Serie B

Real Grisignano, Hamid Boutchi e la salvezza: “Bel traguardo, ma so che possiamo dare ancora tanto”

Boutchi

Real Grisignano salvo nel primo anno di Serie B, ma Hamid Boutchi sembra non farci neanche caso. “Non che non sia importante – si affretta a precisare – ma io guardo avanti, so che possiamo dare ancora tanto”. Bastano poche parole per decifrarne il carattere: risoluto, determinato. Un tipo, insomma, che la vita la prende di petto. Ed è così anche il suo futsal. Facciamo una prova.
“Gol incassati? Non ne ricordo neanche uno. Ricordo, invece, tutti quelli che abbiamo segnato. Voglio una squadra offensiva, che giochi per lo spettacolo. Chi è sugli spalti, deve avere voglia di tornare a vederci, portando anche altre persone”.

Aveva il vizio del gol anche lui, da giocatore. “Ero in Serie B di calcio a 11 in Marocco e ho segnato il definitivo 2-1 nella partita per la promozione. È stata un’emozione pazzesca. Ho partecipato ai Giochi Olimpici Universitari in Cina, poi sono stato 6 mesi in Germania e nel 2010 sono arrivato in Italia, come giocatore con Romano Chimento”.

È l’ex mister Roberto Quaranta a chiedergli di darli una mano nel femminile, Bouchti non pensa sia la strada giusta per lui, ma Chimento – appoggiato da Azzolin e Guidotti – insiste al punto che deve cedere e prendere la guida del Real Grisignano Femminile.
“Ora lo ringrazio tanto perché senza la sua testardaggine non avrei allenato: è che sono un po’ particolare – sorride – devo fare le cose a modo mio. Sono partito come secondo e poi sono diventato primo mister, è avvenuto in modo molto naturale. I miei valori? Pretendo educazione e rispetto: se non ci sono questi due elementi per me è inutile, non si va da nessuna parte. Quando ho visto le condizioni giuste, mi sono davvero convinto a iniziare e un po’ alla volta, dopo l’unione col Noventa, sono arrivati risultati importanti”.

Coppa regionale, Supercoppa e salto in B, categoria che le blaugrana si sono garantite con largo anticipo anche nella prossima stagione grazie al 6-1 esterno col CLT.
“Confesso che non ero tranquillo prima della partita: il rischio era quello di sottovalutare l’avversaria, invece abbiamo offerto una bella prestazione. Il quinto posto? Non guardo mai la classifica. Per me parla sempre il campo: chi è più bravo, vince. Ma dobbiamo affrontare una giornata alla volta”.
Allora sotto con l’Infinity in Coppa Italia.
“Impossibile prevedere un risultato, ma so che se le mie ragazze sono in giornata non ce n’è per nessuno. Ho un’enorme fiducia in loro e sono fiero della società. Non possiamo dirci al 100% professionisti, ma cerchiamo di far funzionare tutto nel migliore dei modi: lo staff è splendido e sempre presente e il gruppo è meraviglioso”.


12 principesse in squadra e una regina al suo fianco, la moglie Siham, con la quale ha tre figli: Ayman, il più grande, ha già preso le orme del padre e aiuta Chimento nel ruolo di preparatore dei portieri.
“Se posso permettermi di dedicare tanto tempo alla squadra, è perché c’è Siham a mandare avanti tutto il resto senza che io debba preoccuparmi di nulla. Ci siamo conosciuti a liceo nel 1998, abitavamo nella stessa città in Marocco, a 2 chilometri di distanza, abbiamo frequentato due università diverse ma non ci siamo mai separati. Ancora oggi, dopo tanti anni, è la mia prima sostenitrice. La ringrazio di cuore per la donna e la madre che è”. Ma ci sono ancora due grazie da dire. “A Serena Trevisan e a Rachele Minuzzo per l’incredibile aiuto che danno alla squadra”.

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