La sua famiglia, la sua migliore amica (domenica anche avversaria) e gli amici che l’hanno vista con la maglia da calcio lunga fin sotto le ginocchia. A Catania, prima e dopo la gara con la Meta, Veronica Privitera potrà riabbracciarli tutti perché è da lì che la numero 10 viene. Dalle pendici dell’Etna, da una terra baciata dal sole che l’ha temprata nello spirito e nel carattere. Sembra dura, Veronica. Sarà per la sua ferrea disciplina o per quello sguardo concentrato sempre sul prossimo obiettivo da raggiungere. Ma poi si scioglie quando parla di casa.
“Non siamo una famiglia numerosissima, ma tutti faranno in modo di esserci. Spero anche il mio nipotino Leonardo, che ora ha la febbre ma io vorrei poter fare entrare in campo con me per la prima volta. E poi ci sarà Elenia (Todaro, n.d.c.): non è la prima volta che la sfido da avversaria, ma è sempre emozionante giocarci contro. Un suo pregio? La tecnica, non riesci a toglierle la palla dai piedi. Un difetto? Difficilmente torna in difesa”, ride.
Condividono anche la passione per il beach soccer, ma il primo vero amore è stato il calcio.
“Dato che mio fratello giocava, il pallone in casa non è mai mancato. Ho iniziato con lui e gli amici nel quartiere, poi a 6 anni la prima scuola calcio, ma a 14 anni ho smesso: non c’erano squadre femminili a Catania, per continuare avrei dovuto trasferirmi a Roma, ma la Lazio, che mi aveva cercata, voleva un tutor che mi seguisse. E così ho cambiato completamente sport”.
Dai tacchetti… ai tacchi: danze caraibiche. Sì, avete capito bene. E con grandi risultati sia nazionali che internazionali, tanto che a soli 16 anni vola sino a Porto Rico per un congresso sulla disciplina. In fondo, è questa la passione di famiglia e quando i genitori decidono di aprire una scuola di ballo, Veronica e suo fratello sono validissimi insegnanti. E allora come torna il calcio nella sua vita?
“Avevo 21 anni e per fare un favore ad un amico che aveva bisogno di un giocatore in attacco, sono andata a giocare una partita con il Camaleonte Calcio femminile. Quando sono uscita dallo spogliatoio, risentire il rumore dei tacchetti è stata un’emozione unica. Non avevo dimenticato il primo amore, l’avevo solo accantonato, ma dentro di me c’era ancora. Andavo a vedere le partite dei ragazzi e pensavo: “Cavolo, ma anche io so giocare. Anche io voglio giocare”. E così ho ricominciato”.
Anche quando fa capolino il futsal, il calcio le riempie ancora il cuore.
“Nel 2016 ho firmato col Vittoria Sporting Futsal, ma ero in confusione totale: correvo ovunque, perché per me era quella la fase offensiva. Mi sentivo fuori luogo, perciò dopo soli 3 mesi sono tornata al calcio a 11 nella Roma CF in serie B. A fine stagione siamo arrivate seconde, una bella esperienza, ma quando mi ha chiamata la Salinis, ho dato al futsal un’altra opportunità”.
La volta buona che le fa capire che quello sport col pallone a rimbalzo controllato fa assolutamente per lei. La rottura del crociato la rallenta, ma non la ferma e quando torna in Sicilia, nel Futsal Ragusa, lo fa come profeta in patria col double Coppa Italia-campionato. Altro rallentamento nell’anno col Grisignano interrotto dal Covid, poi l’avventura con la Kick Off, prima del trasferimento a Cagliari: due anni e mezzo li passa con la Jasna, l’altra metà del terzo è una cavalcata trionfale con la Med che la porta dritta al ritorno in A.
Siamo a giugno del 2024 e per Veronica l’estate è la stagione del Beach Soccer, che vive per la prima volta con i colori rossoblù del Cagliari.
“Ringrazierò sempre il presidente Manuel Perra, che mi ha contattata e mi ha chiesto: “formiamo una squadra femminile?”. È stato un piacere aiutarlo: sfruttando la mia conoscenza dell’ambiente, ho individuato le migliori giocatrici in circolazione e lui si è fidato ciecamente, oltre al fatto che non ci ha mai fatto mancare nulla. Peccato per la Coppa Italia persa a Cirò Marina, ma le soddisfazioni sono state tante: abbiamo portato sull’isola la prima Supercoppa vinta sulla sabbia e soprattutto il primo Scudetto. Un’emozione speciale per me, che me lo sono cucito sul petto da capitano e ho condiviso il premio di capocannoniere con Taiane Costa. Adesso stiamo aspettando le nuove competizioni con la Nazionale (nel suo Palmarès ci sono anche un secondo posto all’Europeo di Cagliari, un quarto e quinto posto nei due Europei disputati ad Alghero, ai quali ha partecipato sempre da capitano delle Azzurre, n.d.c.) e lottiamo per avere un Mondiale femminile, sogno che dovrebbe realizzarsi entro il 2027”.
È da campionessa d’Italia, quindi, che Privitera ha lasciato la Sardegna e la Med per dire sì al Levante.
“La Puglia mi è sempre piaciuta e poi ho conosciuto Pier Paolo Morello e mi sono definitivamente convinta: non solo ha dimostrato di avere grande stima di me e mi ha spronata seguendomi nel beach, ma ha risposto a tutte le mie domande con semplicità e concretezza. Quando sono arrivata a Caprarica, poi, è stato impeccabile in tutto e per tutto. Mi ha coccolata, e non perché fossi io. Lo fa con tutte le sue giocatrici, indistintamente. Se c’è mezzo problema, ci pensa lui”.
Già 10 reti per Veronica tra campionato (8) e Coppa Italia (2). “Ma ammetto che all’inizio mi sono sentita spaesata: a Cagliari avevo la mia stabilità e il mio lavoro, poi però ho capito di aver trovato un gruppo bellissimo. Ci fidiamo l’una dell’altra, ci prendiamo in giro e c’è armonia. Anche col mio secondo lavoro ho ingranato: mi sto affermando come istruttrice di padel in diversi centri e ho lezioni praticamente tutti i giorni”. Tutto perfetto, quasi perfetto anche l’andamento in campionato che vede le giallonere in piazza d’onore. “La società non ha pretese, ma secondo possiamo fare tanto, magari – sorride – centrare i playoff e poi portarli il più avanti possibile”.