Il cuore immenso dell’Okasa Falconara (requisito principale per essere una citizen) e tutto il resto dei muscoli affidati all’esperienza di Gian Marco Farina (in foto, il seconda da sinistra). Così le citizens sono riuscite a firmare un’impresa memorabile in casa del TikiTaka: da 2-1 a 2-3 nel giro di 20”, nell’ultimo minuto di gara.
“È incredibile ciò che queste ragazze riescono a fare con un numero di rotazioni ridotte: quando la fisiologia dice che dovrebbe esserci un calo, loro fanno di tutto pur di smentirla”, ride il preparatore atletico.
31enne, originario di Ortona – dove ha avviato anche la sua attività personale, lo studio “Lab360 Fitness Center” – Farina ha iniziato a specializzarsi col futsal sin dai tempi dell’Università, grazie ad un collega che gli propone di fare esperienza in una scuola calcio a 5. In poco tempo, l’amore per il futsal cresce e Farina affina le sue competenze affiancando Paolo Aiello all’Acqua&Sapone delle stagioni di Perez e Bellarte. Successivamente passa al calcio a 11 in Promozione, poi torna al 40×20 con il Pescara di Despotovic. Il primo “incarico” nel femminile è il lavoro di riabilitazione di Ersilia D’Incecco, colpita dalla rottura del crociato, ma la bravura (e il passaparola) fa sì che il giro si allarghi in fretta. E dopo il sì al GTM Montesilvano, arriva quello all’Okasa Falconara.
“Il feeling con Giulia Domenichetti è stato immediato. In 10 anni in questo ambiente, è la prima volta che incontro un coach con cui sia così bello lavorare e di questo la ringrazio. Ma il mio grazie va anche a tutto lo staff che coopera in sinergia e, non per ultime, alle ragazze: se si ottengono certi risultati è perché tutte credono fortemente in quel che faccio e tutte remano nella stessa direzione. Anche chi non era abituato ad un certo tipo di lavoro, esegue e dà il massimo. Sapevo che avrei avuto a che fare con delle professioniste, ma non pensavo di poter chiedere così tanto e così a lungo. Stanno tenendo un ritmo del quale a volte io stesso faccio fatica a capacitarmi”.
Test fisici e posturali in presenza a inizio anno e poi sedute programmate da remoto: questo il modus operandi di Farina con l’Okasa.
“Avevo già lavorato in modalità video con clienti singoli, il fatto di lavorare con un’intera squadra a distanza mi ha fatto inizialmente pensare, ma fortunatamente – sorride – tutto funziona: i programmi sono specifici per ognuna, gli esercizi vengono filmati e inviati per eventuali correzioni praticamente in tempo reale. Mercoledì c’è palestra, giovedì potenza sul campo: velocità, forza esplosiva e altre abilità affini. Ora si avvicina la Coppa e cambieremo un po’ metodologia cercando di non accumulare troppa fatica”. Forse questo il compito più difficile: riconoscere il limite. “Quando sembra sia arrivato, c’è sempre la giocatrice che ti stupisce e lo sposta un po’ più in là”.
