Sport

The Economics of Sport Broadcasting

Alcuni giorni fa, la CFL aka la Canadian Football League annunciava l’accordo stipulato con il colosso di Redmonton Google per la trasmissione del tutto gratuita delle partite della post season attraverso il braccio il suo braccio video: Youtube.


Grazie a Giovanni Ganci per la sua prontezza, una informazione puntuale che mi era sfuggita.

Seguendo tantissimo sport considerati minori, mi sono da subito appassionato non solo all’aspetto tecnico della trasmissione televisiva sportiva ma anche a quello economico e creativo.
Sono tre aspetti molto complessi che cerco di seguire al meglio, impegnandomi sia sul campo, provando e sperimentando soluzioni tecniche che documentandomi a livello teorico.
Una buona dimestichezza digitale è necessaria per recuperare testi digitali fondamentali per formarsi una cultura nell’ambito dello streaming sportivo.
Solo dieci anni fa, all’alba della televisione digitale era impossibile prevedere il caso Cuban, eppure la visione e la dedizione hanno creato un caso che ha aperto un nuovo mercato.

cuban

Perché l’accordo della CFL è così importante, perché un accordo del genere rischia di sconvolgere i fragili equilibri costruiti dai grandi network globali?
Rompe lo schema consolidato di gestione sportiva e finanziaria, miope in verità, che negli anni i rappresentati delle varie leghe sportive hanno cercato di applicare al loro sport mutuandolo dal calcio, quello dei grandi club europei.
Prodotti sportivi come la Champions League, la Premier League, la NFL, la NBA e la MLB sono certamente prodotti di altissimo livello, da utente sono felice di pagare per godere di questo spettacolo.
Spettacoli sportivi come Carpi – Frosinone, Gjion – Malaga valgono contratti da milioni di euro?
No, ovviamente.
Per un cospicuo periodo di tempo si è cercato di “vendere” all’abbonato prodotti come la Ligue 1, European Rugby Champions Cup, il campionato argentino, la Bundesliga, la lista è molto lunga e ve la risparmio.
Questi prodotti, prima vendibilissimi in chiaro e con un buon seguito di pubblico sono stati letteralmente schiacciati in termini di ascolto quando sono trasmessi su una piattaforma a pagamento.
Caso esemplare dell’impossibilità di trasmettere eventi con richiamo mediatico minore a pagamento, rappresenta la transizione avvenuta a fine anni ’90 da BBC a SkyTV dei diritti della Rugby Union, divenuta poi Rugby League.

Screenshot_2015-11-19-12-28-40
Le perdite finanziare furono così devastanti che il colosso di Rupert Murdoch fu costretto ad abbandonare l’avventura nella palla ovale prima del termine naturale del contratto.

Screenshot_2015-11-19-12-32-01

Per offrirvi un paragone torniamo sul suolo italico e possiamo osservare come nel breve arco di un triennio SkySport abbia deciso di abbandonare la sottoscrizione necessaria e offrire gratuitamente ai suoi abbonati al pacchetto Calcio anche la Serie B, in precedenza ricordiamolo era necessario un ulteriore esborso di denaro.
La Gazzetta TV, canale digitale (digitale terrestre e web), offre gratuitamente il campionato argentino, che diventa una volta reso gratuito un prodotto appetibile per il malato di calcio sudamericano, personalmente i grandi scontri classici non li perdo quasi mai.
In termini di ritorni finanziari, queste scelte gratuite avvantaggiano sicuramente gli operatori in termini di visibilità e raccolta pubblicitaria ma soprattutto offrono una esposizione televisiva prima impossibile sia tecnicamente che in termini di investimenti.
Possibile quindi creare un prodotto televisivo di qualità per incentivare gli sport minori, contenendo i costi? Certo!
Volete sapere come?
Continuate a seguirci.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

To Top