Sette stagioni nel calcio tra Team Santa Lucia ed Hellas Verona, poi due anni di stop a causa di alcune incomprensioni, fino al ritorno nel mondo del pallone – per la precisione al futsal – grazie all’invito fortunatamente reiterato di un’amica, anche lei calcettista (Zandonà). Così Giulia Romano è entrata a far parte dell’Audace Verona, gruppo del quale in poco tempo è diventata leader, tanto da arrivare alla Final Four di Coppa Italia con la fascia di capitano sul braccio. Una responsabilità importante vissuta come se nulla fosse, d’altronde parliamo sempre di quella bambina – ora 19enne – che 10 anni fa chiese al mister della squadra di suo fratello di farla giocare con loro. Primo (ed unico) elemento femminile di una rosa tutta al maschile.
“Sono molto contenta qui dove sono e ringrazio ancora Zandonà, straordinario capocannoniere del nostro girone e grandissima amica con la quale ho un forte feeling in campo, per avermi portata a fare questa scelta. Avevo tanta voglia di tornare a giocare e ho avuto la possibilità di farlo in una squadra con la quale si è creato subito un ottimo rapporto, sia dentro che fuori dal campo. Se tornassi indietro la farei di nuovo, magari prima”.
Affiatamento, capacità, voglia di imparare: l’Audace delle piccole, in testa alla classifica sin dalla prima giornata, ha tutto ciò che serve per crescere in fretta.
“Stiamo facendo effettivamente un ottimo percorso che ci ha viste tutte migliorare. Non pensavamo, sai? Per questioni numeriche non sapevamo se l’Under 19 sarebbe andata in porto, invece, ci ritroviamo oggi ad avere un nucleo compatto e ottimi risultati, sia in campionato che in Coppa. Il merito? Del nostro grande impegno, della costanza ad ogni allenamento e del rapporto con Zanetti e Pomposelli, due allenatrici toste, ma bravissime”.
Una Romano completamente ritrovata, che ha preso per mano la difesa nella stagione regolare e ora vuole replicare quelle prestazioni d’autorità nella difficile gara secca col Bitonto, nella prima assoluta in Final Four, al PalaPoli di Molfetta.
“Questa sfida può darci la chance di dimostrare le nostre capacità, speriamo che vada tutto bene, ma so che possiamo farcela se metteremo in campo tutto il nostro impegno. Non possono mancare concretezza e spirito di sacrifico da parte di tutte, ma credo che soprattutto quest’ultimo sia il nostro punto di forza: conosciamo le debolezze dell’una o dell’altra e ci aiutiamo. Insomma – chiude la 5 – ci compensiamo, così come farebbe qualsiasi squadra che possa davvero dirsi tale”.
Foto: Federica Arca (Audace Wave)
