Serie A

Isa Pereira, da Porto con furore: “con il CdF voglio dare il meglio”

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Dalle rive del Duero, passando per le saline di Margherita di Savoia.
L’arco ionico tarantino, per approdare infine sulle rive adriatiche di Falconara. Un lungo percorso geografico costellato di esperienze, sport e futsal quello che ha portato Isabela Leonor Ferreira do Outeiro Pereira a vestire la 16 citizens.

La mia storia parte da un paesino vicino Porto. Fin da piccola sono stata appassionata di sport, non solo calcio, ho sempre voluto praticarlo. Ricordo che seguivo con grande interesse le Olimpiadi e, con lo spirito che anima una ragazzina ambiziosa e con tutto il futuro davanti, volevo diventare una professionista in ogni disciplina. L’amore non sai quando arriva e dove ti porterà ed è così che il futsal è stata la mia scelta di vita. Ho sempre giocato in squadre di Porto, anche quando frequentavo l’università a Braga. E’ proprio in quegli anni che è arrivata la chiamata dall’Italia.
Sapevo che sarebbe stata un’opportunità unica. Così ha pensato anche la mia famiglia e, con loro, ho deciso di fare le valige e seguire il mio sogno“.

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Dentro quel campo Isa si trasforma. “Fuori dal rettangolo di gioco sono una persona molto tranquilla, forse a guardarmi non si direbbe. Quello che non cambia è la mia testa dura – afferma con un sorriso -. Nella vita come nello sport non sono mai soddisfatta di quello che faccio. Sono perennemente in crescita“. Una crescita fortunata se la si ascolta raccontare. “Anche se non ho mai vinto nulla di importante, tanti sono i momenti che mi rendono orgogliosa. Tra tutti c’è sicuramente l’aver rappresentato la Nazionale universitaria del mio Paese che, certo, non è la Nazionale. Mi ha resa capace però di vedere come potrebbe essere indossare quella maglia, immaginare come può essere giocare per difendere sportivamente, la propria nazione. Un altro momento felice è senza dubbio aver vinto campionato di serie a2 e coppa con la Salinis. Era il mio primo anno in Italia e come inizio non è stato niente male. Inoltre ho avuto e ho il privilegio di giocare con giocatrici veramente forti, dalle quali provo ad imparare ogni giorno qualcosa, anche se a volte sembra che non ascolto perché sono una testa dura“.
Aveva detto di non essere mai soddisfatta no?

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Non c’è però traccia di rammarico nelle scelte operate dalla portoghese fino ad ora. “Non ho nessun rimpianto. Ogni squadra nella quale ho giocato mi ha fatta crescere. Ciò che sono oggi è il risultato di quel percorso. Non significa certo che sia stato sempre tutto facile. I momenti di difficoltà ci sono sempre, così come nella vita anche in campo. A volte mi è capitato di mettere in dubbio alcune scelte, soprattutto quando mi sono ritrovata lontano da casa e dalle persone che amo. Mi sono chiesta se ne valeva davvero la pena. La risposta però è sempre stata un “Si”. Credo che mettersi in discussione sia necessario per valutare, di volta in volta, se la strada intrapresa sia effettivamente quella giusta. In quei momenti, cerco di cambiare la prospettiva con cui guardo agli avvenimenti della mia vita. Così da non avere un solo punto di vista, ricordandomi sempre della grande fortuna che ho, quella di aver fatto della mia passione, il mio lavoro“.

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Passione e lavoro, intensità e impegno, sono gli ingredienti con i quali Isa contribuisce alla ricetta del Città di Falconara. Non sempre le cose si amalgamo nel modo giusto però e così, causa un turno di squalifica, ha dovuto seguire le sue compagne dagli spalti nella difficile partita contro la Lazio. “E’ stato durissimo vedere la gara da fuori. Una partita difficile, ma ce lo aspettavamo. Equilibrio credo sia il termine che meglio descrive il primo tempo, anche se abbiamo creato alcune occasioni, la Lazio è riuscita a neutralizzarle. La musica è leggermente cambiata nella ripresa, siamo riuscite a far girare più velocemente la palla correndo pochi rischi. La chiave per la vittoria credo vada ricercata nella reazione all’immediato pareggio laziale dopo il gol di Guti. Vivere questa manciata di secondi dalla tribuna è stato difficilissimo, sentivo che da un momento all’altro avrei avuto un attacco cardiaco – scherza-. Era tangibile però la voglia di vincere, la grinta delle mie compagne traspariva chiaramente, per questo ero fiduciosa. Il risultato ha dato ragione alle mie sensazioni“.

Torna ora a disposizione di mister Neri per la tredicesima giornata di campionato, nella quale le strade si intrecciano di nuovo con i colori rossoblu dello Statte. “L’Italcave Real Statte rappresenta l’inizio della mia avventura nella massima serie. Con loro ho vissuto due anni meravigliosi, pieni di opportunità. Ho ricordi molto belli con quella maglia addosso e per questo posso solo ringraziare.
La prima volta che l’ho affrontata da avversaria è stato un po’ strano, forse non ero ancora abituata all’idea del cambio di squadra oppure semplicemente le esperienze in Puglia erano ancora troppo fresche. Oggi la squadra è molto diversa da quegli anni. Rimane il profondo rispetto che nutro nei confronti di una società seria come lo Statte e la consapevolezza della solidità della loro rosa di quest’anno. L’obiettivo domenica sarà l0 stesso di sempre: giocare al meglio per poter vincere“.

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Così come contro la Lazio, anche la gara interna contro le pugliesi sarà tesa e giocata fino all’ultimo. “Se pensiamo all’andata, dove abbiamo vinto a pochi secondi dalla fine, e al percorso dello Statte fino ad ora, sappiamo bene che fino all’ultimo secondo la partita potrebbe essere in bilico. A casa loro abbiamo subito alcune ripartenze che ci hanno destabilizzato. L’obiettivo sarà riuscire a fermare il loro gioco senza concedere l’opportunità del contropiede, la loro caratteristica migliore. Dalla mia – dichiara in chiusura – spero di ritornare in campo al massimo della forma ed essere l’aiuto in più che purtroppo è mancato nell’ultima partita“.

 

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