Vittoria, gol (due per la precisione) e primi tre punti in campionato. Il tutto alla vigilia del 24esimo compleanno festeggiato proprio ieri. Rientro da urlo per Alessandra D’Oria, che si è lasciata alle spalle un fastidioso problema al retto femorale ed è tornata a fare quel che più le piace: giocare con la maglia del Levante Caprarica.
“Non sono stata bene a guardare le partite da fuori. Ero nervosa e dispiaciuta allo stesso tempo: mi sono preparata un’estate intera, sapevo di aver lavorato bene e che questo stop non avrebbe influito più di tanto né a livello fisico, né a livello mentale. Non poteva e non doveva essere un infortunio a farmi regredire”.
E la conferma è arrivata subito, nel 7-1 imposto all’Academy Canicattì. “Il primo tempo è finito con un risultato stretto (2-1 per le giallonere, n.d.c.): abbiamo creato tanto, ma due pali, una traversa e un pizzico di imprecisione sotto porta ci hanno impedito di concretizzare al meglio la mole di gioco creata. Questo in altre circostanze avrebbe potuto innervosirci, ma ci siamo date il giusto tempo: è vero che alla fine è entrato il meno pericoloso dei tiri – sorride – ma da lì in poi è uscito fuori tutto il carattere, e anche le individualità, che di certo non ci mancano. E c’è tanto anche di quel numero 10 che ha giurato fedeltà al Levante 4 anni or sono e che in questa famiglia sportiva ha trovato appoggio, affetto e conforto in uno dei momenti più bui della sua vita.
“Non è stato un anno facile per me – racconta -. Mia nonna non è stata bene, un ictus me l’ha simbolicamente portata via in un giorno appena. C’è, ma allo stesso tempo non può più essere quella seconda mamma che non mi ha fatto mai mancare nulla. Ora è lei ad avere bisogno di me. Io ci sono con tutto l’amore del mondo, ma quanto accaduto mi ha portata a stare male anche in campo. Ecco perché il primo gol di domenica è stato un po’ come una liberazione: ho aperto le braccia, ho alzato gli occhi al cielo e quando sono andata al cambio ho pianto fino a quando sono rientrata. Non riesco più ad essere felice come prima, ma l’ambiente mi ha salvata: ho saltato un paio di allenamenti e poi mi sono rimessa subito sotto. Nel futsal ho trovato sfogo. E il primo gol della stagione è naturalmente per nonna Angelina”.
Con gli occhi pieni di lacrime, ma il cuore che batte più forte pensando al prossimo match: a Caprarica arriva il Reggio Sporting Club apripista del girone D e il Levante sa cosa fare. “Abbiamo la giusta maturità per affrontare chiunque, dobbiamo semplicemente mettere in campo quello che proviamo in ogni allenamento. Certo siamo ancora in rodaggio, ma la squadra c’è”.
In più D’Oria è tornata e ha già siglato due dei 10 gol che si è posta come traguardo personale.
“Se ne arriveranno di più mi farà piacere, ma voglio volare basso e seguire l’esempio di chi ha più esperienza di me. Amanda, ad esempio, ha un carisma mai visto prima, oltre a professionalità e grinta da vendere. Rocio è adorabile come persona, prima che come giocatrice. La vedi sempre e solo col sorriso. E poi c’è Privitera, quella più dura in apparenza, ma anche una donna che sa cosa sia la riconoscenza e un pivot straordinario, che ha un peso enorme in campo – dice parlando della campionessa d’Italia di Beach Soccer -. Se mi piacerebbe mettervi alla prova sulla sabbia? Perché no… – chiude D’Oria -, è sempre di calcio che parliamo e quando corro dietro ad un pallone, io sto sempre bene”.