Serie B

Pamela Da Villanova: “Stagione di crescita, non contano solo i punti”

Pamela Da Villanova

L’errore più grande per una neo-promossa in Serie A2? Guardare la classifica prima di aver avuto il tempo di assorbire il salto di categoria. Sarebbe come iniziare una dieta e pesarsi ogni giorno. Ci vogliono costanza e fiducia in quel che si fa, anche se i risultati non sono quelli sperati.
“Volerlo non basta, non è mai bastato. Lo scorso anno abbiamo lavorato tanto e abbiamo ancora tanto su cui lavorare per riuscire a tornare a casa senza masticare amaro, ma – chiarisce Pamela Da Villanova – non contano solo i punti per noi. Questa prima stagione nazionale ci insegnerà tanto e ci farà crescere, a prescindere da come andrà in casa contro il Lamezia e nelle prossime gare”.

ll percorso, molto più del viaggio. Da quando l’estremo difensore – per le compagne Ana Pamelina – ha iniziato a giocare è sempre stato così.
“Com’è nato il mio soprannome? Da Ana Sestari e dall’assunto (goliardico) che alcune tra le migliori giocatrici siano brasiliane e che il nome sia sempre accompagnato da “Ana”. Visto che tra di noi ci incoraggiamo nelle maniere più improbabili, io sono diventata Ana Pamelina – ci spiega ridendo, prima di raccontarci del suo passato sportivo. – C’è stato l’Acquarica di Lecce, poi l’Asd Salesiani e 4 anni fa sono approdata al Levante Caprarica. Del periodo nell’Acquarica non ho bellissimi ricordi, a parte le amicizie strette in squadra. Mentre uno dei periodi che preferisco risale ai primi tempi nel Salesiani: prendevamo un sacco di gol, ma uscivamo dal campo sempre soddisfatte per esserci divertite. Io non sono una persona competitiva. La competizione mi ha sempre messo sotto pressione, e sotto pressione non rendo neanche un po’. Mettici anche che per carattere ho sempre avuto qualche problema con l’autorità, preferendo il confronto diretto agli esercizi di potere altrui e il quadro è completo, ma – sorride Pamela – ora posso dire che con la ciurma di oggi e Lucy Campanile alla guida, mi sento finalmente compresa e accettata. Il presidente Morello, poi, è uno che si immedesima e si espone sempre in prima persona, il che lo rende genuino in ogni cosa che fa, non si può non apprezzare”.

È così che il risultato diventa solo un “accessorio”, mentre la squadra ruba per intero scena e cuore.
“Vedo l’emozione sul volto delle mie ragazze prima di entrare in campo e capisco stiamo vivendo un sogno, per cui non importa tanto cosa dirà la classifica a fine campionato, quanto e cosa ci diremo noi nello spogliatoio e fuori. Nel bene e nel male, potremo sempre contare sulla società che ha creduto in noi sin dal primo giorno e non ci ha mai fatto mancare nulla. Non molleremo. Per noi, per Lucy, per Pier Paolo e per i nostri ultras”.
Che non smetteranno mai di chiamarla “Ana Pamelina”

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