Anche Chiara Persiano ufficialmente iscritta al registro delle grandi. Così come ha fatto di recente Lucia Zardini o come accaduto lo scorso anno a De Cao e a Zandonà, profili anche del giro Azzurro. Ancora una volta il “modello Audace Verona” – inteso come splendido rapporto sinergico che lega “cantera” e prima squadra – fa scuola e mette sulla rampa di lancio della massima categoria un altro talentino di sicuro avvenire, fondamentale nell’Under 19 e pronto a farsi le ossa in Serie A. Da quell’esordio col Bitonto è già passato quasi un mese, ma Chiara ricorda tutto.
“Sapevo che a breve avrei avuto la possibilità di entrare, ma non è stato facile lo stesso fuori casa e contro una squadra fortissima. Ho ascoltato le parole delle mie compagne e ho cercato di rimanere serena: è stato un onore aver calcato quel palcoscenico a soli 18 anni, posso solo ringraziare mister e staff per la fiducia che mi è stata data. Quando sono tornata nello spogliatoio avevo una chiamata persa di Linda Fasani, che ha guardato la partita con mia sorella, un messaggio della vice-presidente Oldrizzi che si complimentava per il debutto e un messaggio di mia mamma, orgogliosa di me”.
A casa il pallone non è mai stato un argomento rilevante, eppure Chiara ha sempre giocato con amici e compagni di scuola, fino al 2019: dopo 20 anni di assenza, la Nazionale Italiana femminile di calcio tornava a qualificarsi per un Mondiale dopo aver battuto il Portogallo (3-0 all’ “Artemio Franchi” di Firenze) e a seguire quell’impresa c’era anche una bimba con la testa piena di sogni, ispirata dalle Azzurre. È in seguito a quell’evento, infatti, che Chiara chiede di poter giocare davvero: a 12 anni veste la maglie dell’Hellas Verona, poi della Virtus Verona, ma quando quest’ultima abbandona il progetto Under 19, scopre anche il futsal.
“Anche se all’inizio non ero convinta dell’idea – confessa – è stato impossibile non farsi trascinare dalla passione che vedo nella mia allenatrice, Arianna Pomposelli, e in tutta l’Audace Verona. La stessa Pomposelli, poi capitan Puttow e De Angelis sono veri e propri punti di riferimento: le guardo e cerco di far mio il più possibile uno sport che in fondo conosco solo da due anni. In cosa mi sento cresciuta? Sotto il profilo dell’emotività, sicuramente: avendo trovato tanto spazio nell’Under 19, ora ho un approccio molto meno ansioso e mi sento più sicura delle mie potenzialità”.
Che questo sia il suo mondo, in fondo, lo dicono anche i suoi piani per il futuro. “Frequento il liceo scientifico, ma penso che all’Università sceglierò Fisioterapia o Scienze Motorie, mi piacerebbe rimanere nel ramo sportivo”. E nel frattempo, eccelle come giocatrice di un’Audace Under 19 prima nel proprio girone e vicina alla terza partecipazione in Coppa Italia, come campionessa in carica.
“Siamo consapevoli del percorso dell’andata e felici di aver messo in bacheca la Supercoppa, ma rimaniamo con i piedi ben piantati a terra pensando solo ad ottenere un ottimo piazzamento in ottica playoff scudetto. Per quanto riguarda la Final Four – continua Persiano – abbiamo tagliato ancora una volta un traguardo importante e per nulla facile: non ci arriveremo con la stessa squadra dell’anno scorso, abbiamo però ancora Zandonà, c’è Ficeto e tutte noi siamo migliorate. Dovremo studiare tantissimo perché, ad esclusione del Bitonto, con Lazio e Cagliari non ci sono precedenti in Coppa, ma faremo di tutto per tornare a casa con il miglior risultato possibile”.
Foto: Federica Arca (Audace Wave)
