Serie B

L’Infinity frena il Sassari, Marta Verdù: “Punto che vale come una vittoria”

Marta Verdù

Pari e patta contro un’Athena Sassari che perde così il primato. La super reazione dell’Infinity Futsal Academy inchioda sull’1-1 la corazzata sarda e diventa un trampolino di (ri)lancio per la spagnola Marta Verdù e le sue compagne d’avventura.
“Non è stata una partenza sprint, ma sono sempre rimasta tranquilla perché il gioco c’è. A parte la gara con la Polisportiva, in cui abbiamo un po’ perso la testa, la gara con la Med sarebbe potuta andare in qualsiasi direzione, mentre col Sassari ci abbiamo creduto fino alla fine: questo punto vale come una vittoria perché ci fa capire che possiamo giocarcela con chiunque. La mia prestazione? Ho fatto 2-3 interventi, non di più. La fase difensiva è stata perfetta, così come i nostri contrattacchi in velocità, caratteristica che sapevamo le avrebbe messe in difficoltà”.

Anche la gara col Pero è stata studiata a dovere.
“Mentalità ed esperienza sono più o meno le stesse delle passate avversarie, ma stavolta in più dovremo giocarci il jolly del campo, che dovrà diventare un fortino nel quale collezionare più punti possibili. Con il rientro di Minuzzo e quello di Carollo siamo al completo: questa dovrà essere un’altra opportunità per accrescere la nostra fiducia e capire di che pasta siamo fatte”.

Marta Verdù

E di che pasta sia fatta Verdù, le compagne l’hanno capito subito.
“Sono già diventata la barzelletta dello spogliatoio – ride -. Scherzi a parte, ho un carattere molto socievole e tutto dicono di me che sono un buon elemento anche fuori dal campo, cosa che nello sport è fondamentale. Pur essendo giovane a mia volta, penso di essere una figura che per carattere possa far crescere le altre ragazze: da quando ho 16 anni, il futsal è la mia priorità, riesco a trasmettere quanta importanza abbia per me e spero che a fine anno tutte le più piccole possano condividere la mia idea di sacrificio, impegno, cura di sé stessi. Dove non si arriva col talento, si può sopperire con la volontà. Solo il talento, invece, non basta mai”.

Nel suo caso c’è stato anche un pizzico di fortuna, perché il suo amore per il futsal è coinciso anche con l’amore vero e proprio.
“Giocavo a Valencia e nella mia stessa società c’era una squadra maschile che mi ha permesso di conoscere un calcettista veneto (ora centrale difensivo nel Cornedo Vicentino). Quando lui è rientrato in Italia, ho approfittato dell’Erasmus per avvicinarmi a Vicenza. La squadra più vicina era il Città di Thiene ed è con quei colori che ho conosciuto per la prima volta la A2, lavorando tanto a livello personale: non conoscevo la lingua, mi approcciavo ad un futsal sicuramente meno tattico, ma fortunatamente mi adatto con facilità e credo di essere cresciuta molto. L’ultima partita di quell’anno è stata con la Vip e credo sia stato proprio quello il momento in cui sono stata notata, e successivamente chiamata”.

La testa è concentrata anche sugli studi di Scienze Motorie, ma gli occhi le brillano: il progetto punta alla Serie A, c’è bisogno anche di lei per riuscirsi. E Marta risponde presente, rimettendo il calcio a 5 al centro della sua vita.
“Ma sai quei periodi in cui va tutto storto? Ecco, per me stava per iniziarne uno: dalla preparazione a Natale ho subito due infortuni, quando sono rientrata il campionato era già ben indirizzato e da marzo era praticamente vinto, per cui gli stimoli non erano altissimi. Ho aspettato l’anno successivo, convinta che sarebbe arrivato il mio momento, ma – sorride amara – il mio ginocchio ha ceduto (rottura parziale del legamento crociato, n.d.c) duramente il riscaldamento della prima gara. Ho rimesso piede in campo a Natale, nel frattempo Carturan stava andando molto bene e lì ho pensato per la prima volta all’Infinity, in accordo con la mia società che la vedeva come una buona possibilità per rientrare. Ma ogni cosa accade al momento giusto: sono rimasta con la Vip e solo a fine anno le nostre strade si sono divise”.

Ora da Valdagno, dove vive col ragazzo, la strada è sempre verso la sua nuova squadra biancazzurra. “Sarà questo il mio anno, deve essere così”.

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