Un quarto di finale raggiunto nel 1991, poi un’altra partecipazione in una fase finale nel 1999. A distanza di 19 anni da quel 2-0 rifilato al Messico (negli undici di Facchin allora c’era anche Antonella Carta, numero 10 azzurro molto noto anche del calcio a 5), la Nazionale Italiana Femminile di Calcio si ritrova di nuovo ad un passo dalla qualificazione mondiale: basta vincere l’8 giugno contro il Portogallo, oppure andarsi a prendere un punto in casa del Belgio – già battuto 2-1 appena tre giorni fa – il prossimo 4 settembre. E’ un’Italia che sogna e fa sognare, alla quale affidiamo il compito di rappresentarci nel mondo, dopo la debacle dei colleghi che la Russia la vedranno in cartolina. Francia 2019 è invece ad un passo, ma quante delle persone con cui parliamo ogni giorno lo sanno? Tralasciate pure le risposte.
CALCIO E DONNE – Un binomio di cui si sente parlare poco e male. L’ultima volta che in Italia il sesso femminile è stato associato allo sport per eccellenza del bel paese è stato con Massimo Ferrero che – dopo lo 0-0 del derby della lanterna – ha così commentato: “la porta è come una donna: va penetrata, non va contemplata”. Una gaffe che non indigna neanche più (devo ancora capire se il presidente blucerchiato ci sia oppure ci faccia), ma bisognerebbe darci un taglio. Oppure parlarne per ore, tutte le volte che le donne meriteranno di essere nominate, e nei toni che a loro spettano. L’impresa del Mazza di Ferrara davanti a 7500 spettatori in visibilio – ad esempio – è una partita da celebrare a lungo, come una risposta che sa di coraggio ed emancipazione da parte di quelle stesse donne finite in tv per una frase insulsa, solo 24 ore prima. Gama e compagne restituiscono la giusta dignità a tutto il mondo rosa: 2-1 in rimonta alle Red Dragons, più un calcio agli stereotipi. Perchè calcio e donne è un binomio che funziona davvero quando in campo scendono le azzurre di Milena Bertolini.
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INSTAWOMEN – Intanto, altri uomini di sport ci insegnano le buone maniere: Neymar ha usato il suo profilo Instagram da 92 milioni di followers per augurare “boa sorte” alla Seleçao Brasilera de futbol femenino al debutto in Copa America contro l’Argentina e anche Arturo Vidal – dal freddo cuore della Germania – ha esultato con due precise parole davanti allo lo spettacolare gol di Yanara Aedo nel 5-0 imposto dal Cile al Perù: “Golazoooooo, carajoooooo”. Ok, sì. Un linguaggio colorito anche questo, ma ci sta. Guardare per credere.
YANARA AEDO – La “pequeña gigante”, così l’hanno chiamata nel suo unico anno a Valencia, che le è valso anche una standing ovation per essere stata la prima giocatrice a segnare all’Estadio de Mestalla nel derby contro il Levante: un gol di testa, dall’alto del suo metro e 54 centimetri. Cresciuta nel Colo Colo ed esplosa Washington Spirit, Aedo è ormai anche una pedina insostituibile della nazionale cilena.
“Mi è costato tanti sacrifici – ha dichiarato in un’intervista in Spagna – ma la mia famiglia è sempre stata lì, soprattutto mio nonno e mia madre, che mi accompagnava agli allenamenti: ha preso pioggia, si è infangata, ha avuto fame, freddo e caldo. Qualsiasi cosa purchè io potessi fare quello che mi piaceva”.
Ed ecco che gli applausi di Vidal diventano carezze a due generazioni di donne: una che ha lottato perchè fosse possibile e l’altra che ogni giorno supera se stessa, per darne conferma alla precedente.
E’ a queste donne che vanno le mie parole, ma anche a tutti gli uomini che hanno saputo riconoscerne l’infinita grandezza.