“Che ha fatto il Levante Caprarica?”. Da quando questa domanda ha soppiantato quelle sui risultati di Lecce e Inter, Milena Trenta ha iniziato a rendersi conto della portata del fenomeno che le giallonere innescano ogni domenica: non si tratta solo di una gara di futsal, ma di un’intera comunità nel cuore del Salento che – se non può assistere personalmente all’incontro – allora chiede a chi c’è stato. Perché, a suo modo, vuole essere vicino alla squadra che da qualche anno riunisce intere famiglie attorno ad un pallone che è simbolo di qualcosa di molto più grande: è appartenenza, è legame.
“All’inizio non ne ero consapevole. Poi ho cominciato a vedere 140 persone sul posto di lavoro, e chissà quante altre fuori, interessate a noi, allora ho capito: siamo diventante un collante. Abbiamo convinto anche le persone più scettiche, quelle che al futsal femminile non avrebbero dato una lira, ma poi sono arrivate al campo e sono rimaste stupite dal nostro gioco. Pensate, per esempio, all’ultima rete di Amanda… una puntata dritta sotto l’incrocio! Da portiere, se lo avessi subito, mi avrebbe fatto imbestialire, ma ora penso che quei gol li facciamo noi e mi viene da sorridere”.
Belle, ma anche concrete. Come ha dimostrato il riscatto contro la Woman Napoli (4-1 imposto in trasferta).
“A mio avviso, il nostro campionato è iniziato dalla seconda contro il Canicattì: con le campane era tutto da collaudare, dovevamo ancora conoscerci dopo la preparazione. Se potessimo rigiocarla 10 volte, sono sicura che la vinceremmo tutte e 10. Ma ora ci stiamo prendendo le nostre soddisfazioni contro tutte, e in più con prestazioni davvero spettacolari. Col Reggio, che a sua volta ha giocato benissimo, è stata la partita più sofferta (3-3), pure con la Salernitana c’è stato da sudare ma l’abbiamo spuntata, mentre con l’Irpinia è stato un turno particolare: dopo il vantaggio si sono letteralmente chiuse dietro e non credo che sia questo il loro solito atteggiamento. In ogni caso, sono felice di quel che vedo: partire dal regionale con questo gruppo e vederlo arrivare a certi livelli, per me è qualcosa di incredibile ogni giorno”.
Continuità è la parola chiave anche all’interno del reparto portieri che Trenta cura personalmente.
“A parte la gioia di incassare pochi gol, c’è anche il privilegio di coltivare rapporti che durano nel tempo: con Lazzari è terzo anno di lavoro, con De Gaetani il secondo e questo è sicuramente un vantaggio. Ormai ci conosciamo alla perfezione. Se commettono un errore, cercano il mio sguardo e sanno già che martedì, almeno 20’, saranno dedicati ad esercizi solo su quello – sorride la preparatrice -. Stiamo crescendo insieme, ho iniziato con loro subito dopo aver smesso di giocare e con loro posso alimentare la passione per il ruolo che amo, ma da un’altra prospettiva”.
Ora il Canicattì per la seconda del girone di ritorno, ossia quella fase della stagione che mette in palio tutto quel che c’è da vincere.
“Non sarà di sicuro una passeggiata, ma vogliamo continuare a dimostrare il nostro valore. Anche se siamo sempre quella squadra che non si pone obiettivi e fa un passo alla volta, non arrivare fino in fondo dopo 3 mesi praticamente perfetti comporterebbe di sicuro un pizzico di delusione in più rispetto agli altri anni. Ma sono fiduciosa: in fondo si tratta di confermare quando fatto fino ad oggi e continuare a puntare in alto. La Coppa Italia sarebbe un traguardo straordinario, anche i playoff però avrebbero il loro perché…”.
Foto: Giulia Maniglia
