Potevo continuare a scrivere queste cose in “Caffè Corretto”?
Oppure no, è prevalsa questa seconda possibilità, quindi serviva un titolo, per questa serie di racconti, per un diario di viaggio che volevo scrivere. Sarà anche un lavoro a più mani, anche di quella alla guida che è meglio che controlli lo sterzo invece di scrivere, almeno fino a quando siamo in viaggio.
Questa canzone di Ivano Fossati, datata 1979, è anche la canzone che ci accompagna ogni anno al Lucca Comics and Games per l’unica “vacanza” che ci concediamo ogni anno.
Leggete il testo e capirete perché.
Vacanza, la chiama così Federica, io torno sempre più stanco di quando sono partito e quindi ci metto le virgolette tutte le volte che devo scriverla.
Troppe cose da vedere e troppi chilometri da percorrere in quella che gli inglesi ho scoperto chiamano “Walled City”. Un nome che fa tanto “città proibita”, Pechino, Cinesi.
Una vacanza questa che mi ha fatto scoprire che il Coni ha deciso di occuparsi di “giochi eletronici” con esattamente questa dicitura che fa tanto autarchia e ventennio fascista e Istituto Luce.
Ha affidato il timone della nascente FederEsport al settandueenne (72) Michele Barbone, attuale presidente della FIDS, federazione italiana danza sportiva.
Esattamente così. Se non fosse tragico, sarebbe probabilmente comico.
In una saletta attigua al caffè di Palazzo Ducale c’è stato a Lucca l’annuncio ufficiale della nascente federazione sportiva. Necessità che il CONI ha sentito di far sua in vista delle olimpiadi del 2024. In quell’edizione i videogame saranno disciplina dimostrativa, non il futsal di Batman ma nemmeno quelli di Paperino.
Non si sa bene quali titoli e con che formula, sappiamo però che probabilmente saranno una replica di sport tradizionali già presenti nel panorama olimpico, fatta eccezione forse per l’automobilismo. Poche informazioni dettagliate, molte generiche.
Sappiamo che gli atleti che aderiranno alla federazione italiana ufficiale saranno dei dilettanti, quando la maggior parte degli atleti attualmente all’apice del loro esport sono dei professionisti regolarmente contrattualizzati.
Scelta giustificata dalla natura dello sport che deve restare nel coni “dilettantistico” e non legato a società di capitale. Noi seguiamo professionalmente uno sport dilettantistico e vorremmo tanto che le società diventassero responsabili dei loro capitali e non si dissolvessero al sole con la stessa facilità con cui si annuncia ingaggi fuori dai limiti della LND.
Presenti all’incontro un annoiato giornalista della gazzetta dello sport e un ragazzo tra il pubblico che si è presentato come caporedattore per il portale che si occupa di esport chiamato “mimangiolaparolecosìnoncapite” e poi ha detto di essere collaboratore del corriere dello sport, un po’ come sei io avessi detto che scrivo per il Washington Post. Ragazzino che aveva una vaga idea di quello di cui parlava ma le sue domande sono state interessanti come un comunicato stampa della mai compianta Pravda.
Quando c’è stata occasione finalmente per gli addetti ai lavori di fare delle domande, si è palesata l’impreparazione della maggior parte dei presenti e vi risparmio il presidente di un circolo sportivo locale che non considera gli esport giochi con paragoni che nemmeno un uomo di Cro-Magnon riuscirebbe a fare. Dopo le prime quattro e quasi innocue domande all’improvviso il presidente della Federazione di Danza Sportiva ha manifestato l’urgenza di attendere a un incontro successivo, urgenza che non si era però manifestata nel lungo e tedioso monologo nel quale si era dilungato poco prima.
Peccato, una occasione persa.
Mi sarebbe piaciuto che avessero spiegato alla stampa come intendono regolamentare un panorama nel quale non sono presenti, come intendono rendere appetibile l’affiliazione a detta federazione sportiva quando escludono dal panorama degli esport Counter Strike e League of Legend , un po’ come se escludessero dalle federazione affiliate al Coni, il nuoto e il calcio.
Come pensano di diventare attori di un panorama nel quale hanno oltre 10 anni di ritardo e se la loro presenza sarà dannosa come spesso accade quando un organismo politico si inserisce nel libero mercato.
C’è questo pensiero che mi assilla mentre raggiungiamo la Cattedrale di Lucca
