E’ notte fonda, riesci a sentire tutti i rumori a cui durante il giorno non fai nemmeno caso.
Il motore del frigorifero sembra un elicottero mentre di giorno è silenzioso come i pensieri di un pesce che poi si sa, chi non dorme non prende pesci ed io vorrei solo addormentarmi ed arrivare al momento di scendere in campo.
Come se poi in campo ci andassi veramente, tu devi pensare a cosa farai se vai in svantaggio, se l’avversario viene a pressarti, se la tua squadra non gira, a cosa dire tra primo e secondo tempo, a cosa dire prima della partita ad allora te le immagini li, tutte sedute al loro posto.
C’è chi continua a ridere e scherzare, chi muove nervosamente le gambe, puoi capirlo senza girarti, senti il tintinnio della zip dei pantaloni che sbatte una volta in andata ed una in ritorno, chi ha già consumato metà delle energie, quasi come l’ansia pregara ha consumato te che però sei il mister e non devi farlo vedere.
Devi entrare nello spogliatoio sereno, infondere tranquillità, apri la porta e con la faccia di quello che non ha dormito tutta la notte esclami buongiorno, la solita guascona, mister come è andato il “rave” ieri sera.
Schiudi le labbra e dici oggi si vince, l’abbiamo visto nei video, la parallela la scoprono spesso allora tu appoggi sul laterale, fai un contro movimento e poi vai a prenderti la banda, l’opposto taglia sul secondo, mi raccomando però diamogli un appoggio dietro, tante volte non arrivassimo con i tempi giusti in profondità.
Se fosse cosi facile saremmo tutti in finale scudetto, perché poi c’è il campo che cambia dimensioni una domenica si ed una no, a volte sei dentro l’aereo porto di Ciampino ed altre nel corridoio di casa tua a giocare a chi tira più forte ed il custode travestito da tua madre che ti implora di non rompere lampadari, vasi e cornici.
Arrivano gli arbitri, dopo tanti anni di regionale oggi ho la terna arbitrale, dopo anni in cui al momento dell’appello l’arbitro arrivava e diceva ragazze se non fischio non protestate, se fossi stato bravo non avrei arbitrato voi, oggi ne abbiamo 3, arrivano in giacca, io in tuta già mi sento a disagio, mi chiedono il 740, il cud, di che colore ho la parete della cucina e se può confondersi con il maglione del custode del campo, la provenienza dell’ acqua nelle borracce e mister mi faccia un favore, in panchina stia in silenzio che qui comando io… tra me e me penso, questo starebbe bene con mia moglie.
Sono pronto, ho dato le maglie, ho preparato la partita, ho parlato con le ragazze, gli ho detto che vinciamo noi, le ho viste fare gli scongiuri.
Le donne si toccano le spalle per scaramanzia, ancora non ho capito quale effetto potrebbe produrre sulla partita questo gesto, ho dato la fascia al capitano e le ho guardate bene negli occhi.
Sono certo di non esser proprio simpatico a tutte, soprattutto quando annuncio il quintetto che scende in campo ma so che andranno in guerra per me come altre cento, mille volte, io gli voglio bene, spesso ci penso e mi viene da sorridere, è cosi che deve essere.
Ho dimenticato di dirvi una cosa, è la mia prima volta nel nazionale, sono fiero di me, sono anni che prendo pioggia e freddo sui campi all’aperto, oggi il nostro giusto premio è giocare in un palazzetto abbastanza pieno di tifosi, al caldo, con la terna arbitrale e con le riprese video dagli spalti.
Andiamo in vantaggio, qualcuno dice a sorpresa, la loro di sorpresa, non ci ho dormito tutta la notte, la parallela era libera, l’opposto è arrivato con i giusti tempi, 1-0.
Dai che si vince, lo penso e mezza panchina si tocca le spalle.
Fatichiamo, lottiamo, prendiamo d’assedio la porta avversaria, la palla non entra, rifiatiamo, mia moglie vestita da arbitro mi dice che devo stare in silenzio, finirà 2-1 per gli avversari.
C’è ancora il ritorno, me lo sento vinciamo noi, io lo penso senza dirlo a voce alta e vedo le mie giocatrici toccarsi le spalle, le donne hanno un altro passo, sanno già quel che pensi prima che apri bocca, allora mi sembra meno imperativo anche il devi stare in silenzio di mia moglie, è solo un modo per dirmi che sa già quel che vorrei dire.
Tra 15 giorni un’ altra notte insonne, credo che comprerò un frigorifero più silenzioso, a mia moglie magari gli presento la terna arbitrale così stanno in silenzio, le mie ragazze invece me le tengo tutte, oggi hanno fatto una grande partita, siamo ancora vivi.
Se fossi un mister
By
Posted on