La famosa Notte Magica del Foro Italico, Susy Nicoletti c’era. E non solo: c’era come primo capitano di quell’Italia che lo scorso 20 marzo, a quasi 10 anni dalla sua nascita, ha tagliato il traguardo della qualificazione al primo Mondiale femminile della storia che si svolgerà nelle Filippine.
“Ricordo quel 25 giugno 2015 come se fosse ieri: l’esordio davanti a tantissime persone, i brividi dell’inno, quella maglia che era nei miei sogni fin da bambina. Oggi fa davvero effetto pensare che quella Nazionale parteciperà ad una competizione del genere, sono molto felice per le mie compagne e per tutto il movimento”.
È per celebrare la più bella pagina di storia che il campionato si è fermato, ma ora l’attività riprende con la visita della Kick Off, che – quasi come in uno scherzo del destino – il Bitonto incontrerà ancora una volta in formazione rimaneggiata, esattamente com’era stato all’andata.
“Purtroppo è così, cose che capitano quando si ha la fortuna di avere tante campionesse in squadra e le finestre delle competizioni internazionali si accavallano con gli eventi della Serie A. In ogni caso, cercheremo di fare del nostro meglio: dopo l’ultima battuta d’arresto in casa del Falconara, abbiamo bisogno di tornare a fare punti e poi sarà anche un’occasione per ritrovarci dopo la lunga pausa e per iniziare a preparare la Coppa”.
Campionesse al quadrato. Il che è già un dato significativo. Ma ad essere veramente eccezionale è il numero delle partecipazioni di Susy Nicoletti alla manifestazione più attesa della Serie A Fabless: ben 21, dai 18 anni ad oggi, e tante di queste si sono concluse con una medaglia d’oro al collo.
“Mi sembra incredibile perché in realtà ho sempre detto che intorno ai 35 sarebbe stata l’età giusta per smettere, poi non so cosa sia successo – sorride – ma mi ritrovo ancora a giocare. La Coppa, poi, è la mia competizione preferita e non perché ne ho vinte tante, ma per com’è strutturata e per tutta l’adrenalina che dà. Essere ancora lì mi riempie d’orgoglio: non sarà facile ripetersi per la terza volta di fila, ma noi ce la giocheremo. L’Under 19? Rivedo un po’ me ragazzina, quando sognavo di vincere qualcosa. Anche se alcune di loro mi chiamano zia, l’affetto rimane – scherza -. Spero che possano vivere una bella esperienza, perché lo meritano”.
Per le baby leonesse c’è la Lazio in semi, per il Bitonto delle grandi c’è invece l’audace Verona ai quarti. “Occhio a non sottovalutare nessuno, le gare vanno sempre giocate e darle per scontato potrebbe essere un grave errore. Ripenso ancora ad un Bisceglie operaio (e lei ne era il capitano, nd.c.) che stava per eliminare la corazzata Falconara che poi l’ha spuntata soltanto ai rigori, prima di andare a vincere la Coppa in finale con lo Statte… Le gare secche sono sempre troppo imprevedibili”.
Non lo dice, ma per la nuvoletta che le compare sulla testa parla da sola: sembra impossibile poter rinunciare a tutto questo, un giorno.
“In questo momento mentirei se ti dicessi che continuerò, ma mentirei anche se ti dicessi il contrario. Di solito, a fine stagione, mi metto lì a pensare e tiro le somme pensando al mio futuro. Certo non ho più 30 anni, ma quel campo per me è ancora vita”.
