Ho sempre sognato di poter scrivede delle mie due passioni, lo sport ed il videogaming in un unico grande contenitore, poter parlare di sportivi digitali, ma non nel senso ristretto di videogiochi a carattere sportivo.
Alcuni anni fa, agli albori della competizione degli RTS, mi offrirono di entrare nel team di commentatori italiani dei primi tornei nazionali e internazionali di warcraft e starcraft. Non sono mai stato un grande appassionato di strategici in tempo reale, ne ho subito in gioventù il fascino ma non ho mai nemmeno provato a competere davvero.
Ho seguito però da vicino per anni lo sviluppo del movimento, le sue strategie di marketing e gli eventi principali.
Ne ho discusso con Federica, abbiamo analizzato le prospettive e abbiamo deciso che fosse giusto il momento per uno spazio di nicchia come anygivensunday.it, di aggiungere ai suoi racconti quelli che coinvolgono i protagonisti di questo mondo digitale.
Se pensate che si tratti di nerd panzuti che vivono nei sottoscala, vi sbagliate di grosso.
Se pensate che non ci siano storie controverse da raccontare, allora non avete mai sentito parlare di ADHD e di Adderall.
Si parte quindi con il Frankfurt Major che ha visto a sorpresa un team, l’OG considerato un underdog, aggiudicarsi il primo premio da 1.100.000 Euro.
I ragazzi europei hanno disputato un torneo eliminatorio tra alti e bassi, raggiungendo la qualificazione solo all’ultima giornata, aggiudicandosi un posto nella parte bassa del tabellone.
Una volta raggiunta la fase ad eliminazione diretta il team, i ragazzi dell’OG iniziano con una sconfitta nei playoff e si ritrovano a dover affrontare i campioni in carica del TI5, l’International 2015 la massima competizione al momento, battono gli Evil Genius e tutti si accorgono di loro.
Come nelle competizioni sportive che si rispettano, tutte le strade conducono alla nuova powerhouse europea Team Secret.
Finalissima che sembra senza storia, troppo forti i ragazzi del Team Secret.
La pensano tutti così, commentatori e fans, tutti tranne gli OG.
I 9800 presenti nell’arena si schierano istintivamente con quelli considerati più scarsi, in fondo ammettiamolo quelli “forti” alla fine stanno un po’ sulle balle a tutti.
La foto con l’assegno gigante che recita un milione e centomila euro è solo una formalità, gli abbracci e le lacrime e il trofeo alzato al cielo, quelle sono immagini che puoi trovare in un qualsiasi stadio, su un qualsiasi tappeto d’erba verde di un qualsiasi sport di squadra.