Caffè Corretto

Siamo pronti a ripartire? S01E33

Ci sono date fissate, ci sono I gironi, ci sono quasi le squadre e c’è questa generale fiducia che ad Ottobre avremo un palazzetto, addobbato a festa pronto ad accogliere il folto pubblico che saluterà il “restart”, con tanto di cinque al posto della esse, del futsal nazionale. Almeno per quanto riguarda al Serie A maschile.
Sappiamo tutto, o quasi del Piano A, mi chiedo cosa ci sia nel Piano B, così un po’ perché sono curioso e un po’ perché sono un appassionato che si chiede se deve trovarsi una alternativa al calcio a cinque, qualora il Covid-19 nella sua edizione 2k20 tornasse a colpire duramente.
La Serie A Femminile di calcio a 11 ha un piano contingente, pronto all’eventuale ritorno di una pandemia da controllare e non incontrollabile. La pallavolo ha un piano d’emergenza, il basket anche e pensate un po’, il baseball non ne ha bisogno perché è già ripartito insieme alla sua compagna di viaggio al femminile, il softball.

Seguo il Saronno Femminile e soprattutto Chiara Giudice, che nonostante non stia brillando in questo momento della stagione sembra però essersi adattata al suo nuovo ruolo di prima base. Ha messo in campo una difesa solida, anche se la difesa non esiste nel baseball e buoni numeri in attacco. Stile impeccabile, nell’approccio mentale alla gara e in quello da fashion model, in molte delle calcettiste che calcano I campi della Serie A di futsal dovrebbero quantomeno provare ad imitare questa ultima caratteristica.

Nella Serie A Femminile mancano almeno 30 posti da titolare, non vedrò molte della protagoniste alle quali ero abituato e non ne scoprirò di nuove. Il futsal femminile in Italia è così, scommette poco sulle giovani, ammesso che ci siano e va spesso sull’usato sicuro anche se è usato moltissimo, quasi vicino alla rottamazione. Non si vive di solo futsal e per tutti quelli che vi raccontano che i giovani abbandonano perché non si investe su di loro, vi raccontano una bugia. In questo momento storico i giovani preferiscono il lavoro con un contratto a tempo indeterminato all’insicurezza di una carriera che resta sempre molto corta. Le ragazze invece per ora in molte preferiscono le compagne arcobaleno alla competizione vera, le ambizioni quelle non si controllano e se questo resta un hobby per molti atleti forse è colpa di quei dirigenti che lo trattano come tale.

Si naviga a vista, inutile negarlo, non potrebbe essere altrimenti, non ci sono mappe di riferimento, non ci sono esperienze pregresse, è un terreno inesplorato per tutti.
Ci sono quelli che agiscono come se nulla fosse, spendono e spandono e ballano come se la musica non dovesse mai fermare e invece s’è già fermata una volta ma è bastato non pagare e tutto è tornato a posto, anzi “ho risparmiato” e via così.
Alcuni sono sinceramente preoccupati, altri approfittano della situazione per strappare contratti capestro e che poi già a firmarlo l’accordo economico sembra che sei fortunato e anzi ti fanno un favore.
La fiducia è una merce pericolosa da maneggiare e di “fidati” è lastricata la strada di tanti presidenti non eletti.
Abbiamo anche un tour del candidato, “Vota Antonio” come recitava Totò e aspetto di conoscere anche la possibile data di questo momento importante per una organizzazione complessa come quella della Divisione Calcio a 5.
Scrivanie da spartire, qualcuno si sente già seduto al suo posto di comando e poi ci sono quelli che s’aspettano di trovare ospitalità nell’ennesimo incarico inventato.

17 Oct 1999: Vincenzo Montella of Roma holds off Paolo Montero of Juventus during the Seria A match at the Stadio Olimpico in Rome, Italy. Juventus won 1-0. Mandatory Credit: Claudio Villa /Allsport

Volge per fortuna al termine quell’orrendo periodo dei “colpi” di mercato, anche se i giocatori protagonisti dei titoli roboanti faticano spesso ad allacciarsi gli scarpini e poi ci sono quelli che non hanno i piedi direttamente assemblati alla Breda.
C’è una tendenza, inversamente proporzionale alla categoria, da parte degli “uffici stampa” a strillare al vento del web gli ingaggi degli atleti durante la pausa estiva. Ci saranno almeno una decina di “The Wall” nei vari campionati e per fortuna che Samuel è vivo e vegeto e non deve rigirarsi nella tomba. A rifletterci un attimo, non è nemmeno un complimento, Walter Samuel aveva due tombini al posto dei piedi, la tendenza a prendere a calci qualsiasi cosa s’agitasse nella sua zona senza troppi complimenti. Lo sguardo da duro aiutava l’argentino a intimorire l’avversario, non solo fisicamente. Però ammettiamolo, se sei davvero un rude difensore centrale, come Pasquale Bruno e Pablo Montero non hai bisogno di un soprannome è il tuo stesso nome a definire il ruolo.
Liliam Thuram non aveva bisogno di soprannomi così come Varane, tanto per citare un altro francese. Perché non ho usato come esempi giocatori di futsal, perché non me ne vengono in mente probabilmente per mia ignoranza, che faccio sempre in tempo a colmare e poi perché se chi scrive le veline da ufficio stampa usa soprannomi presi dal calcio, non è certo a mio detrimento ma dell’intero movimento.

C’è l’idea geniale della NBA di mettere al posto degli spalti vuoti degli enormi schermi, che proiettano spettatori vip che guardano la partita da casa ma anche semplici tifosi opportunamente selezionati. I giornalisti sono protetti a bordo campo dalle pallonate da un muro di plexiglass, così non temono per la vita e per l’incolumità della loro attrezzatura e quello è uno sport che si gioca con le mani. Pensate al rischio di veder volare il proprio computer in campo dopo che è stato colpito da una violenta spazzata di un giocatore. Fatto avvenuto davvero, Final Eight a Pescara una manciata di anni fa. Guardo troppo lontano, troppo avanti, meglio restare con quelli che si lamentano del microfono durante i time-out, che pensano che il merchandise sia impossibile da vendere e che meglio non fare niente tanto fallisce tutto.

Sfoglio i siti delle leghe di esport, quelle che organizzano tornei, FIFA 21 è ormai alle porte e tanto vale organizzarsi, c’è anche qualcosa per NBA2k21. Molti dei tornei al momento disponibili sono riservati ai FPS (First Person Shooter) non sono faccio veramente schifo in quel genere di titoli, non mi hanno nemmeno mai appassionato. Insomma sono alla ricerca di titoli intorno ai quali assemblare un gruppo competitivo di giocatori da riunire sotto la tag [AGS].
Guild Wars 2 potrebbe essere anche un titolo sul quale fare affidamento, free to play all’inizio, “buy to play” nella seconda parte, certo solo per PC ma insomma non si può avere tutto nella vita.
Leggo ancora distrattamente di idee innovative, di parole che finiscono con la a accentata e intanto guardo il futuro sorpassare il futsal, troppo impegnato a restare calcetto, perché così quelli che ci sono da sempre riescono ancora a comprenderlo e controllarlo.

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