Storie

Alla fine

alla fine
Day 3 – 4
Final Eight Futsal 2017

Grazie ai miei compagni di viaggio. Quelli con i poteri psicotropi e quelli che “l’invidia è un’altra cosa”. Quelli che, se sbagli una volta sei cancellato e quindi ho sempre timore di parlare alla persona “sbagliata” e quelli che: “no, seriamente, guarda qui e dimmi…”
I compagni di viaggio spesso non li scegli ma li incontri sulla stessa strada e quindi alla fine devi avere anche culo.
Questo è un racconto che inizia dalla fine. Da una piazza vuota e una birra, molte birre. Gent, Belgio. Penso a mia sorella, ad una adolescenza passata in luogo molto simile a quello. “Tien uur, boven meisjes”, questa la capiamo solo io e lei, ma è il mio racconto quindi che mi frega?
Una promessa è una promessa quindi: “Man, next time you come in Pescara give us a call we will be happy to see you again.”
C’è quell’aria uggiosa, quel freddo che ti pizzica il viso e diventa un ricordo del cuore. Gli smartphone nelle tasche e il tempo che vola. Il ponte di legno sul Brenta e il fragore delle acque che scorrono.

alla fine

Gli abbracci e “questa maglia è per voi”. La sorpresa, vera, perché chi pensava ad un regalo così.
Le maglie da gioco s’appoggiano sul cuore, ci sudi dentro, sono piene di ricordi, di urla, di dolore e di gioia. La gioia di chi festeggia e le lacrime di chi ci ha provato ma non è bastato. Sono come le armature dei cavalieri medioevali. Quando le scambi con un avversario concedi l’onore delle armi, quando le regali condividi un pezzo di vita e lo lasci in custodia ad altri.
Quattro minuti sul cronometro e 4 a 0, finalmente i nomi sulle maglie e tutto quel tempo ancora in campo a sbattere contro un muro che non mostra crepe. Giocano con portiere di movimento sono sotto di due gol, ti basta una occasione per uccidere la partita, punire il primo errore e mostrare a tutti che sei tornata o forse che non sei mai andata via. La palla in rete e l’urlo liberatorio, scappi via con la Coppa e nessuno ti prende più.
Sei sotto solo di un gol e te la puoi giocare, hai la palla giusta per pareggiare e vorresti poterla spingere tu in porta, allungare la tua compagna di squadra quel tanto che basta per la deviazione, non puoi e la palla rantola fuori. Hai tenuto inchiodato il risultato sullo zero a zero, con quel dolore lancinante nella gamba come se t’avessero conficcato delle spade proprio li. Le maglie bianche e blu arrivano da tutte le parti, hai provato, combattuto e respinto anche l’impossibile almeno per un po’.
Il fascino della partita in cui si decide tutto, nella quale se sbagli è per sempre e una prossima occasione, non potrebbe mai arrivare. Il parquet non è nero, manca il vestito della festa quello delle manifestazioni importanti. Mi domandano: “fate lo streaming? All’ estero non si vede la diretta TV”. Scuoto la testa, ne abbiamo le capacità tecniche, mancano le risorse economiche per acquistare i diritti. Ci piacerebbe farlo ragazze e non sapete quanto.
C’è “Inaccettabile”, manca un pezzo inchiodato a sud ma c’è un compagno d’avventura convinto di aver lasciato il Ponte Vecchio a Firenze se lo ritrova qui a Bassano.
C’è Sofia che gioca con gli interruttori delle nostre multiprese mentre tutti crediamo che ci sia invece un cortocircuito. Come fai a sgridare una bimba che ti guarda con un sorriso così grande quando la scopri a pigiare divertita un pulsante rosso che s’illumina?

alla fine

Scorrono via questi giorni tra cibo spazzatura ad orari impossibili e spritz a colazione, perché se il cappuccino costa 1 euro e 80 e uno spritz 2.50 non mi lasci davvero scelta.
A te che studi “Gestione neoliberalista delle migrazioni” e sei solo ad un click di distanza, dovevi esserci in qualche modo e va bene anche quello che hai scelto, illuminare ogni tanto lo schermo del mio smartphone. A voi due che dormivate alla fine del mondo e non siamo riusciti a salutarci nemmeno per un secondo, ci si vede a casa, tra un po’. A te che stai sulla linea laterale e potresti stare ancora in campo, se avessi creduto al talento che hai. Hai la posa da allenatore vero e non solo quella. Gli occhi puntati verso la metà campo occupata dagli avversari, ne osservi ogni movimento, ogni dettaglio. Ti ho vista allenare i piccoli e non vedo l’ora tu ti cimenti con i più grandi.

alla fine

Tanti chilometri verso sud e l’autostrada compie una ampia curva, si scopre quel profilo della costa adriatica che conosco così bene, lei sorride felice e sussurra: “il mare, siamo a casa”.
Il suono del cicalino del telepass, sipario.

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