Serie A

Domenichetti e il derby dell’Adriatico: “Vittoria di carattere, questo è lo Stilcasa Costruzioni Falconara”

Domenichetti

“Io volevo un anno sabbatico…”, dice trascinando la “o” finale. Le mille emozioni del derby dell’Adriatico sono evidentemente ancora lontane dall’essere smaltite, ma il tono di Giulia Domenichetti è quello di chi non è riuscita a convincere neanche sé stessa, figuriamoci gli altri. Perché in fondo, l’allenatrice dello Stilcasa Costruzioni Falconara lo sa bene: è esattamente dove deve essere. E quando c’è questa certezza, non importa se tutto sia successo troppo in fretta rispetto ai classici iter del futsal, o troppo tardi rispetto ai classici annunci del futsalmercato. Sei in ballo e vuoi ballare.

“Al gol di Ana mi sono praticamente ritrovata in campo – sorride – perché, parliamoci chiaro, quella col GTM Montesilvano non è stata una partita come tutte le altre. Non lo era per l’ambiente e non lo era neanche per me, che faccio parte delle “ex”. Negli ultimi 8’ sarebbe potuto succedere ancora di tutto, ma il modo in cui l’abbiamo giocata per me rappresentava già un successo. Dove l’abbiamo vinta? A livello caratteriale: il Falconara sa soffrire, non accusa il colpo, accetta di subire quando è il momento. È difficile vincere contro una squadra con queste caratteristiche”.

Ma di meriti, Domenichetti, non vuole proprio sentirne parlare.
“A chi mi dice che il Falconara ha il mio carattere, io rispondo che questa squadra non potrebbe avere carattere diverso da quello che ha. L’identità che si è creata negli anni qui al PalaBadiali sopravvive a prescindere da chi ci sia. Io ci vado a nozze, certo, ma fa parte dell’indole della società, dei tifosi, di chi è rimasto. Ecco, credo che la soddisfazione più grande sia stata proprio rivedere quel Falconara, quel “mood” agguerrito, nonostante l’incertezza estiva. Domenica abbiamo avuto più voglia di chiuderla: Praticò che si va a riprendere il pallone perso e segna, Isa Pereira che gioca 19’ nella ripresa e non dà segni di stanchezza, Ferrara che in allenamento non prende mai la porta vuota e in partita fa centro da 30 metri… – sorride ancora -. E poi la rete di Ana, strameritata. Ho visto che è stata inserita nel “Team of the month”, se continua così credo che finirà in quello of the year”.

10 punti in cascina in un ottobre di fuoco con tanti scontri diretti messi alle spalle. “Ma la partita più difficile è sempre quella che viene dopo e quindi testa al Lamezia. Certi risultati sono stati raggiunti mettendo sempre quel qualcosa in più, ed è giusto ricordarlo sempre, perché con qualcosa in meno non sarebbe lo stesso. Tra i compiti del mio ruolo c’è anche quello di tenere alta la tensione, ma ciò non toglie nulla al valore di queste 5 gare. Sarebbe stupido andarlo ad intaccare con passi falsi evitabili. Le calabresi hanno una classifica complicata in questo momento, ma le individualità ci sono e da poco si è aggiunta anche Sant’Anna, della quale parlano molto bene: affrontarla a guardia bassa potrebbe crearci problemi”.

Difficile pensare che accada ad un gruppo che ha superato brillantemente tanti dei banchi di prova più importanti.
“Volevi sapere un merito? – ride -. Bè, riconosco di essere molto esigente nei confronti del mio lavoro, sta diventando anche un modo per ammettere i miei limiti ed accettarli. Per ora, insomma, non ho fatto grandi danni. Scherzi a parte, prepariamo sempre le partite in modo che tutte sappiano che ci aspetta e tutte remino nella stessa direzione, ma ho giocatrici di nu livello tale che – se si è lavorato in una certa maniera – c’è davvero poco su cui intervenire”.

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