Storie

Maira “diflu” Di Flumeri

ll cielo sopra Cagliari non è terso come mi aspettavo; dall’alto l’Isola per eccellenza è avvolta in una coltre di nubi, le stesse che ho lasciato a Firenze e che credevo la Sardegna respingesse. Questa Terra è abituata a difendersi; glielo ha insegnato la storia. Ho sempre avvertito una forte attrazione per la Sardegna e per la sua gente, così legata ad un territorio che nei secoli è stato difeso a denti stretti dai Sardi per respingere gli attacchi di tutti quei predatori che ne volevano sfruttare le immense bellezze. Se epoca contemporanea, molti continentali vi hanno trovato rifugio un motivo ci sarà. Senza cadere nella retorica credo che la miglior definizione della Sardegna l’abbia data Fabrizio De André, che andò a viverci nel 1975; “La vita in Sardegna”diceva Faber “è forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso.”
Anche il mondo pallonaro è stato contrassegnato da personaggi, nati nel Continente, adottati e “rapiti” dalla Sardegna, fino a radicarcisi per tutta la vita. Uno tra tutti, colui che Gianni Brera battezzò “Rombo di Tuono” ossia Gigi Riva. Riva è si un simbolo del calcio italiano ma prima ancora patrimonio di Cagliari e della Sardegna. Lui, così innamorato del Cagliari al quale regalò l’unico scudetto e così legato alla Sardegna, tanto da fondarci nel 1975 la prima “scuola calcio” della Regione.
I Sardi se ti aprono la porta, subito ti concedono il loro cuore e tu, ti abitui nel tempo ad essere riconoscente e a voler contraccambiare con tutto te stesso. Queste riflessioni mi accompagnano, mentre lascio Cagliari per recarmi a Muravera. Qui vive Maira Di Flumeri. Nel 1987, mentre il Cagliari calcio sprofonda in serie C, Luciana moglie di Nicola Di Flumeri, è in attesa del terzogenito; in casa scorazzano felici già gli altri due figli; Alessio di 13 anni ed Eliana 11. Babbo Nicola lavora faticosamente con i mercati mentre Luciana gestisce il negozio di scarpe della famiglia. E’ il 16 luglio 1987 quando nasce Maira.
Fin da piccoli a Muravera si gioca per strada e Maira non aspetta molto a prendere a calci un pallone insieme agli amici; “Io giocavo per strada” racconta Maira “….era il mio premio se andavo bene a scuola, arricchito da un “supertele”. Se invece esageravo con i voti, i miei esageravano nella riconoscenza regalandomi il mitico “Tango”. Oltre al pallone, Maira assorbe in toto le passioni trasmesse da babbo e mamma; la pesca e il contatto continuo con una natura splendida.
Sono così incantato da ciò che mi circonda e chiedo a Di Flumeri di raccontarmi Muravera. Maira non esita e i suoi occhi si illuminano: ” Muravera..é un paesino di 5000 abitanti..nasce ai piedi del Baccu Arrodas, una foresta foltissima e finisce lí dove inizia il mare..” mi fa cenno con il dito …e prosegue; “non sono rimaste molte rovine storiche; due torri un portico e un nuraghe..ma a Muravera si puó ancora sentire il sapore delle tradizioni . Se penso a Muravera, penso a mia nonna…piccola donna vestita di nero perché vedova,..penso al pane cotto nel forno al legno..alle panade. Penso ai is animeddas (altro che Halloween), a quelle scampagnate familiari trascorse tra i capretti, …alle domeniche al mare… a mangiare sotto la pineta e a quel profumo che ti entra dentro e non ti molla più….penso agli usi sardi,….al bicchiere di vino rosso, ..al maialetto col mirto…” Questi aggiunge Maira “nn sono miti..qui si vive cosí..e allora arrivi a 30 anni e ti rendi conto che tutto questo condiviso con i tuoi cari é la cosa che più ti riscalda il cuore..”
Maira per inseguire il sogno del pallone, lascia più volte Muravera, senza però mai staccarvisi; a 14 anni è negli “esordienti” del Villaputzu squadra della provincia di Cagliari, squadra da sempre riservata al calcio a 11 femminile. In allenamento Maira si sbizzarrisce facendo il portiere, in campo invece è il jolly pronto a ricoprire ogni ruolo. Di quegli anni Maira ha ricordi esaltanti: ” Abbiamo fatto la scalata dalla C alla A2 passando per la B, proprio in B a 16 feci il mio esordio a Belluno”.
A 19 anni Maira si iscrive all’Università di Ingegneria Civile e interrompe il percorso calcistico. Incontra così il calcio a 5; “Il primo anno di università risultò molto impegnativo, lasciai per questo il calcio, l’anno successivo ho provato per quasi per caso il calcio a 5 e ho iniziato a praticarlo con non poche difficoltà…mi sono intestardita e ho fatto bene perché me ne sono innamorata ” . Di non sa ancora che questo sforzo sarà premiato da lì a poco; inizia a giocare nel Cagliari Calcio a 5, ancora la serie A non è nata. Nella stagione Maira 2011/12 passa al Sinnai; è la stagione inaugurale della serie A nazionale e per una squadra giovane il cammino non è facile, la squadra infatti, latita nei bassifondi della classifica, fino a che come dice Maira ;” ….dal cielo è arrivata Lucileia”. Con Lucileia si accende la luce per tutta la squadra; la stagione successiva Di Flumeri è il capitano di una squadra fantastica che arriva ad aggiudicarsi la Coppa Italia. E’ il premio più grande per chi ha fatto del sudore, dell’impegno e dell’umiltà il proprio vessillo. Maira è così, da tutto per ogni squadra nella quale milita, sviluppa quel talento prezioso e inosservato di chi in campo è in grado di “cantare e portare la croce”.
Ho conosciuto Di Flumeri nella sua esperienza fiorentina durata purtroppo solo una stagione e ho potuto apprezzarne il valore tecnico e soprattutto quello umano, senza il quale il primo è inutile. In cuor mio speravo vi rimanesse ma lei da “buona sarda testarda” si è rimessa in gioco la stagione successiva, andando a giocare a Sora; una stagione piena di difficoltà ma sportivamente salvata, grazie anche alla passione e al contributo di Mr Boranga.
Da due stagioni la “Diflu” è tornata in Sardegna e ha regalato la gioia più grande ai genitori; la tanto sospirata laurea in Ingegneria. Nella tesi di laurea che mi porge tra le mani c’è una dedica che riassume l’affetto che lega tutta la sua famiglia e che fa commuovere per l’amore con la quale è scritta. Adesso, Maira milita nello Jasnagora squadra del cagliaritano, che milita in A ma la sua passione per il futsal non si è spenta anzi!!!
Le chiedo che cosa sia il calcio a 5 per lei e che cosa ancora si aspetti. Maira non ha dubbi: ” Quello che provo quando gioco è speciale e voglio sempre dare il massimo per poter rivivere le sensazioni di quel successo con il Sinnai ”
Io invece auspico un ritorno della Diflu a Firenze e per questo le chiedo un parere sul movimento femminile toscano………Secondo me, dice Maira; “in Toscana ci sono molte ragazze di talento anche se a mio avviso, per il potenziale bacino di utenza, ci siamo mossi bene ma tardi”
Maira nel suo genere rimarrà unica; è lì a dimostrare che con la volontà ed il cuore, ogni obiettivo è alla portata. La abbraccio assieme ai Suoi e non vorrei più venir via. La mia giornata premio però è terminata e me ne torno in aeroporto.
Stasera in Toscana, si svolgerà la terza di campionato: Futsal Florentia, CF, Firenze C5 e Bulls San Giusto rimarranno in testa a punteggio pieno??? Domenica il New Depo esordirà in casa nella seconda giornata di A contro la Real Fenice. Ormai siamo entrati nel vivo. Io rientro; Faber aveva ragione, Maira anche.
Foto: SheFutsal

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