Quasi non se ne fa una ragione, Federica Ferrando. La semifinale di Coppa Puglia persa col Veglie a Taranto, sua città natale, ha lasciato un velo di tristezza mista a rammarico che la neroverde della Futura Bitonto fa fatica a scrollarsi di dosso.
“Da tarantina, sono contenta che la Final Four si sia svolta lì, poi col Città di Taranto ho giocato un anno in A2 per cui è stato bello riabbracciare il PalaFiom, ma a livello emotivo e mentale è stata dura. Per quanto riguarda la gara in sé, poi, troppe cose non sono andate: il gol subito dopo soli 5’ su palla inattiva letta male dalla nostra difesa ci ha buttate giù, e la situazione è peggiorata al rientro nello spogliatoio. Si respirava un clima di tensione che ha appesantito uno svantaggio in realtà minimo e il secondo tempo, di conseguenza, è stato un completo black-out: come se per noi non fosse mai iniziato.
Magari avremmo perso lo stesso: il Veglie è nettamente superiore a noi dal punto di vista tecnico e tattico, con una calcettista giapponese, una spagnola e altre individualità molto forti come il capitano leccese che non sono praticamente mai uscite ma noi non abbiamo fatto nulla per complicargli il compito. Non riconoscevo né me stessa, né la mia squadra e mi dispiace perché in una vetrina così importante abbiamo dato un’immagine di noi mortificante, che non rispecchia assolutamente la squadra che siamo”.
Questione di mentalità, prima di tutto. “Se un anno fa, con una squadra meno attrezzata e meno brillante, abbiamo portato ai rigori la semifinale con l’Aradeo che ci aveva sempre battute, questa volta abbiamo offerto la nostra peggior prestazione. Salvo solo capitan Tempesta, che non si è lasciata condizionare, ma ripeto: la Futura Bitonto vista a Taranto non è quella che vivo da un anno e mezzo”.
Un’ultima nota sulla Coppa.
“Un plauso al Taranto che ha vinto questa competizione meritatamente. Una volta subita la nostra eliminazione, la magra consolazione è che la Coppa sia tornata nella mia città. Ma approfitto di questa opportunità per fare un appello alla Federazione nel ripristinare l’equità di questa competizione, facendo giocare le Final Four in campo neutro, come è già successo nel passato. Per finire, ringrazio le mie compagne di squadre e Roberta Belcore per la fiducia dimostratami”.
Brucia ancora, ma arrivano gli impegni di campionato a chiedere di far rimarginare in fretta le ferite. “Col San Severo non vedo altra alternativa alla vittoria – taglia corto Ferrando -, siamo al completo e abbiamo tutte voglia di voltare pagina”.
Foto: Mara Mitaritonna
