L’Okasa Falconara l’ha fatto di nuovo. Dopo aver battuto le campionesse d’Italia in regular season (2-1 in extremis), l’impresa riesce anche nei playoff – nel match valido per gara -1 delle semifinali – e per di più in trasferta, su un campo nel quale solo la Kick Off aveva avuto la meglio, ma contro un Bitonto decisamente rimaneggiato.
“Per noi contava solo vincere – esordisce capitan Erika Ferrara -. Non importava il campo e non importava l’avversaria, anche se essersi aggiudicate il primo round contro chi ha il tricolore sul petto fa sicuramente un certo effetto”.
Eppure, per un attimo si era fatto tutto buio.
“Dopo il gol del 2-3 di Mansueto, ho guardato il cronometro e ho visto che mancavano 1 minuto e 47 secondi, esattamente lo stesso lasso di tempo in cui due anni prima Renatinha era riuscita a firmare la rimonta che ci avrebbe poi condannate. Confesso che il cuore mio, quello di Isa Pereira e di Praticò hanno avuto un sussulto non indifferente, ma poi abbiamo scacciato i mostri. Cosa ci siamo dette? Non c’è stato modo di parlarci, ma abbiamo pensato tutte la stessa cosa: stavolta non sarebbe andata così, perché quella vittoria la meritavamo troppo. Siamo rimaste lucide e soprattutto non abbiamo mai tolto la gamba”.
Proprio di Ferrara il punto esclamativo quasi sulla sirena. “Sicuramente uno dei gol più emozionanti della mia carriera perché ha chiuso una partita difficilissima. Ma non eravamo sole. Con noi c’erano almeno 70 tifosi che hanno percorso 1000 km in poche ore e non hanno mai smesso di cantare, dal pullman al PalaPansini la loro voce è stata la colonna sonora di una giornata bellissima. Ma continuiamo a volare basso: c’è ancora gara -2 e ora serve un altro sforzo, tutti insieme”.
I 70 di Giovinazzo si sono già moltiplicati nelle pre-vendite, ma Ferrara continua a chiamare tutti a raccolta. “La nostra gente ha un cuore gigante, ma venerdì dovrà essere formato maxi perché come squadra dovremo dare ancora di più. Se il Bitonto ha un solo risultato per portarla alla bella, per noi quello stesso risultato significherebbe essere di nuovo in una finale per lo scudetto: non so quale sia la strada per arrivarci, se sia diretta o farà giri più lunghi, ma – chiude Ferrara – so con certezza che faremo di tutto per raggiungerla”.
Foto Dilettuso
