Non basta per raggiungere Foligno e Cagliari, ma quello col Molfetta è comunque un punto che torna a muovere la classifica dell’Audace. Per quanto il prezzo da pagare sia stato un rosso difficilmente digeribile a capitan Puttow.
“Non mi piace lamentarmi dell’arbitraggio – mette subito in chiaro mister Andrea Rossi -. Se non fai gol su 16 occasioni create, in qualche modo la colpa è tua. Troveremo altre terne che possono prendere decisioni non condivisibili, ma dobbiamo adattarci, capire il metro di giudizio e portare a casa la partita. Dispiace sicuramente che sia mancato dialogo, cosa che al contrario ci viene chiesta, ma se avessimo fatto 3 gol nei primi 5 minuti probabilmente non ci sarebbe stato da discutere di altro e gli arbitri non sarebbero andati in difficoltà. Ho giocato troppi anni per cercare alibi che ci porterebbero solo a perdere di vista l’obiettivo: dobbiamo continuare a giocare e lavorare su quello che sbagliamo noi, altrimenti non si cresce”.
E se sono le difficoltà a temprare, affrontare il Bitonto tricolore senza il capitano rossonero sarà senza dubbio il test più probante.
“L’affrontiamo con grande umiltà, ma – precisa Rossi – se sono qui è perché la società mi ha chiesto un cambio di mentalità importante. Mi spiego meglio: l’Audace è ancora una squadra che punta alla salvezza, ma sarà diverso il modo in cui cercherà di raggiungerla: non scenderemo in campo per far nostri quei 4/5 scontri diretti o per incassarne il meno possibile dalle prime della classse. Con tutto il rispetto per il valore altrui, per me tutte le gare sono da vincere. Vogliamo essere un’Audace capace di rosicchiare punti su ogni campo e, soprattutto in casa nostra puntiamo a mettere in difficoltà chiunque, campionesse d’Italia comprese”.
E se Rossi ha preso subito a cuore la causa Audace è per un motivo ben preciso.
“In 15 anni di maschile (prima come giocatore in A2 e B e poi come allenatore dei settori giovanili, prima dell’esperienza come Tecnico Federale a Tombolo, n.d.c.), non ho mai incontrato una società così preparata, competente e seria. Direi che come primo anno nel femminile, mi è andata di lusso – scherza prima di tornare serio -. So che percorso stiamo facendo una trasformazione radicale che richiederà un lungo processo, non si cambiano 4 anni in due mesi e ci sta che i risultati possano arrivare a corrente alternata, ma faccio parte di un club che merita il massimo e con esso tutte le ragazze che ci stanno mettendo un impegno fuori dal normale. Pur abitando a un’ora e un quarto da qui e avendo due figli, ho messo allenamenti praticamente tutti i giorni e tutte sono presenti con la massima abnegazione: per questo vorrei che arrivassero questi benedetti tre punti, più per loro e per la società, che per me. Stiamo solo aspettando. Magari – sorride in chiusura – tutti i gol che non sono entrati in queste settimane arriveranno col Bitonto… il futsal è strano, ma lo amiamo anche per questo”.
Foto: Federica Arca (Audace Wave)
