Fatica ancora ad ingranare la Futura Bitonto 2.0 e cercare i motivi di questo andamento lento diventa difficile, visto che “nello spogliatoio siamo una squadra, in campo ancora no”. A dirlo è Federica Ferrando, una delle più esperte tra le neroverdi -nel suo curriculum una Coppa Italia vinta col Martina Monopoli, le stagioni con Molfetta e Città di Taranto in A2, più varie esperienze nel regionale tra Cassano, Sammichele, Modugno, Mola e Sava, (senza considerare la convocazione con la Rappresentativa Lucana nell’anno del Salandra e i precedenti 10 anni nel calcio a 11) – che parla a poche ore dalla separazione tra il club e mister Mimmo Amoruso.
“Non me lo aspettavo onestamente, ma se la società ha deciso così, avrà le sue motivazioni. Ora spero che arrivi un mister non solo competente come lo era Mimmo, ma anche in grado di fornire una comunicazione efficace nei confronti della squadra, motivandoci a dare il meglio di noi, a tirar fuori la grinta e il carattere. Dopo l’ultima gara col Bitetto – torna sul match Ferrando – ci siamo radunate e abbiamo parlato a lungo di quel che non va. Alla base c’è un problema di bassa autostima sicuramente incentivata dalla brutta scia di risultati: c’è tanta potenzialità inespressa e dobbiamo capire che non servirebbe neanche avere Maradona in squadra, se alle sue spalle non ci fosse una squadra disposta a cooperare in totale armonia”.
Poi, ma solo a margine, c’è da considerare almeno 3 episodi non favorevoli che hanno creato nervosismo.
“In 4 gare abbiamo incassato 3 gol viziati da decisioni arbitrali discutibili: il primo errore è stato nostro nel fermarci a protestare lasciando agire praticamente indisturbata la squadra avversaria, ma – anche se questa non è certamente la causa della nostra classifica – sarebbe bello poter avere designazioni più valide. Anche contro il Bitetto è successo qualcosa di simile, senza nulla togliere però alle avversarie che hanno meritato la vittoria, non tanto perché più forti, ma perché hanno giocato di squadra”.
Ora tocca alla Futura Bitonto farlo nel secondo turno di Coppa Italia contro le rivali appena incontrate.
“Nell’aria c’è voglia di rifarci, anche perché è stata una battuta di arresto che non ci aspettavamo: essendo alla sua prima partecipazione in questo campionato, il Bitetto aveva logicamente qualcosa in meno dal punto di vista tattico e in più ha un’età media piuttosto bassa, ma cercheremo di farci valere domenica. Spero che quel che ci siamo dette a voce, si traduca sul campo con una prestazione di gambe, cuore e testa. Ci serve fiducia e di conseguenza ci servono punti: non per il risultato fine a sé stesso, ma per cambiare l’approccio psicologico al resto delle partite”.
In neroverde solo da poche settimane, Ferrando si è già fortemente legata al progetto nel quale è stata coinvolta da Roberta Belcore.
“Ho avuto anche altre proposte, ma di lei mi fido ciecamente. Pur sentendomi libera di decidere, ho scelto lei come certezza. Ha sempre fatto tanto per il calcio a 5 ed è un punto di riferimento in un momento in cui le cose non stanno funzionando. Sono sicura che risolveremo tutto e ci sbloccheremo presto”.