Futsal

Futsal sounds good

“Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”, cantava Giorgio Gaber. Che tu sia patriottico o meno, poco importa. Tanto la reazione all’Inno di Mameli è e sarà sempre quella: scatto in piedi sulla sedia, mano sul petto e mento leggermente sollevato. Vi abbiamo visti al “Pietrangeli”, sotto le stelle della “Notte magica”, immobili e fieri, a far concorrenza alle statue del Foro Italico. Vi abbiamo visti anche far salti di gioia e stringervi in abbracci scomposti sulle note di “We Are The Champions”, un classico d’accompagnamento alla passerella dei vincitori. Così coinvolgente che anche i “losers” – quelli per cui per Freddy Mercury non c’è più tempo – la cantano, a volte, tra le labbra, tanto è forte il legame tra musica e sport.

MUSICA E FUTSAL – Non a caso la soundtrack pre-gara è un rito sacro per tutte le squadre del futsal: al PalaDiVittorio, per esempio, le ferelle si caricano con Sweet Child O’Mine dei Guns ‘N Roses, seguito dal più romantico Noi siamo la Ternana, storico inno della società.

A Roma, sponda S.S. Lazio calcio a 5, la scelta è ancor più ampia. Per rimanere sugli evergreen, possiamo partire dal manifesto “Vola Lazio, Vola” sulle cui note si libra leggera Olimpia (ex Dulcinea, il nome di battesimo è stato cambiato dopo il passaggio di proprietà a Lotito), una femmina testa bianca di mare alla quale spetta l’onore di aprire le gare dell’Olimpico. La leggenda? Se completa i tre giri dello stadio, la Lazio (quella maschile di Immobile, per intenderci) vince sicuro.
Molto nota è anche la canzone “So già du ore” con la quale i tifosi scaldano la voce, in attesa del fischio d’inizio che diventa, di fatto, il primo brivido del match: “me batte er core, cominceno a giocà”. Ma tra un coro e l’altro, le casse del PalaGems spingono forte anche “Non mollare mai” e l’intramontabile “You’ll never walk alone”, dichiarazione d’amore che l’Anfield ripete fedelmente ai reds dal lontano 1964.

Non uno, ma addirittura due gli inni che sostengono la Bellator, il più famoso è “Cuore amaranto”, mentre sono figlie dei tempi moderni le hit che caricano le campionesse dell’Olimpus e del Montesilvano: il riscaldamento delle blues inizia imprescindibilmente con Shape of You di Ed Sheeran, per le biancazzurre note caraibiche con Lepo Lepo di Psirico, ballata nello spogliatoio ritagliandosi il dovuto spazio tra i borsoni.

Cuore Amaranto – Bellator Ferentum

Proseguendo verso la provincia di Taranto, ci fermiamo al PalaCurtivecchi di Montemesola, impianto che da 4 anni a questa parte accoglie le proprie beniamine con lo storico “Scende in campo il Real Statte”. Anche le pugliesi dell’ASD Futsal Salinis hanno un inno cantato in compagnia della maschile e vi diamo un consiglio al riguardo: ascoltatelo su Youtube. Alla fine del video scoprirete una Joana Azevedo davvero intonata, oltre che bravissima con i piedi. E parlando di ugole d’oro, non possiamo non nominare Pamela Gueli de I Bassotti, una che sul binomio musica-futsal viaggia a ritmi altissimi: non solo, infatti – ai tempi dell’Elite – è  stata la prima giocatrice neo-promossa in Serie A ad avere l’onore di vestire la maglia della Nazionale, ma vanta anche la partecipazione all’undicesima edizione del famoso talent Amici di Maria De Filippi. Non l’avete ancora ascoltata? Il video ufficiale di Senza Maschera ha quasi 38000 visualizzazioni, cifra che ci farebbe piacere venisse centrata nelle prossime ore grazie ai vostri click.

HARLEME SHAKE – E cambiando decisamente genere, infine, come non ricordare il fenomeno dell’Harlem Shake? Il meme di internet, nato da una canzone di Baauer e diventato virale a cavallo del 2012/2013, era caratterizzato da un format video diviso in due momenti: uno di estrema serietà, uno di assoluta follia… dal quale il mondo del pallone a rimbalzo controllato si è lasciato presto contagiare.

Una moda molto seguita, ma altrettanto rapidamente dimenticata. Pelle d’oca che non va più via – invece – per  “Muriendo por verte” nella performance dell’Argentina: mani che tengono il tempo e voce potente che viene dal cuore. Soltanto un paio d’ore più tardi, quei ragazzi lì sarebbero diventati campioni del mondo.

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