Serie B

Derby-replica con l’Hurricane, Garcia all’Infinity: “Ora sappiamo cosa fare”

Garcia

Un primo tempo da dimenticare, una ripresa di tutt’altro spessore. Anche se l’Infinity Futsal Academy vista in Coppa Italia contro l’Hurricane non è stata la stessa del netto 3-0 al Real Grisignano, le biancazzurre escono dal campo imbattute: sul tabellino, per il gol dell’1-1, c’è il nome di Melissa Barban. Quel che da lì non emerge, però, è il gran numero di parate compiute da Cristina Garcia, brava a contenere le avversarie in attesa di riprendere la rotta.
“Dopo il derby col Grisignano eravamo cariche, ma in realtà l’emozione della Coppa – una competizione alla quale teniamo tantissimo – ci ha quasi giocato un brutto scherzo. Nella prima parte siamo praticamente rimaste nello spogliatoio e sono arrivate tante conclusioni nella nostra porta. Ci sentivamo bloccate, ma poi è arrivato l’intervallo e con lui una strigliata memorabile di mister Carluccio che ha avuto effetto immediato: la prestazione della ripresa non ha avuto nulla a che vedere con i primi 20’”.

Pareggio quasi in zona Cesarini. Quella delle squadre che non mollano mai. Ma nel derby-replica di campionato, la lezione è quella di… puntare prima la sveglia.
“Se l’abbiamo recuperata in un tempo, domenica vogliamo giocarcela dall’inizio alla fine e portarla a casa. Non abbiamo più minuti da regalare alle nostre avversarie”.

Determinazione. La stessa che ha avuto in occasione del Torneo delle Regioni festeggiato ad aprile col Veneto. Probabilmente non era scritto nel destino, ma è stata Cristina – con la solita perseveranza – a far sì che accadesse.
“La prima convocazione è arrivata a 17 anni, ma tra stop per il Covid e le successive esperienze in Serie A tra Padova e Vip, non sono mai riuscita a partecipare. Ce l’ho fatta all’ultima occasione utile, ma anche qui non è stato facile: mi sono rotta tutte le ossa del naso in uno scontro di gioco il 14 aprile, dal 18 al 22 sono stata a Genova a seguire le Coppe Italia di A, B e C e il giorno dopo sono partita per Reggio Calabria con la maschera protettiva. Hanno cercato di convincermi fino alla fine per entrare in campo, ma sentivo troppo dolore. Ho comunque vissuto il TDR come se avessi giocato e ho avuto tantissimo appoggio da parte delle mie compagne: mi hanno fatto una maglia con scritto “con te siamo 12 leoni”, perché stavano giocando in 11 ma io facevo comunque parte della squadra. Quando l’abbiamo vinta ero talmente tanto felice che non mi importava di non aver giocato per l’infortunio, perché era una medaglia che volevo al collo da 8 anni”.

Avete capito bene. Dalla Liguria alla Calabria senza passare dal via per il futsal. Una passione che ne scandisce la vita a 360° gradi e l’ha portata spesso a fare follie. “Diciamo che PalaRoma e PalaRigopiano in Abruzzo, più il PalaFlorio di Bari, sono itinerari ai quali arrivo ormai senza navigatore”, ride. E quando Cristina si presenta in un palazzetto non è solo spettatrice, ma anche e soprattutto fidata collaboratrice di AGS come insostituibile grafica. Ah, anche i conti scientifici del Fantafutsal sono roba sua, ma questa è un’altra storia.

“Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione a Bologna e poi in Graphic Design a Venezia, a marzo di quest’anno, con una tesi sul rebranding dell’Audace Verona per la quale ringrazio Maddalena Oldrizzi e Alessandro Betteghella, rispettivamente vice-presidente e presidente della società. Prima della tesi ho svolto uno stage di tre mesi ad Aosta con Nicolò Valenti e ho lavorato a progetti per clienti come Puma, Prime Video, Sox Pro e per la Champions League di calcio a 11 maschile. Questa esperienza mi ha fatto capire ancora di più che è esattamente per il settore sportivo che voglio lavorare. Sinceramente – confessa – essendo abbastanza schematica e venendo da una famiglia di ingegneri, ho sempre visto la creatività come qualcosa di molto lontana da me. Ma in realtà, era solo da incontrare: a 7 anni, mia madre mi ha insegnato ad usare il PC, a 15 mi ha regalato la prima tavoletta grafica. E da lì si è aperto un mondo, perché ho avuto la fortuna di poter conciliare quello che è ormai un lavoro con la passione per il futsal. A 18 anni ero una fan delle giocatrici di Serie A alle quali chiedevo le maglie di gioco, oggi ci parlo a bordocampo, le conosco e qualcuna di loro è diventata anche più di una conoscente. Ecco perché non mi pesano 800 chilometri per un paio di partite: impossibile provare fatica, se quel che faccio mi rende così felice”.

Ora questo entusiasmo si riversa anche sull’Infinity, squadra alla quale è arrivata durante il mercato estivo. “Non ho dovuto pensarci più di tanto, mi è bastato sentire il nome di Riccardo Venturini: lui è tra i migliori preparatori dei portieri in Italia, assurdo che possa avere il privilegio di allenarmi con lui in Serie B. Avrebbero potuto esserci solo tre ragazze in rosa e io avrei detto comunque sì, per lui. Per fortuna – sorride – c’è anche tutto il resto: una preparatrice atletica molto valida che è Giorgia Benetti, uno staff super competente e una struttura incredibile a Tombolo. Difficile poter chiedere di più”.

Foto copertina: Federica Arca

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