Futsal

Fa bene a far giocare Pratto

pratto

Si Pratto, Lucas Pratto, l’argentino meteora del Genoa nella stagione 2011-2012.
Sabato la prestazione del “pipita” Higuain contro la Lazio mi vede combattuto tra la speranza che risolva la partita in qualche modo e il desiderio di urlare al televisore “fa bene Sampaoli a far giocare Pratto”. Ho optato alla fine per quest’ultima soluzione. Ecco diciamo che mi sono espresso in termini meno urbani ma il senso voleva essere quello. Se non ricordo male l’ho apostrofato con “non la metti dentro nemmeno con le mani” e “con tutta la pizza che ti mangi spero che la diarrea di inchiodi al cesso”.

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Pacchi e lacci rosa, siamo sommersi di lacci rosa, dai conti per le spese di spedizione e dagli indirizzi per i posti più disparati d’Italia. L’avevo detto che ci sarebbe sfuggita di mano ma di certo non prevedevo la portata del successo di questa iniziativa. Tra le tante parole che terminano in “…età” che fanno tendenza sui social e noi abbiamo scelto “Solidarietà”.
Individuata una ragione per scendere in campo e una per batterci, esattamente come una squadra che pratica uno sport, abbiamo lanciato l’idea.
Considerazione a margine, “quelli che hanno meno sono sempre quelli che donano di più”. Barbara ti prego di apprezzare la quasi citazione biblica, i tuoi tentativi di evangelizzarmi sono miseramente falliti ma qualcosa è rimasto incastrato nei pensieri.
Sei quello che riesce a donare.

pratto

Barbara è mia sorella, dopo anni finalmente s’è convinta a percorre quei nove chilometri “pieni di curve” e a guardare l’Angelana Femminile di Calcio a 5.
C’è una meraviglia sportiva che ti aspetta come spettatore. Tutti o quasi si conoscono per nome, un po’ come la vecchia con i lupini e il cuscino targato Pescara 1972 in curva all’Adriatico, Stadio Cornacchia lo possono chiamare così giusto i commentatori televisivi. Ci starebbe bene anche un “no agli occasionali”…
Credo mi abbia chiamata entusiasta nel corso della partita almeno una decina di volte.
Le ho sempre detto che saper distinguere una diagonale difensiva le sarebbe servito come sapere che Giuly, Trezeguet e Henry erano il trio delle meraviglie del Monaco del 1994.
Spero inizi a leggere il libro che le ho consigliato, l’ultima volta che mi ha ascoltato in fatto di libri, il frate responsabile della Biblioteca del Sacro Convento ad Assisi le ha sorriso come non aveva mai fatto in vita sua.

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Quaranta chilometri per vedere in azione un sinistro e il suo laccio rosa, per scoprire che il bar in una struttura sportiva è fondamentale e che puoi fare un tabellone con uno schermo televisivo delle giuste dimensioni e un buon software. La strada verso Guardiagrele ti regala mezz’ora di calanchi, vigne a perdita d’occhio, autogrill pieni di macchine davanti al bar di turno.
Il sole della domenica da stadio, il finestrino un po’ aperto e la voce del navigatore di Google Maps che insomma dovrebbe però anche avere un nome.
Troppe partite e il tempo tiranno.
Federica, la sua moto, i bus di linea e la serie c. “Ma come si mettono i lacci che poi non sono capace…” e i caffè della domenica mattina. Le sue compagne sono la base che sorregge un movimento.

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Pescara – Salinis
C’è Rozo e mi dicono sia forte, forte davvero.
Vediamola.
No, non c’è.
Non c’è Daniela Ribeiro in porta con il Pescara.
Cosa sono venuto a fare quindi?
A vedere una bellissima partita.
Maite e il suo pupazzetto fichissimo, se ne può avere uno?
I cambi di direzione di Taty e…
I gol di Privitera, l’intensità e la forza nei contrasti, la corsa e la sirena che ti condanna solo perché è finito il tempo. Se corri e arrivi primo sul pallone e vinci i duelli non importa quanto siano forti tecnicamente i tuoi avversari, tu quella partita la vinci. Come l’Ajax di Cruijff che si dannava e correva e ti nascondeva la palla e quando scoprivi dov’era finita era nella tua porta e la potevi raccogliere per tornare a centrocampo.
La ruota bucata e il dejavu di una nottata persi nella regione che non esiste e invece ci basta uscire dal parcheggio e si va a casa a piedi, come quando eravamo ragazzi e tornavamo da scuola.
Dimenticavo.
Oggi c’è il derby.

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