Serie A

Grieco verso la Vip: “Giocare l’una per l’altra senza demordere mai”

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Se dovessimo pensare a uno dei discorsi motivazionali più riprodotti e utilizzati di sempre, a livello sportivo, probabilmente ci verrebbe in mente il volto e di Al Pacino mentre fa pronunciare al suo Tony D’Amato quelle che diventeranno parole di ispirazione per tantissimi sportivi. Non importa che si tratti di football o calcio o quel che sia, il soliloquio di Any Given Sunday focalizza tutto sullo spirito di sacrificio per il compagno che si ha accanto. 

Se Alessia Grieco abbia mai visto il film o letto il libro o semplicemente spulciato sul web, non lo so. Le parole che utilizza per analizzare il periodo della sua Lazio, però, fanno il paio proprio con la  filosofia proposta da D’Amato nella pellicola sopracitata. “Ma procediamo con ordine, partiamo dal Molfetta – mette in fila i pensieri la numero 20 – Contro le pugliesi è stata una partita molto bella e tirata fino all’ultimo. Era evidente che entrambe le squadre volevano fare risultato e credevano fortemente di poterlo fare.

Alla fine è arrivato un punto per testa che soddisfa a metà. Credo che il Molfetta sia una squadra capace di mettere in difficoltà l’avversario, di rendergli la vita difficile soprattutto in casa propria. La Lazio, dal canto suo, è una squadra che gioca tutte le partite come se fossero l’ultima, affrontando ogni avversario con la stessa cattiveria agonistica. Speriamo di riuscire ad andare avanti così, soprattutto in vista del prossimo turno con la Vip. 

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Non è scontata affatto – prosegue Grieco – la Vip ha buone individualità che, con il piglio giusto, possono creare numerosi problemi. Stanno facendo bene e dimostrando di essere una squadra da non prendere mai sotto gamba. Noi però giochiamo a Fiano Romano e dobbiamo assolutamente prenderci i tre punti, fondamentali per il nostro percorso”. 

L’andamento altalenante dei risultati ha reso il cammino della Lazio più arduo del previsto forse, complici anche una serie di fastidi fisici e una rosa costretta a poche rotazioni. E’ qui che viene fuori l’anima biancoceleste secondo Grieco. “Quando si è in difficoltà, tanto di risultati quanto fisicamente, per noi è stato ed è fondamentale avere la certezza che chi scende in campo ci metterà tutto quello che ha. E’ lo spirito di sacrificio di ognuna a legarci profondamente. E’ proprio questo che ti fa pensare che lei, come te, non sta mollando. Così si è capaci di stringere i denti e lottare ancora, per la squadra certo, ma soprattutto per la giocatrice che ti sta accanto. E’ normale però che le forze a volte sembrino non bastare mai, fisiologico credo. Questa però è la giusta mentalità, quella che non dobbiamo perdere mai”. 

Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei.

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Di spirito di gruppo si parla anche guardando alle convocazioni effettuate dal C.T. Salvatore per il prossimo raduno nazionale. Tantissimi volti nuovi, molte giocatrici giovanissime. Alle veterane come Alessia Grieco, che nonostante la sua giovanissima età è un elemento fondamentale per le azzurre, il compito di accompagnare le nuove leve. “Per il movimento e la crescita di talenti italiani, questi sono raduni importanti – commenta Grieco – Le ragazze alla prima convocazione devono stare tranquille e fare semplicemente ciò che sanno fare, senza dover dimostrare niente a nessuno. Piuttosto penso sempre che, quando si è lì, con quella maglia addosso, è a se stessi che bisogna dimostrare di aver meritato la convocazione. In fondo, se sei lì, un motivo c’è. 
Bisogna stare calmi e divertirsi, facendosi aiutare da chi vive la Nazionale da più tempo. 

A noi che la viviamo da anni, il compito di far passare le paure e aiutare a far capire loro che un giorno il timore di indossare quella maglia passerà e si trasformerà in responsabilità verso questo movimento e il nostro Paese. Credo – conclude – che non ci sia orgoglio più grande”.

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