Prologo
La terra continua a tremare, quasi in un sussulto continuo e l’Italia non si è desta. Firenze è inzuppata da giorni di temporali che fanno infuriare l’ Arno, che a cinquant’anni dall’ alluvione, sembra li a schernire noi fiorentini con le sue piene paurose. “Strani giorni” avrebbe detto Battiato, questi di novembre per Firenze. In TV scorre il kolossal americano, più kolossal che storia reale dei Medici. I tempi della Repubblica fiorentina sono lontani, ma lo scandire del tempo, periodicamente riporta al centro della politica Firenze. Sono giorni nevrotici, giorni di preparazione al referendum del quattro dicembre. Alla Stazione Leopolda si dibatte sulle ragioni del SI, al quesito referendario. Di fatto non si dibatte nemmeno, se ti trovi nei paraggi, non puoi pensare. Devi solo dire SI! Poco lontano, in piazza San Marco, i fautori del NO, anche loro troppo convinti delle loro ragioni, arrivano a scontrarsi con la Polizia, forse un po’ troppo lesta con le mani e i manganelli. Un tuffo rapido nella storia e par di rivivere le infinite disfide tra Guelfi e i Ghibellini.
E’ un sabato plumbeo, mentre cammino penso a quanto visto e sentito. Stiamo parlando della nostra Costituzione, ma questa sembra l’ ultima cosa che interessi. Vorrei, come per incanto, trovare sulla scheda referendaria, una voce terza mai vista tra l’estremo del SI e quello del NO; PARLIAMONE! Tutto però, corre così maledettamente veloce in questo modo isterico di far politica che vien voglia di cambiar Paese.
Rallento il passo, mi perdo tra le bellezze bagnate di Firenze. Lentamente i rumori dei fumogeni di piazza San Marco si attenuano e sfuma anche l’eco giulivo, che attraversa le mura della Leopolda.
Vigilia
Domani è domenica. Domani è Roma; un modo un pò bizzarro per allontanarmi da questa Firenze che non mi piace in questo fine settimana. Ho un’opportunità: raccontare una delle migliori partite del massimo campionato di futsal femmile; una radiocronaca!? Io che ho girato in tutti questi anni un pò di palazzetti, prima come giocatore scarso, poi da allenatore, e da dirigente, saprò raccontare una partita alla radio? I dubbi mi montano in spalla e non mi lasciano prima di addormentarmi.
La mattina del gran giorno
E’ già domenica, ho dormito poco perché anche da anziani ci si può emozionare. Leggo che la prima radiocronaca di una partita nel mondo, è stata nel 1927 Arsenal – Sheffield. In Italia, fu un lontano spareggio del 1929 Lazio – Napoli, giocatosi a San Siro.
Bevo un caffè e accendo la radio per intercettare qualche voce che mi possa servire da spunto. Niente. Metto su De Andrè‘; quantomeno la sua voce profonda, mi ispirerà. L’agitazione non scema. Eppure ho un gran desiderio di raccontarla questa partita; Lazio – Olimpus è una gara di cartello! La partita è fissata per le 18 a Fiano Romano.
Partenza
La macchina è pronta, c’è uno strano sole a far compagnia alle nuvole cariche di pioggia. Imbocco l’ autostrada, Venditti canta; ” bomba o non bomba noi…arriveremo a Roma“, più tardi mi renderò conta che non era facile arrivare a Roma.
Tolgo il cd, sintonizzo “Tutto il calcio minuto per minuto” così, penso, mi faccio fare coraggio da una schiera qualificata di radiocronisti. Inutilmente! Le voci sono di una piattezza unica.
Ricordi
La mente vola insieme ai chilometri, arriva fino agli anni settanta, al cortile di casa mia, dove io e il mio amico Marco celebravamo un rito ogni domenica. Attacati alla radio io e Marco ad aspettare il primo boato di un gol e l’ interruzione rauca di Sandro Ciotti. Accendo una sigaretta ripensando a lui, ex giocatore di serie A di calcio, musicista raffinato e giornalista, da tutti chiamato “L’amante di Lady Chesterfield” per il suo rapporto così intimo con il tabacco. Eppure quando la sua voce irrompeva con il famoso “scusa Ameri“, io e Marco tenevamo il fiato sospeso, finché Ciotti non raccontava l’accaduto. Immagazzinavamo tutto di quelle radiocronache, perché una volta terminate, rigiocavamo a modo nostro tutte le partite simulandole. E l’immaginazione si perdeva per tutti gli stadi d’Italia.
Bomba o non bomba………
Roma è sempre più vicina, alla fin dei conti mi convinco che da piccolo ho simulato millanta radiocronache di partite impossibili. Sia che fossi in cortile palla al piede o in casa a giocare a subbuteo, la radio della mia voce non era mai stata spenta. Tutto ciò mi tranquillizza.
Ciò che invece si agita senza fine è l’acquazzone crescente nei pressi di Roma. L’auto si ferma, accosto, sembra non ripartire. Scendo e uno scroscio mi avvolge da capo a piedi. La partita sta quasi per avere inizio e l’auto riparte. Arrivo che la partita ha già avuto inizio (ottimo esordio per la prima). Attivo “Spreaker” e come per magia sono in linea.
La Partita
Le squadre sono in campo già da qualche minuto. La Lazio ha un “ghigno” aggressivo, l’Olimpus Roma più sorniona, pronta ad alzare la pressione con calma, quasi non avesse fretta. Il giro palla delle due squadre mi fa apprezzare la qualità tecnica delle giocatrici, i piedi buoni abbondano. La Lazio morde sempre il campo. Nel primo tempo le riesce benissimo. Argento fa da pilastro difensivo e non molla Lucileia, Duco, seppur penalizzata, da un’ ammonizione frettolosa, lotta su tutti i palloni, D’Incecco è un motorino di sapienza tattica, Rebe delizia e Pomposelli che non appena può rompe la monotonia tattica, col suo dribbling secco e il tiro radente. La Lazio gioca bene palla e in fase di non possesso, raggruppa che è una bellezza. Dall’ altra parte, l’ Olimpus. Una squadra già matura e sempre concentrata. Martin Cortes ormai giocatrice completa e sicura in ogni zona del campo, Taty che, a mezzo servizio si mette umilmente “a cantare e a portare la croce”, Siclari sempre col piede sull’ acceleratore come Lisi e Soldevilla che non spreca mai una giocata. Poi c’è Lei; Lucileia, asso della partita, sempre pronta a colpire. Manca Dayane Rocha, una che non fa solo gol ma sfonda la rete. Il tutto è contornato da due protagoniste; i portieri Vecchione (Lazio) e Giustiniani (Olimpus) protagoniste assolute. La prima con degli interventi che valgono il prezzo del biglietto, la seconda con interventi meno entusiasmanti quanto decisivi, con in più una percentuale di rilanci lunghi, perfetti e decisivi. In questo quadro la prima frazione termina a reti bianche, anche se la Lazio perde per infortunio Rebe. E perde molto.
Sovente nel futsal accade, che un equilibrio stabile, venga spezzato dal talento. L’atleta talentuoso è sempre vigile. Può sembrare distratto, di fatto sta solo aspettando il momento giusto. Pochi minuti son trascorsi nella ripresa, Lucileia s’ inventa una giocata al limite sinistro dell’area e costringe le avversarie al fallo. Punizione dal limite; c’è Luci sul pallone. Non può battere una punizione “normale”, il talento glielo impedisce. Il talento, in questi casi ti permette, come per magia, di concentrare sui piedi giocate di altre discipline. Quello di Lucileia è un colpo di biliardo; palla nella buca opposta! Zero a Uno! Il match s’infiamma, la Lazio continua a mordere il campo metto su metro. Inesorabilmente le linee si allungano. Vecchione compie una serie di miracoli, sia su Lucileia che su Siclari. Pomposelli, sull’ altro fronte, impegna Giustiniani. Proprio quest’ ultima con un lancio forte e preciso trova Lucileia, che arpiona la palla, attende l’ attimo giusto per la superiorità numerica, serve Soldevilla, l’ appoggio per Siclari, che a porta sguarnita realizza lo zero a due. Sembra l’ inizio della fine ma non è così, perché poco dopo Duco, dopo una gara di lotta su tutti i palloni, trova la gioia del gol da vero artillero e riapre la partita. Mancano otto minuti. Un’ infinità. Dopo poco, Mr Chilelli, inserisce il portiere di movimento, una mossa secondo me giusta per costringere l’Olimpus ad occuparsi solo della difesa. Peccato che da una palla contesa nasca un altro gioiello, questa volta di Martin Cortes, che con un pallonetto teso realizza l’ Uno a Tre! Finita? Neanche per idea, perché un’ azione avvolgente conduce il portiere di movimento Agnello a centro area avversaria e su assist di Duco accorcia nuovamente. Due a Tre! Questo sarà il risultato finale di una gara dove grinta e tecnica si sono unite per garantire agli spettatori un bello spettacolo. Se l’Olimpus rappresenta un presente consolidato, la Lazio e il suo allenatore, rappresentano il futuro.
Io sono ancora fradicio per la pioggia presa, ritorno verso Firenze. Nel fine settimana si è giocata la sesta giornata della C femminile. Futsal Florentia e CF hanno già fatto il vuoto ma dietro regna l’equilibrio, nello spazio di cinque punti ci sono sei squadre. Siamo entrati nel vivo.
In seria A non finisce di stupire il New Depo che vince fuori casa per 4 a 3 contro il Real Grisignano.
E’notte fonda! Firenze è vicina!!
Scriviamoci, anzi ascoltiamoci
