Serie A

Virginia Atzori: “Il futsal è vita e per me significa FFC”

Letteralmente in attesa alla finestra da settimane, la stagione 2019/2020 di futsal ha potuto finalmente dirimere la sua incognita più grande: il consiglio federale ha sancito lo stop di tutti i campionati dilettantistici, calcio a 5 compreso.
Per mesi società, calcettiste e addetti ai lavori hanno sperimentato un tempo sospeso tra un “dovrei” e un “potrei” istituzionali, immergendo in un limbo d’attesa anche il rimbalzo controllato del pallone.
Ha vissuto sospesa così anche Virginia Atzori, pivot del Futsal Femminile Cagliari: “Il campo e il futsal mi sono mancati, mi mancano e mi mancheranno, come a tutti credo, mi considero fortunata però ad aver avuto la possibilità di non smettere mai di lavorare in questi mesi tanto complicati. E’ difficile dover stare lontano dai campi e non potersi allenare con la squadra ma la società per tutto questo tempo non ci ha mai fatto mancare il proprio sostegno curando i nostri allenamenti personali nei minimi dettagli grazie ad un programma studiato appositamente settimana dopo settimana.”
Seppur organizzato e costante, l’allenamento casalingo non è riuscito a surrogare in alcun modo la realtà di squadra, fatta di vita di campo, gruppo, programmazione e partite.
Credo che il termine che più contraddistingua ogni ambito della vita da marzo ad oggi sia “mancanza”. E’ così anche per Virginia: “Mi manca molto la quotidianità che vivevo prima della pandemia: le giornate programmate in funzione degli allenamenti, la fantasia nel cercare l’incastro giusto con il mio lavoro. Trovarsi poi, all’improvviso, senza la domenica è stato molto difficile da affrontare. Riunirsi per la gara, entrare nel palazzetto, calcare il parquet e vedere il pubblico in tribuna che tifa per noi è un rito che carica di adrenalina e passione e doverci rinunciare ha reso il già difficile periodo, molto complicato da vivere.”

Arriveranno tempi migliori anche per il futsal e, nell’attesa, ci si consola con quanto di buono la stagione ha portato: “Il bilancio del campionato fino allo stop imposto dall’emergenza coronavirus non è poi così male. Abbiamo avuto qualche battuta d’arresto evitabile, è vero, ma abbiamo comunque centrato l’obiettivo principale, la qualificazione in Coppa Italia. Una grandissima soddisfazione per tutto l’ambiente e una competizione che attendevamo con impazienza perché abbiamo lavorato duramente per entrare a far parte delle prime otto della classe. Non potevo chiedere di più. Anche se non ci è stata data la possibilità di competere, sicuramente questo traguardo farà da volano per il futuro ritorno in campo.” Un ritorno in campo che per Virginia non può che essere a tinte rossoblu: “Il Futsal Femminile Cagliari per me è sinonimo di Famiglia. Tante volte ho avuto la possibilità di percorrere altre strade sportive ma ho scelto di rimanere a Cagliari perché al cuor non si comanda e il mio è rossoblu”.

Verrebbe facile ora pensare al futuro, a ciò che sarà e soprattutto a come sarà, ma, secondo la numero 27, si potrebbe perdere di vista la valenza dell’oggi: “Vista la surreale realtà che ci siamo trovati ad affrontare a livello globale e a tutte le difficoltà che stiamo affrontando e che ancora affronteremo, preferisco vivere il presente un giorno alla volta. Il futuro? Arriverà il tempo per pensare e lavorare per ciò che sarà, ma di una cosa sono sicura: voglio indossare la maglia del Futsal Femminile Cagliari anche il prossimo anno”.
Non c’è chiusura di campionato che tenga, per Atzori il futsal è sinonimo di vita: “Non potrei fare a meno di vivere tutte quelle emozioni che il parquet ti regala ogni volta che lo calpesti. E’ un posto nel quale tutti i problemi della vita quotidiana si dissolvono mentre le emozioni, amplificate all’inverosimile, ci trascinano, ci fanno vivere. Rabbia, gioia, sconforto, esaltazione. In quaranta minuti si riesce a sperimentare tutta la vasta gamma dei sentimenti che ci rendono vivi. Tutto questo è parte della mia vita, è un sentimento sempre nuovo, è la consapevolezza di fare parte di un gruppo, di un tutt’uno sportivo: tutti con lo stesso sogno, tutti con la stessa passione”.

Se è vero ci sarà tempo di pensare al futuro, l’auspicio di Virginia per la disciplina è molto chiaro: “Vorrei che il calcio femminile, nello specifico il calcio a 5, venisse considerato e avesse lo stesso valore di quello maschile. Uomini o donne, facciamo lo stesso lavoro, lo facciamo nella massima categoria nazionale, lavoriamo duramente ogni giorno per raggiungere gli obiettivi societari”.
Che sia concluso il campionato poco importa, il desiderio di uguaglianza scavalca i confini puramente tecnici della stagione: “Tutto quello che vorrei è che non ci fosse un noi e un loro, che non ci fossero distinzioni e disparità di trattamento, per poter far crescere la disciplina nella sua interezza”.

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