Essere o non essere? È una sorta di dubbio amletico quello che sta accompagnando l’Audace Verona verso l’ultima partita della regular season. Di che pasta siano fatte, insomma quanto l’essere sia consistente, le rossonere lo sanno con certezza. Ma, a conti fatti, manca ancora la conferma ontologica. C’è il già retrocesso Lamezia per la dimostrazione definitiva davanti al proprio pubblico ed è l’ultima chiamata per rispondere alla salvezza diretta.
“Il nostro piazzamento in classifica? C’è un seme che è stato piantato e che è più significativo rispetto agli anni passati, ma – spiega Benedetta De Angelis – si raccoglierà in futuro continuando a lavorare in un determinato modo. A mio parere, avremmo meritato almeno 6 punti in più: purtroppo, abbiamo commesso degli errori e gli errori a questi livelli si pagano, vedi una partita come quella contro il Falconara. L’Audace gioca sempre un doppio campionato: contro le altre squadre e contro se stessa.
Sicuramente dobbiamo ancora crescere a livello di maturità e mentalità, e questo è un onere soprattutto delle più giovani, dalle quali mi aspetto al più presto un salto di qualità perché hanno tutte le carte in regola per farlo”.
Ma è necessariamente di presente che ora De Angelis deve parlare. Di quell’urgenza che ora deve spingere verso la meta, senza se e senza ma, dopo aver a lungo procrastinato.
“Purtroppo per noi, non è ancora tempo di bilanci. Anche perché, come dico sempre, “il senno di poi è una scienza esatta”. È chiaro, però, che sia stata una stagione al di sotto delle nostre reali possibilità. Se domenica dovesse andare come speriamo e come a mio parere meritiamo in assoluto, avremo raccolto più punti dell’anno scorso: una magra consolazione rispetto all’impegno profuso da parte di tutte e di tutti.
Ora affrontiamo l’ultima partita consapevoli che saremmo dovuti arrivare a questo appuntamento con una serenità diversa, ma mai come stavolta dipenderà da noi. Dobbiamo proseguire sulla falsariga di domenica scorsa con la Kick Off: scendere in campo con lo stesso spirito di coesione e convincimento collettivo e poi chiudere in bellezza per gratificare tutti quelli che hanno creduto in noi, dalla società ai tifosi e alle nostre famiglie”.
La logica aritmetica è chiara: vincere porterebbe alla permanenza in A, altrimenti l’obiettivo passerà ineluttabilmente dai playout.
“Un’opzione, quest’ultima, che non voglio neanche prendere in considerazione. Se non riusciremo ad ottenere la salvezza in casa, probabilmente meriteremo le conseguenze che ne verranno. Ma ho troppa fiducia: so che porteremo a termine la missione. Di quello che accadrà dopo, ad oggi, non mi sento di parlare.
So soltanto che questa squadra eternamente “in potenza”, ha tutte le possibilità e le capacità per sedere un giorno al tavolo dei più grandi”.
Foto: Federica Arca (Audace Wave)
