Calcio

In the green grass 7

“Nessuno si aspettava da voi una stagione vincente, nessuno si aspettava una finale, eppure siamo qui. Ottantamila spettatori, in questo stadio sono sicuri di assistere ad una nostra sconfitta. Undici uomini, come voi, si aspettano di battervi per la terza volta in questa stagione. Novanti minuti da uomini, è tutto quello che vi chiedo, tutto quello di cui avete bisogno per vincere. Su quel campo stasera, c’è posto solo per un gruppo di undici guerrieri.”
Luce.
In quello spogliatoio, undici ragazzi si tengono per mano, il tuo gruppo.
Wembley.
Fuori da quel tunnel, su quel prato verde.
Le loro maglie, la vostra coppa. Lottate, raddoppiate, pressate. Ogni filo d’erba, ogni centimetro di campo. Hai ancora negli occhi la sconfitta in campionato ma hai messo nel loro cuore la speranza e la convinzione di essere i migliori. Menez stremato, nonostante l’infortunio è in panchina ad incitare i compagni, incoraggiarli. Cole, l’uomo che più di ogni altro ti vuole lontano da Anfield, stasera gioca come se questa fosse la sua partita della vita, incontenibile. Quando si libera con un secco dribbling al limite dell’area e insacca nel sette dove il portiere non può arrivare, salti fuori dalla panchina e finisci in ginocchio sul prato. Lui corre verso di te con il dito puntato al tabellone e tu lo ringrazi con un inchino “regale” poi l’abbraccio che diverrà la copertina di questa partita. Non vi fermate, non gli lasciate spazio. Quei brutti anatroccoli, lottano per il loro posto al sole, hanno fame di vittorie. Wenger dirà in conferenza stampa che la sua squadra forse era appagata dal trionfo in campionato, tu sai che non è possibile. Nessuno va in campo in una finale appagato. Ora c’è Suarez che si libera del marcatore e corre verso la porta dei Gunners, salta il portiere e appoggia comodamente in rete. Luis Suarez, con il suo talento vi spinge sulla scalinata reale a ricevere la Coppa d’Inghilterra dalle mani del Principe Carlo.
Otto mesi fa, nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul tuo Liverpool.
Per guardare dove sei ora, quelle stesse persone, devono alzare la testa.

Passi le tue vacanze lontano dai riflettori, in Africa. Insegni calcio ai bambini. Piccoli e vocianti ti stanno intorno mentre distribuisci scarpette e magliette, hai gli occhi lucidi quando pensi che questi bimbi solo poco tempo fa imbracciavano un fucile mitragliatore e combattevano una sanguinosa guerra civile.
Questo tempo trascorso con loro ti ricarica, ti ricorda cos’è davvero il calcio.

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