche gli allenamenti per la under 19 (e lo studio), la settimana diventa totalmente full. “Far parte di due squadre allo stesso momento, non è esattamente la cosa più comoda del mondo a livello di tempistiche. Per dirne una, il giovedì sera giochiamo il campionato under 19 e il venerdì abbiamo doppia seduta con la prima squadra. Quindi è complicato, anche per le diverse esigenze dei due mister e delle due formazioni. Se è vero che la linea d’azione è comune, il percorso per raggiungere gli obiettivi è chiaramente differente. Coniugarli non è semplice ma stimolate. D’altro canto, ho sempre voluto fare un campionato del genere, era proprio un mio obiettivo personale, quindi sono felice di far parte di entrambe le realtà. Così facendo, inoltre, ho una continuità in termini di minutaggio che in A non ho, per ovvie ragioni“.

Gli appuntamenti sono imminenti, come detto si parte già questa sera. L’U19 vuole bissare l’ultimo risultato positivo arrivato in trasferta, la prima squadra continuare sulla scia positiva incrementata a Sassari, Silvia non vuole perdere l’appuntamento con il suo futuro. D’altro canto, è testarda no?

 

 

 

 

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