Vivere lontano dal mare, per quanti con il mare ci nascono, è cosa pressoché impossibile.
Personalmente ho sempre pensato e dichiarato di non riuscire a farne a meno. Per riuscirci, dovrebbe esserci una ragione più che valida, una motivazione fortissima alla base.
Ascoltando Jessica Exana, su quell’asse Pescara-Milano sempre più percorso in questi giorni, le mie convinzioni al riguardo trovano un’ulteriore conferma.
“Ma come si trova una sarda a Milano?” le chiedo prima di qualsiasi altra cosa. “Molto meglio di quanto mi aspettassi“. Mi spiazza come avesse calciato un rigore nell’angolino opposto rispetto al palo sul quale mi sono tuffata cercando di parare il suo tiro. Fortuna che non sono un portiere.
“Certo che mi manca il mare, ma vivendo fuori casa praticamente solo l’inverno, la mancanza è più sopportabile. Inoltre a Milano mi trovo bene, è una città che offre molto, oltre a darmi la possibilità di praticare lo sport che amo“.
Eccola la motivazione. Ecco cosa spinge Jessica a fare a meno della sabbia e della salsedine. Pensandoci, credo che sia un motivo estremamente valido, oggi più che mai, considerando che la Kick Off sta giocando le proprie carte in una doppia (o tripla) sfida contro il Montesilvano, per conquistare una finale scudetto tanto desiderata.
Il primo confronto tra le due compagini ha riservato dell’eccezionale, nel senso che un pareggio a reti bianche nel futsal è cosa rara. “E’ stata una gara estremamente intensa” dichiara la numero 11 all back “Una gara equilibrata, un pareggio è un risultato che poteva essere previsto. Di certo non avrei mai pensato ad un pareggio a reti inviolate. A veder bene, però, siamo due squadre con due ottimi portieri, giocatrici che sabato hanno dato sfoggio di tutta la loro bravura“.
Reparto portieri a parte, Exana analizza con occhio critico l’incontro. “La nostra prestazione generale non è stata delle migliori. A fronte di una fase difensiva ben espressa, quella offensiva è stata meno incisiva. Di conseguenza non sono pienamente soddisfatta neanche della mia prestazione personale. Si può fare sempre meglio, c’è sempre qualcosa in più da poter dare. A margine di questo però, credo che a questo punto della stagione, in una semifinale scudetto, la fatica diventi un fattore da considerare e saper gestire con intelligenza“.
E con la fatica bisogna fare presto i conti perché domani sera si tornerà in campo per il fondamentale appuntamento con gara2, partita che la sandonatese d’adozione vede così. “Immagino sarà una gara molto dura, ancora più intensa di gara1. Sia noi che il Montesilvano vogliamo portare a casa il risultato e per farlo, in campo prenderà vita una vera e propria guerra sportiva. Sarà un bellissimo spettacolo per il nostro sport, ne sono sicura.
Come sempre, la differenza la faranno i piccoli dettagli: chi sbaglierà meno, chi arriverà prima sulla palla, chi avrà più voglia e fame di vittoria“.
Questa volta, saranno le mura amiche del Pala Seven Infinity di Gorgonzola a vedere il rimbalzo controllato di Kick Off e Montesilvano. Un vantaggio? Non sempre secondo Exana. “Per molti giocare una gara potenzialmente decisiva in casa, potrebbe essere un vantaggio. Io credo che sia un fattore importante si, ma non fondamentale, soprattutto in questo momento che vede le partite disputarsi a porte chiuse.
Per noi, ciò che può essere considerato un paradossale vantaggio è il non aver potuto disputare la Coppa Italia. E’ stato devastante per tutti, atlete e staff. Ma aver superato questo periodo difficile ci da una motivazione in più per provare a vincere e sognare in grande. Daremo tutto sul campo“.
Il desiderio di riscatto si unisce ad un morale alto di squadra. Come detto, è una questione di motivazioni.
Personali e di gruppo. “Siamo cariche e tranquille. Abbiamo utilizzato questi ultimi giorni di preparazione per curare quei piccoli particolari per poter arrivare alla gara nel modo migliore, sia fisico che mentale”. Non solo con l’allenamento in campo “abbiamo sfruttato anche il tempo libero in funzione di mercoledì sera.
Allenarsi è importante, ma ricaricare le batterie riposandoci e trovando il modo di passare insieme del tempo di qualità fuori dal terreno di gioco, è ugualmente rilevante. Siamo atlete malate di futsal, ma siamo anche donne che trovano nelle piccole cose il modo di rimanere concentrate senza essere sopraffatte dal peso della competizione“.
