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Roberto Carta, l’Hockey Prato e l’impresa Azzurra

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Hockey Prato.
Probabilmente quando sentiamo il termine Hockey, la risposta immediata del nostro cervello ci porta in un palazzetto probabilmente in Canada, con un campo di ghiaccio e 22 omoni che se le danno di santa ragione cercando di infilare un disco piccolissimo in una porta attraverso delle mazze di legno e con un casco in testa.
Sicuramente non ci verrebbe mai da pensare ad una realtà a tinte tricolore e sicuramente non la penseremmo mai fuori da un campo ghiacciato.
Invece, nel nostro Bel Paese, esiste, si pratica e ha una lunga storia l’hockey prato. Com’è facile immaginare questo sport si gioca all’aperto, in un campo di erba (sintetica) e, udite udite, ha un movimento femminile da invidia.

Proprio le donne di azzurro vestite, questa estate, hanno raggiunto risultati importanti a livello europeo e conquistato il pass per il mondiali che si disputeranno il prossimo anno a Londra.
Considerando la vocazione di Any Given Sunday, abbiamo deciso di contattare il Mister della Nazionale Femminile per farci raccontare una storia.

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C’era una volta Roberto Carta.
Roberto Carta nasce a Cagliari nel 1956, è un ragazzo qualunque, esuberante come tutti i giovani che nascono e vivono in periferia. Le sue giornate sono scandite dalle corse sfrenate, dalle interminabili partite di calcio in strada, dai giochi pericolosi di arrampicamento su qualsiasi cosa che sia disposta in senso verticale, e dalle inverosimili partite di Baseball calcio: baseball giocato con piedi e pallone da calcio.
La chiamata di chi, nel vicino stadio Amsicora, cercava ragazzi per le giovanili della squadra di hockey era scontata. Aveva nove anni e da quel momento a oggi ne sono passati cinquantadue e nulla è cambiato da all’ora, è ancora innamorato di questo sport e allena nella stessa società, mai lasciata in tutti questi anni.
In questi bellissimi anni ha conosciuto le persone più importanti della sua vita sportiva, quelle che lo hanno fatto crescere come uomo, come atleta e come allenatore, due personaggi poco conosciuti per le grandi platee, ma due autentici maestri di vita per tutto il mondo hockeistico ed è bello ricordare i loro nomi: Alberto Aramu e Giampaolo Medda. L’insegnamento che questi due personaggi hanno lasciato al giovane Roberto è che nonostante l’hockey sia lontano dal grande pubblico, dai grandi sponsor, dai soldi o più semplicemente dal professionismo,

“noi ragazzi lo dobbiamo amare, perché passiamo tante ore ad allenarci per migliorare la nostra condizione di atleta e lo facciamo solamente per passione e per spirito di competizione con gli altri e con noi stessi.”

Sono quel tipo di persone che insegnano che per qualcuno che vince c’è qualcun altro che perde ma che il rispetto è uguale per tutti.

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Un piccolo curriculum
Da giocatore, con l’Amsicora, ha vinto nove titoli italiani assoluti, 7 titoli come capocannoniere nei campionati assoluti e partecipato a sette coppe dei campioni. Con la maglia azzurra oltre 90 presenze assolute nelle nazionali assolute prato indoor e numerose nelle nazionali giovanili.
Una storia sportiva che nulla ha da invidiare agli sportivi più blasonati:

– medaglia di bronzo ai giochi del mediterraneo di Spalato del 1979.

Partecipato ai mondiali in argentina 1978

– coppa intercontinentale in Malesia coppa intercontinentale Roma

– Campionati Europei prato e indoor.

-medaglia di bronzo al valore atletico

Letteralmente “costruito” come allenatore dai prof Medda e Aramu all’età di 20 anni, ha quindi nel 1976, iniziato la carriera di allenatore, guidando la squadra femminile dell’Amsicora costituitasi proprio quell’anno. Dal 1976 a tutt’oggi si è alternato alla guida delle due prime squadre, maschile e femminile. 

Da allenatore della squadra femminile ha conquistato assieme alle sue ragazze 8 titoli di campione d’Italia senior assoluto più 1 Coppa Italia mentre come allenatore della squadra maschile si è laureato otto volte campione d’Italia senior assoluto conquistando 4 coppe Italia.

Facendo due calcoli si arriva a:

-16 titoli italiani assoluti

-16 partecipazioni alla coppa dei campioni

– 5 partecipazioni alla coppa delle coppe

– Palma di bronzo al valore tecnico

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La Nazionale Femminile
Per arrivare alla guida tecnica della Nazionale Femminile di Hockey Prato è necessario un brevissimo tuffo nel recente passato. Nel 2015, la Federazione italiana hockey fece un interessantissimo progetto rivolto alla nazionale senior femminile. In sintesi si trattava di un residenziale della durata di 10 mesi, che prevedeva residenza e allenamenti nel centro sportivo olimpico “Giulio Onesti” dell’Acqua Acetosa dove le ragazze rese professioniste grazie ad un rimborso spese mensile, hanno avuto la possibilità di allenarsi tutti i giorni e tutte insieme, avendo come obiettivo la qualificazione ai giochi di Rio. Dopo tanti risultati positivi, purtroppo la selezione è stata sconfitta nell’ultimo incontro che avrebbe portato alla qualificazione. Nonostante la partita sia finita in parità sia nei tempi regolari che ai supplementari, la sconfitta è arrivata per aver sbagliato l’ultimo shoot-out.

Non avendo raggiunto l’obiettivo il nuovo consiglio decise per un cambiamento, ma senza smorzare l’ambizione di poter tentare ancora l’avventura olimpica nel 2020.

Il consiglio scelse Roberto Carta da Cagliari, sia come allenatore che come direttore tecnico del settore femminile. Se gli dovessimo chiedere il perché, ci risponderebbe che probabilmente è per il suo curriculum passato ma anche per i risultati eccellenti ottenuti in Italia in quegli stessi anni precisando che nel corso della sua carriera di allenatore di club è stato spesso chiamato alla guida delle varie nazionali maschili, femminili sia senior che giovanili.

Dal 2013 al 2015 ha lavorato in esclusiva con il suo club, l’Amsicora di Cagliari, stabilendo un record, dicono mondiale: la vittoria dei 2 titoli italiani assoluti, maschile e femminile, nello stesso anno guidate dallo stesso allenatore e il tutto ripetuto anche nell’anno successivo. Sarà che la conoscenza del settore squadre nazionali ed i recenti successi ad aver contribuito alla sua scelta come mister della Nazionale Femminile?

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Passato, presente e futuro azzurro
Come detto prima, questa squadra pur avendo fatto benissimo nel recente passato è caduta in vista del traguardo. La rosa era formata da 24 atlete, 12 Italoargentine e 12 di scuola Italiana. Una volta finito il residenziale e cessato il rimborso spese, alcune atlete hanno dovuto fare una scelta, sia di vita che di lavoro. La conseguenza è stata che una volta nominato, mister Carta si è trovato con solo la metà delle atlete che avevano fatto quel percorso e solamente 4 delle italoargentine. In più una grave crisi economica ha impedito di potersi allenare tutti insieme con la frequenza necessaria per poter affrontare l’importantissimo impegno della World League 2 che sarebbe arrivato da lì a poco. Ma grazie all’aiuto di uno staff molto competente e professionale e alla grandissima disponibilità delle atlete più esperte, si è riusciti a creare con le nuove atlete convocate un vero gruppo, dove tutti lavoravano e remavano nella stessa direzione.

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La prima vittoria è stata battere un nemico insidioso, brutto e che pochi vogliono affrontare, i propri limiti, i difetti e tutto ciò che non si riesce a fare bene. Riconoscerli, affrontarli e batterli ha portato a grandi miglioramenti e qualità. Si è costruita così una mentalità vincente. Acquisito questo si è potuto lavorare sul come vincere contro le altre squadre e vincere le difficoltà che questo comporta. Non affrontare e vincere le difficoltà che si incontrano, porta l’atleta a cercare “alibi” per qualsiasi cosa vada male: arbitro, campo, ecc. Ammettere l’errore vuol dire lavorare per trovare la soluzione per non commetterlo più. Anche su quest’aspetto il gruppo ha lavorato tanto, e ciò è potuto avvenire anche grazie al supporto delle atlete più esperte.  Convinte che non esiste la perfezione o qualcuno imbattibile, le ragazze hanno lavorato duro in tutti quei fondamentali tattici di squadra che lo staff ha individuato come elementi da migliorare per vincere le partite. Con questo spirito si è formato un gruppo unito e consapevole dei propri mezzi, che ha centrato la qualificazione alla World League 3 e la clamorosa qualificazione al Mondiale di Londra del 2018. E’ una squadra giovane e compatibilmente alle disponibilità finanziarie per portare avanti un minimo di attività, la squadra ha grandi potenzialità e ha come obbiettivo a breve termine un buon campionato del mondo che ci dia continuità di crescita e la qualificazione alle qualifiche olimpiche di Tokio 2020.

Giocatrici di punta? Ovviamente c’è chi ha più qualità ma, visto che la mettono a disposizione della squadra, la squadra stessa è la giocatrice di punta.

L’Italia dell’Hockey Prato
Se si volesse vedere una partita di hockey, sul navigatore dovremmo impostare come destinazione Cagliari oppure Roma. Anche se in Piemonte, precisamente a Bra, hanno sede 2 tra le più forti squadre della storia dell’hockey italiano. La Lorenzoni Bra, squadra femminile e pluriscudettata e H.C. Bra anche esso vincitore di numerosi titoli italiani.

CAGLIARI:
MASCHILE: 4 squadre in A1, Ferrini Ca, Suelli (cittadina a 20 chilometri), Uras (a 65 chilometri), S.G. Amsicora Ca, la squadra più titolata d’Italia, con 2 stelle e 26 titoli assoluti vinti.
1 Squadra in A2, Cus Cagliari.

FEMMINILE: 2 squadre in A1, Ferrini Ca, S.G.  Amsicora Ca.

ROMA:
MASCHILE: 3 squadre in A1 H.C. Roma, Butterfly, Tevere.
1 squadra in  A2 San Vito,

La distribuzione territoriale di questo sport concentrata principalmente nelle le regioni del nord, ma solo in determinate aree, quindi a macchia di leopardo. Buona nel Lazio, molto scarsa al sud, discreta in Sicilia, buona in Sardegna. Ma parliamo di hockey concentrato solo in alcune città.

Pensando alla storia degli allenatori più rivelanti di questa disciplina, dobbiamo necessariamente ricordare Aramu, Medda, Maxia A. In Sardegna e nella Nazionale, Antonio Vargiu, Dagai R. e Corso di Roma.

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Secondo mister Carta alcuni atleti possono essere stati considerati molto bravi, ma solo pochissimi possono essere considerati di livello mondiale. In questo momento solo alcune ragazze della nazionale possono dire di essere nel gruppo dei “campioni” ovvero nel gruppo delle migliori giocatrici del mondo: Chirico Martina portiere, premiata come miglior portiere della World League 3 appena conclusa e Chiara Tiddi capitano della Nazionale, autentica fuoriclasse.

Con la promessa di risentirci e di continuare a seguire e raccontare questa bellissima disciplina, ringraziamo mister Roberto Carta per la sua infinita disponibilità e gentilezza e la Federazione Italiana Hockey per averci dato la possibilità di poter fare quattro chiacchiere con un innamorato dello sport come Roberto Carta.
Per le immagini ringraziamo la Federazione Italiana Hockey; lanuovasardegna.it e mister Roberto Carta

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