Serie A

Leti Martin Cortés, hasta el final: “L’Okasa Falconara come il Real Madrid: ci crede sempre”

Tre punti in più per l’Okasa Falconara grazie ad un gol di Aline Elpidio di ginocchio, proprio sulla sirena. Un evento come se ne vedono davvero pochi anche in uno sport imprevedibile come il futsal, ma a mettere in discussione la statistica ci pensa Leti Martin Cortés che questo film l’ha già vissuto. Qualche esempio? Due anni fa col TikiTaka (pareggio allo scadere che ha prolungato ai supplementari gara -2 nel derby di semi playoff, vinto successivamente ai rigori), ai tempi dell’Isolotto (nella gara di campionato contro il Breganze) e ancor prima – più di una volta – negli anni da capitano al Valladolid.

“Come me lo spiego? Facile – sorride – io tifo per Los Blancos, perciò fa parte della mia cultura sportiva: “Hasta el final, vamos Real!”. Impossibile, per me, non crederci fino alla sirena, anche se è stata una partita dai due volti. Nel primo tempo abbiamo dominato, nel secondo siamo scese di intensità: quando lasci il risultato aperto con la Lazio, puoi aspettarti di tutto e infatti nell’ultimo minuto hanno quasi segnato loro. Poi, però, è arrivata quell’ultima azione, la più disordinata… – ride –. Comunque la fortuna va anche cercata, eh. Sappiamo di non aver giocato la nostra migliore gara, ma sono punti che ci ritroveremo alla fine”.

Per ora valgono un terzo posto con vista Pescara, squadra distante una vittoria (quella che le citizens cercheranno in trasferta col Foligno) e ferma per riposo.

“Giocheremo su un campo grande contro una squadra fisica e bisognosa di punti, capace di mettere in difficoltà anche il CMB, ma noi vogliamo continuare il nostro percorso: mentalmente siamo cresciute tanto e mi sento tanto cresciuta anche io. In estate c’è stato un cambio drastico nella mia vita, non parlo solo di futsal: ho avuto momenti brutti – racconta Leti – in più mi sono portata dietro fino ad un mese gli strascichi di una distorsione di secondo grado aggravata pur di giocare la finale scudetto contro il Bitonto, ma l’Okasa Falconara mi ha accolta a braccia aperte e ora sto bene”.

Anche come grafica si sta facendo strada, tanto che il presidente Bramucci le ha affidato in toto la realizzazione delle nuove maglie.
“Avevo già disegnato il merchandising del Burela, ma una divisa è l’identità di una squadra e questo comporta maggiori responsabilità. Mi sono detta: ci provo, vediamo che succede. Ho seguito la linea di Nicolò Valenti, del quale sono grande fan, e ho sviluppato la mia idea in tre varianti: azzurra, nera e bianca. La prima, quella che abbiamo indossato con la Lazio, rappresenta totalmente quel che ho in mente quando penso a Falconara. Guardavo le mie compagne e pensavo: quelle maglie le ho fatte io, ne sono molto orgogliosa”. Sul retro della sua c’è l’inseparabile 14. “È quello che ho scelto quando sono salita in prima squadra a Valladolid, l’unico rimasto libero per l’ultima arrivata”, ride. “Ma per fortuna è anche il numero che mi ha accompagnata in tanti bellissimi momenti”.

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